Gaspare Sanseverino: differenze tra le versioni
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Nel febbraio 1490, insieme al fratello Antonio Maria, partecipò a due giostre tenutesi a Mantova per le nozze di [[Francesco II Gonzaga|Francesco Gonzaga]] con [[Isabella d'Este]], quindi ad una terza giostra che si tenne qualche giorno dopo a Ferrara. L'anno dopo a Milano partecipò alla memorabile giostra in costume per le nozze di [[Ludovico il Moro]] con [[Beatrice d'Este]].
Nel 1492 l'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano I]], che nutrì sempre per lui una grande ammirazione, lo onorò con molti regali e gli offrì una considerevole condotta di 60.000 ducati annui, più una provvisione di 2000 fiorini a vita, se fosse passato alle sue dipendenze, ma Fracasso preferì rimanere al servizio di Milano.<ref>Paolo Negri, Studi sulla crisi italiana alla fine del secolo XV (in Archivio storico lombardo), Società storica lombarda, 1923, p. 27.</ref>
Amico della famiglia [[Gonzaga]], ricevette nel [[1492]] dal marchese Francesco un palazzo nobiliare (Casa Torelli) nel centro della città, confiscato al condottiero [[Francesco Secco]] caduto in disgrazia.<ref>{{cita libro|Marilena|Dolci|Congiure e misteri alla corte dei Gonzaga. Il processo a Francesco Secco|2017||Mantova}}</ref>▼
▲Amico della famiglia [[Gonzaga]], ricevette nel
==== Prima calata dei francesi in Italia ====
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Il 21 agosto ottenne licenza dal fratello [[Galeazzo Sanseverino|Galeazzo]], capitano generale, di compiere una scorreria notturna su [[Vercelli]]. Tornò il giorno seguente con un ricco bottino di bestiame e prigionieri, nonostante si fosse diffusa nel mentre la voce che fosse andato dal re di Francia.<ref>[https://www.google.it/books/edition/La_Spedizione_di_Carlo_VIII_in_Italia_ra/nz1aAAAAcAAJ?hl=it&gbpv=0 La Spedizione di Carlo VIII in Italia] raccontata da Marin Sanudo e pubblicata per cura di Rinaldo Fulin, 1873, p. 563.</ref>
Passato al soldo di Firenze nel
Nel [[1498]] fu mandato a [[Forlì]] in difesa della contessa [[Caterina Sforza]] contro i Veneziani. Quest'ultima, in una lettera del 26 settembre allo zio Ludovico, ne lamenta la ruvida compagnia, dicendo che nonostante lo avesse tanto desiderato e accolto come un angelo liberatore, una mattina Fracasso, offeso, se n'era voluto andare:<ref name=":4">{{Cita libro|autore=Pier Desiderio Pasolini|titolo=Caterina Sforza|url=https://www.google.it/books/edition/Caterina_Sforza/aD9WAAAAYAAJ?hl=it&gbpv=0|pp=57-59}}</ref>
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