Medioevo: differenze tra le versioni

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L'obiettivo era la conoscenza oggettiva intellettuale. L'approccio era quello di mettere in discussione, di ragionare, di speculare, di disputare. Per il teologo, era più importante essere un filosofo erudito che un santo. La teologia era diventata una scienza oggettiva distaccata. Questo approccio non eliminò quello monastico più vecchio, ma lo spostò dalla ''prima linea'' della teologia.
 
L'impatto della filosofia sulla teologia cominciò a farsi sentire nel corso dell'[[XI secolo]], mediante la comparsa della ragione (filosofia) come metodo da adoperare nell'ambito della teologia. [[Anselmo]] se ne servì sesso
per dimostrare la razionalità della dottrina cristiana. La ragione era entrata nella teologia, non (ancora) come strumento per definire la dottrina cristiana (la quale era basata sulla rivelazione), ma piuttosto come tecnica per difendere e capire ancor di più questa fede.
 
Nel secolo successivo il ruolo della ragione fu ulteriormente sviluppato. Gli avvocati avevano cominciato a usare metodi filosofici per decidere o arbitrare fra autorità in conflitto.