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[[File:MarkRavenhill.JPG|sinistra|miniatura|235x235px|[[Mark Ravenhill]]]]
Per la notorietà e l'impatto ottenuto, ''Blasted'' venne letto come il fulcro di questa generazione di scrittori e drammaturghi, giovani disillusi, "i figli disorientati della signora Thatcher",<ref>{{Cita libro|autore=Benedict Nightingale|titolo=The Future of Theatre|anno=1998|editore=Phoenix|città=London|lingua=en|p=20|ISBN=0297819577}}</ref> che rifiutavano qualsiasi codice morale vincolante o comune senso di decenza, rappresentando una Gran Bretagna allo sbando;<ref name=":19">{{Cita|Sierz|p. 4}}.</ref> di essa facevano parte, oltre a Sarah Kane, scrittori come [[Mark Ravenhill]], Phyllis Nagy, Anthony Neilson, [[Joe Penhall]], Rebecca Prichard e Michael Wynne, raccolti intorno al Royal Court, diretta dal 1993 da Stephen Daldry, che commissionò loro diversi lavori teatrali.<ref>{{Cita libro|autore=Benedict Nightingale|titolo=The Future of Theatre|anno=1998|editore=Phoenix|città=London|lingua=en|p=19|ISBN=0297819577}}</ref> Scrive Sierz in uno degli articoli che precedono il suo libro: "proprio come Hollywood stava riscoprendo il potere attrattivo di film controversi e violenti come ''[[Pulp Fiction]]'' o ''[[Natural Born Killers]]'', il teatro britannico stava prendendo piede la violenza come un modo per esplorare le questioni sociali".<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Aleks Sierz|anno=1998|titolo=Cool Britannia? 'In-Yer-Face' Writing
in the British Theatre Today|url=https://archive.org/details/sim_new-theatre-quarterly_1998-11_14_56/page/325|rivista=New Theatre Quarterly|volume=14|numero=56|p=325|pp=|lingua=en|doi=10.1017/S0266464X00012409}}</ref>
Con questo genere teatrale, indicato anche con neologismi alternativi come "New Brutalism", "Theatre of Urban Ennui' (il Teatro della noia urbana), "Britpack"<ref>(<abbr>EN</abbr>) Benedict Nightingale, ''The Future of Theatre'', London, Phoenix, 1998, pp. 17-22, {{ISBN|0297819577}}.</ref><ref>{{Cita|Sierz|p. 18}}.</ref> Sarah Kane rifiutò sempre di identificarsi, ritenendo che l'appartenenza a qualsiasi movimento fosse "esclusiva piuttosto che inclusiva".<ref>{{Cita|Saunders|p. 8}}.</ref><ref>{{Cita news|autore=Rodolfo Di Giammarco|titolo=Sarah Kane "Io, Hooligan del teatro"|pubblicazione=La Repubblica|data=2 aprile 1997}}</ref>
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La struttura che domina le prime due scene dell'opera, la caratterizzazione dei personaggi, sono concordemente ritenute dai critici di impronta [[Naturalismo (teatro)|naturalistica]].<ref>{{Cita|Saunders|p. 40}}.</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Aleks Sierz|anno=1998|titolo=Cool Britannia? 'In-Yer-Face' Writing
in the British Theatre Today|url=https://archive.org/details/sim_new-theatre-quarterly_1998-11_14_56/page/332|rivista=New Theatre Quarterly|volume=14|numero=56|p=332|pp=|lingua=en|doi=10.1017/S0266464X00012409|cid=Sierz 1998}}</ref><ref>{{Cita|Iball|p. 29}}.</ref> Sul finire della seconda scena, con l'arrivo del soldato, la struttura teatrale tradizionale viene soppiantata, senza alcun preavviso, con l'obbiettivo, dichiarato da Kane, di far coincidere forma e contenuto; l'ambientazione scenica e quello che sembrava il soggetto centrale d'indagine - la complessa e distruttiva relazione fra Ian e Cate - si frantumano; "il personale e il politico" vengono connessi sulla scorta della convinzione di Kane, che lo stupro in un camera di Leed abbia una relazione con la guerra e i massacri in Bosnia.<ref>{{Cita libro|autore=Steve Waters|curatore=Mary
Luckhurst|titolo=From Terror to Trauma|anno=2006|lingua=en|p=377|opera=A Companion to Modern British ans Irish Drama}}</ref><ref name=":14">{{Cita|Aston|p. 80}}.</ref>
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