Federico Zappino: differenze tra le versioni

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La prima trova la sua teorica principale in Judith Butler, per cui l'eterosessualità rappresenta "una legge obbligatoria, ma anche una commedia inevitabile", da contrastare con risignificazioni e citazioni parodiche dei generi<ref>{{Cita libro|titolo=Judith Butler, Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell'identità (1990), trad. it. di Sergia Adamo, Laterza, 2013, p. 173}}</ref>. Per Butler, infatti, l'eterosessualità presuppone identità di genere e posizionamenti soggettivi normativi che si rivelano intrinsecamente impossibili da incarnare, ed è proprio per questo che finirebbe col rovesciarsi costantemente in una parodia di se stessa. Dal momento che ogni identità di genere - maggioritaria o minoritaria - risulta "parzialmente e inevitabilmente costituita" dai "costrutti eterosessuali", l'appropriazione e la rimessa in campo "delle categorie stesse dell'identità" rappresenterebbero allora la "strategia più insidiosa ed efficace" contro gli effetti violenti della norma. Voler trascendere del tutto questo gioco, per Butler, significherebbe precludersi categoricamente qualsivoglia riappropriazione parodica del genere a favore di una "distruzione" dell'eterosessualità coincidente con la pericolosa "restaurazione" di un universalismo umanista caratterizzato da "un'ontologia unificata"<ref>{{Cita libro|titolo=Ivi, p. 174}}</ref>. Secondo Zappino, al contrario, le dislocazioni e le risignificazioni parodiche di cui parla Butler sarebbero da intendersi come strategie di sopravvivenza e di resistenza la cui "''legittimità'' e ''necessità''" non dovrebbe mai essere "confusa con una ''scelta''" né "distogliere dal fatto che, in assenza della "sovversione dell'eterosessualità", tutte le minoranze di genere e sessuali continueranno sempre "a dipendere dal caso o dalla fortuna della propria individuale scaltrezza di ingegnarsi in citazioni, risignificazioni e dislocazioni"<ref>{{Cita libro|titolo=Federico Zappino, Femminismo (e) queer: Per una critica dell'eterosessualità, in Anna Curcio (cur.), Introduzione ai femminismi, DeriveApprodi, 2019, pp. 82-83}}</ref>. In altre parole, le strategie proposte ed evidenziate da Butler non fanno che maneggiare e rielaborare in seconda istanza i generi così come sono già stati prodotti dal sistema sociale eterosessuale, senza comportare nulla rispetto al suo funzionamento sistemico.
 
Rispetto invece all'abolizione del genere, auspicata dalle frange più radicali dei movimenti femministi e queer, Zappino propone di spostare l'attenzione sull'eterosessualità come modo di produzione nell'ottica della sua sovversione, dal momento che il genere "non esiste di per sé, in un ''vacuum'', ma sempre strutturalmente". Si tratta dunque di rimettere l'abolizione del genere "coi piedi a terra", connettendola "alle relazioni e alle pratiche sociali entro le quali i generi acquisiscono intelligibilità rafforzando, consciamente o inconsciamente, il loro modo di produzione" e aggredendo direttamente "la complessa struttura culturale, politica ed economica che li produce"<ref>{{Cita web|url=https://www.machina-deriveapprodi.com/post/sul-modo-di-produzione-eterosessuale|titolo=Sul modo di produzione eterosessuale|autore=|sito=Machina|data=2020-11-20|lingua=it|accesso=2023-09-21}}</ref>. L'insistenza è volta a sottolineare l'effettività materiale, modale e sistemica dell'eterosessualità, a metterne in luce l'irriducibilità rispetto all'agire individuale<ref>{{Cita libro|titolo=Per una ampia ricostruzione, cfr. Lorenzo Petrachi, Rovine dell'amicizia. Il progetto incompiuto di Michel Foucault, Orthotes, Napoli-Salerno, 2022, pp. 264 e ss}}</ref>.
 
== L'opera di traduzione ==