Bon Scott: differenze tra le versioni

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Durante la serata i due bevvero senza sosta fino a tarda ora partecipando a un [[binge drinking]] e non è chiaro se Bon Scott ebbe anche modo o meno di procurarsi delle sostanze stupefacenti.
Tuttavia i due, nonostante l’evidente stato di ebbrezza, lasciarono il locale a notte inoltrata ma Alistair Kinnear si offrì di riaccompagnare Bon Scott a casa. Giunti ad Ashley Place, egli si accorse che Bon Scott si era addormentato sul sedile accanto e non fu facile svegliarlo, né tanto meno sarebbe stato possibile per lui portarlo di peso in casa sua.
Nonostante l’ora tarda Alistair Kinnear chiamò da una vicina cabina telefonica l’amica Silver Smith che cercò di tranquillizzarlo, riferendogli che Bon Scott in quei frangenti in cui era solito calarsi, ovvero bevendo alcolici smodatamente, avrebbe avuto soltanto avuto bisogno di dormire.<ref name="ref_B" />
 
[[File:67 Overhill Road East Dulwich.JPG|thumb|L’edificio al 67 di Overhill Road, dove ha abitato Alistair Kinnear]]
 
Non potendo fare diversamente Alistair Kinnear decise dunque di fare ritorno alla sua abitazione di East Dulwich, nell’area sud-est di Londra e, eventualmente, far dormire Bon Scott a casa sua.
Giunto al 67 di Overhill Road, Kinnear cercò nuovamente di svegliare Bon Scott ma senza successo, poiché probabilmente egli era già piombato in unoun grave stato di incoscienza. Rassegnatosi a non poterlo svegliare per ospitarlo in casa, Kinnear reclinò il sedile passeggero della vettura e coprì Bon Scott con una coperta per ripararlo dal freddo di quella notte di febbraio. Kinnear lasciò nella vettura anche un biglietto con scritto il suoproprio nome, il numerosuo direcapito telefonotelefonico e l’indirizzo di casa sua, che era proprio di fronte, e andò a dormire.<ref name="ref_B" />
 
L’indomani intorno alle undici del mattino, Kinnear ricevette una visita di un suo amico a cui chiese di controllare se nella sua Renault 5 vi fosse stato ancora Bon Scott ma l’amico gli disse che non vedeva nessunnessuno all’interno della vettura, al che Kinnear si tranquillizzò pensando che egli fosse rincasato da solo chiamando un taxi e si rimise a dormire. <br>
Circa alla stessa ora squillò un telefono in un appartamento di [[Fulham]], quello di [[Paul Chapman]], chitarrista degli [[UFO (gruppo musicale)|UFO]], una rock band britannica. A chiamarlo fu Joe Fury, altro musicista dell’ambiente musicale londinese e coinquilino di Bon Scott. Joe Fury aveva trascorso una serata a base di alcool e droga a Fulham dall’amico, ma rincasando alle prime ore del mattino non aveva trovato Bon Scott in casa. Egli piangendo disse a Paul Chapman che Bon Scott era morto e aveva necessità di contattare telefonicamente i fratelli Young per dar loro la drammatica notizia.<ref name="ref_A">{{Cita libro|autore = Jesse Fink|titolo = Bon, the last highway|anno = 2022|editore=ECW Press|isbn = 9781770414099}}</ref>