Tempio di Salomone: differenze tra le versioni
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|Civiltà = [[Israeliti]]
|Utilizzo = luogo di culto
|Epoca= [[IX secolo a.C.]] ([[967 a.C.]]-[[960 a.C.]])
|Stato = ISR
|Suddivisione3 = Gerusalemme
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Tuttavia, in base al testo biblico del capitolo 5 di 1 Re, il "lavoro forzato" della narrazione biblica sembra tutt'altro che coscritto, come se i lavoratori fossero stati schiavizzati, anzi i tre turni di lavoro descritti erano suddivisi su tre mesi e ne prevedevano ben due di riposo a casa e solo uno di lavoro, seppur intenso. Inoltre si può percepire dal testo solo la fretta di Salomone di concludere in tempi brevi la costruzione del tempio tramite lavoro subordinato, come è inteso oggi, e non di ridurre in schiavitù parte del popolo (situazione che probabilmente si creò solo verso la fine della sua reggenza e non in questa circostanza).
Enormi pietre preparate nelle cave sottostanti la città ([[Re I]] 5:17, 18) furono gradualmente piazzate sulle grandi mura, e sistemate una a ridosso dell'altra senza uso di malta, finché l'intera struttura fu completata. L'edificio era verosimilmente lungo 60 cubiti (27 metri), largo 20 (9 metri) e alto tra i 25 (testo greco)
Le dimensioni del Tempio, così come quelle del coevo palazzo di Salomone, appaiono eccessive per l'epoca salomonica e lo storico ed archeologo [[Mario Liverani]] sottolinea come "questi edifici, nelle dimensioni riportate dal testo biblico, superano di molto lo spazio disponibile nella piccola Gerusalemme che l'archeologia consente di assegnare al [[X secolo]] (cioè la sola «città di David»). Si tratta di progetti di età persiana, proiettati indietro al tempo di Salomone per conferir loro un valore fondante"<ref name="ref_B">Mario Liverani, ''Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele'', Laterza, 2003, pp. 110-113, ISBN 978-88-420-9841-6.</ref>, e anche gli studiosi della Bibbia [[Versioni della Bibbia#Italiano|Edizioni Paoline]] evidenziano che "l’amplificata descrizione della fabbrica del tempio e del suo mobilio armonizza i dati del tempio di Salomone con quelli dell’epoca post-esilica"<ref name="ref_A">La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, p. 528, ISBN 88-215-1068-9.</ref>; di entrambi questi edifici non è stata inoltre trovata alcuna testimonianza archeologica<ref>Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman, ''Le tracce di Mosé. La Bibbia tra storia e mito'', Carocci, 2002, pp. 137-159, ISBN 978-88-430-6011-5 ; Mario Liverani, ''Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele'', Laterza, 2003, pp. 110-113, 360-364, ISBN 978-88-420-9841-6.</ref>. Anche la moderna archeologia, inclusa quella israeliana, molto attiva nel campo dell'[[archeologia biblica]]<ref group="Nota">La rivista israeliana "''[[Haaretz]]''", nell'ottobre 2017, riportava nella sua sezione archeologica le considerazioni sullo [[Archeologia biblica#Stato attuale della ricerca|stato attuale della ricerca]]: "I padri fondatori dell'archeologia israeliana sono partiti esplicitamente con la Bibbia in una mano e un piccone nell'altra, cercando i risultati delle epoche bibliche, come parte del progetto [[Sionismo|sionista]] (atto a rivendicare l'identità dello Stato ebraico e i relativi territori). Ma con il progredire degli scavi negli [[anni '70]] e [[anni '80|'80]], piuttosto che la convalida, ciò che cominciò ad accumularsi furono le contraddizioni" e "oggi, a 18 anni di distanza (riferimento ad un precedente articolo citato dal quotidiano, apparso nel 1999), armati di strumenti di datazione e tecnologie molecolari all'avanguardia, gli archeologi sono sempre più d'accordo con [[Ze'ev Herzog|Herzog]] [noto archeologo israeliano] che, in generale, la Bibbia non riflette le verità storiche".([https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-1.818795 "Is The Bible a true story?"], Archiviato [https://archive.today/20171024151507/https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-1.818795]).