Bhagavadgītā: differenze tra le versioni
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La '''Bhagavad Gita''' è il canto sacro più popolare e amato tra gli [[Induismo|induisti]], al punto da assumere il titolo di '''vangelo hindù'''. Bhagavad Gita sta per "Canto del Beato", e l'eccezionalità di questo Testo rispetto ad altri consiste proprio nel fatto che qui non viene data un'indicazione di Dio, ma la Sua visione completa.
[[Image:Arjunawithbow.jpg|thumb|right|140px|Lo sconforto di [[Arjuna]].]]
Il Poema - circa settecento versi ([[Sloka]]) in [[sanscrito]] - costituisce uno dei capitoli del [[Mahabharata]], ma assume un valore del tutto autonomo all'interno della sua struttura. Essa si colloca nel momento in cui il virtuoso [[Arjuna]], prototipo dell'eroe, nel momento immediatamente precedente all'inizio della guerra del [[Kurukshetra]], trovandosi a dover combattere ed uccidere i suoi stessi parenti, mentori ed amici, si lascia prendere dallo sconforto e si rifiuta di combattere. Attraverso i '''18 capitoli''' della Bhagavad Gita, [[Krishna]] - incarnazione di [[Dio]] ed identificabile con il nostro "Io" più profondo ed immortale - indica ad Arjuna le tecniche mistiche ([[Yoga]]) per liberarsi definitivamente dal ciclo delle nascite e delle morti ed ottenere la liberazione ([[Moksha]]).
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