Fuoco greco: differenze tra le versioni

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Le descrizioni del sistema fanno capire che era diviso in diverse parti (differentemente da quanto detto nel trattato militare di [[Leone VI il Saggio|Leone VI]] chiamato [[Tactica di Leone VI il Saggio|''Tactica'']], che usava la parola ”sifone” per riferirsi all'intero dispositivo), tra cui un tubo rivestito o fatto interamente in bronzo, che poteva muoversi in tutte le direzioni (quindi doveva essere montato su un qualche tipo di perno). L'apparecchio aveva anche un braciere che riscaldava il composto, che veniva pressurizzato e sparato sotto forma di un getto di fiamme attraverso una bocchetta.
 
Gran parte del funzionamento dell'arma rimane ancora un mistero per via del modo in cui le varie componenti vengono riferite nelle fonti. Il sifone ad esempio viene menzionato come pompa nel testo del IX secolo [[Vita Stephani Iunioris]], mentre nel ''Poliorketika'' di [[Apollodoro di Damasco|Apollodoro]] viene descritto come un tubo attraverso il quale un liquido pressurizzato passava e veniva lanciato. <ref name="Haldon 2"> {{cita|Haldon 2006|p. 293}}.</ref>
 
Il lanciafiamme era utilizzabile solo quando il mare era calmo e le condizioni del vento erano ottimali.