</ref>, ridimensiona - anche supponendo storica l'esistenza di re Salomone, cosa che solleva molti dubbi tra gli storici<ref>Cfr anche: Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman, ''Le tracce di Mosé. La Bibbia tra storia e mito'', Carocci, 2002, pp. 142-143, ISBN 978-88-430-6011-5; Mario Liverani, ''Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele'', Laterza, 2007, pp. VII-IX, 37-38, 59-87, 109-116, 134-135, 154-156, 193-198, 275-398, ISBN 978-88-420-7060-3, AAVV, Personaggi della Bibbia, TCI, 2014, p. 206, ISBN 978-88-365-64972; Ivana Zingariello e Giorgio Gabbi, ''La Bibbia è piena di bugie?'', in Quark, n° 50, marzo 2005, pp. 79-87.</ref> - la grandezza del regno di Salomone e i fasti descritti per [[Gerusalemme]]: dall'inizio del [[XXI secolo]]<ref group="Nota">Ad evidenziare tali osservazioni sono gli stessi archeologi israeliani, come [[Israel Finkelstein]] (Finkelstein, direttore dell'Istituto di archeologia dell'università di Tel Aviv, afferma che "il testo biblico va solo considerato una guida della fede" e non come testo storico) e [[Ze'ev Herzog]], il quale afferma che "questo è ciò che gli archeologi hanno scoperto dai loro scavi nella Terra di Israele: gli Israeliti non sono mai stati in Egitto, non hanno vagato nel deserto, non hanno conquistato i territori in una campagna militare e non li hanno dati alle 12 tribù di Israele" e "la monarchia unificata di Davide e Salomone, che è descritta dalla Bibbia come una potenza nazionale, era tutt'al più un piccolo regno tribale"; lo storico e archeologo [[Mario Liverani]] aggiunge: "Due filoni della ricerca, da una parte l'analisi filologica dei testi biblici, dall'altra l'archeologia arrivano alle stesse conclusioni. E le conclusioni sono che non possono essere considerati storici i racconti più celebri del Vecchio Testamento, come le vicende di Abramo e dei Patriarchi, la schiavitù in Egitto, l'Esodo e la peregrinazione nel deserto, la conquista della Terra Promessa, la magnificenza del regno di Salomone". (Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman, ''Le tracce di Mosé. La Bibbia tra storia e mito'', Carocci, 2002, pp. 13-37, 50-60, 71-136, 143-159, 163-176, 199-203, 243-263, 286-328, 341-354, ISBN 978-88-430-6011-5; Mario Liverani, ''Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele'', Laterza, 2007, pp. VII-IX, 37-38, 59-87, 109-116, 134-135, 154-156, 193-198, 275-398, ISBN 978-88-420-7060-3; Ivana Zingariello e Giorgio Gabbi, La Bibbia è piena di bugie?, in Quark, n° 50, marzo 2005, pp. 79-87; [http://noahkennedy.net/zeev-herzog-and-the-historicity-of-the-bible/ "Ze’ev Herzog and the historicity of the Bible"], Archiviato [https://archive.today/20180922080422/http://noahkennedy.net/zeev-herzog-and-the-historicity-of-the-bible/]; [http://www.freerepublic.com/focus/news/704190/posts Deconstructing the walls of Jericho], Archiviato [https://archive.today/20180922080337/http://www.freerepublic.com/focus/news/704190/posts]; [https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-1.818795 "Is The Bible a true story?"], Archiviato [https://archive.today/20171024151507/https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-1.818795]).</ref>, Gerusalemme "è stata scavata come mai prima di allora. Tuttavia, come concorderebbe la stragrande maggioranza degli archeologi [...] la capitale di un regno unificato di Davide e Salomone non è stata trovata"<ref>Come riporta ancora la rivista "''[[Haaretz]]''" ({{Cita web |url=https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-1.818795# |titolo="Is The Bible a true story?" - Haaretz URL |urlarchivio=https://archive.today/20171024151507/https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-1.818795# |urlmorto=no }}).Cfr anche la sezione "[[Archeologia biblica#Stato attuale della ricerca|Stato attuale della ricerca]]" alla voce "Archeologia biblica".</ref>.
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