La Zisa: differenze tra le versioni

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Un'altra iscrizione, invece, ben più famosa – in caratteri [[cufico|cufici]] – è tutt'oggi conservata nel muretto d'attico del palazzo, tagliata ad intervalli regolari nel tardo medioevo, quando la struttura fu trasformata in fortezza. Alla luce di queste fonti, la maggior parte degli studiosi sono concordi nel fissare al [[1175]] la data di completamento dei lavori del ''solatium'' reale.
 
Fino al [[XVII secolo]] il ''palatium'' non venne sostanzialmente modificato, come ci testimonia la descrizione del [[1526]] fatta dal monaco bolognese [[Leandro Alberti]], cheil quale visitò la Zisa in quell'anno. Significativi interventi di restauro si ebbero negli anni [[1635]]-[[1636|36]], quando [[Giovanni de Sandoval e Platamone]], cavaliere dell'Alcantara, marchese di San Giovanni la Mendola, príncipe di Castelreale, signore della Mezzagrana e della Zisa, acquistò la Zisa, adattandola alle nuove esigenze abitative. In occasione di questi lavori fu aggiunto un altro piano, chiudendo il terrazzo, e si costruì, nell'ala destra del palazzo, secondo la moda dei tempi, un grande scalone, resecando i muri portanti e distruggendo le originarie scale d'accesso.
 
[[File:Lazisa2-2010-03-11.jpg|thumb|left|Sistema delle vasche]]