Processo a Michael Jackson: differenze tra le versioni
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Michael Jackson era infatti convinto che ci fosse un complotto in atto nei suoi confronti che avrebbe visto coinvolta la [[Sony]]: lo scopo sarebbe stato quello di sottrargli il catalogo Sony/ATV che vale miliardi di dollari, di cui lui possedeva il 50%<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=GARY SUSMAN|url=http://ew.com/article/2002/07/10/michael-jackson-may-sue-sony/|titolo=Michael Jackson may sue Sony|pubblicazione=EW.com|data=10 luglio 2002}}</ref>. Mesereau non trovò prove al riguardo, ma sostenne che ciò aveva un senso perché la pop star in carcere non avrebbe potuto difendere la proprietà del catalogo<ref>{{cita libro|nome=Aphrodite|cognome=Jones|wkautore=Aphrodite Jones|titolo=Michael Jackson conspiracy|anno=2010|editore=Aphroditejonesbooks|pp=35-36}}</ref>.
Durante il processo venne inoltre dichiarato sotto giuramento da uno dei testimoni dell'accusa, tale D. Le Grand, che lui stesso venne assunto da Jackson per indagare su alcuni soci verso i quali il cantante sospettava fortemente che lo stessero derubando; Le Grand si rivolse all'agenzia investigativa
Molti in aula, tra cui i giurati, ebbero poi l'impressione che era diventata un'ossessione per Sneddon far condannare Jackson, come dichiararono successivamente<ref>{{Cita web|url=http://surftofind.com/seminal2|titolo=Part II: Tom Sneddon - A Strange Obsession|data=|accesso=7 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130419001432/http://surftofind.com/seminal2|dataarchivio=19 aprile 2013|urlmorto=sì|opera=[[surftofind.com]]}}</ref>. Questo venne ribadito da uno di loro anche nel documentario ''True Crime'' sempre di Aphrodite Jones, trasmesso su [[Investigation Discovery (Stati Uniti d'America)|Investigation Discovery]], nel [[2010]].
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