Eraclea: differenze tra le versioni

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Nome veneto
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==Storia==
Si hanno tracce di insediamenti [[venetici]] fin dapprimada prima dell'avvento dei romaniRomani, ed era un centro commerciale di notoria rilevanza per l'area altoadriatica. All'interno del Comune si ha memoria di insediamenti di epoca romana presso la [[Brian (frazione)|frazione di Brian]], legate alla presenza del ''Portus Liquentiae'' citato da [[Plinio il Vecchio]] nel 77 d.C.
All'interno del Comune, si ha memoria di insediamenti di epoca romana presso la [[Brian (frazione)|frazione di Brian]], legate alla presenza del Portus Liquentiae citato da Plinio il Vecchio nel 77d.C.
 
Il territorio di Eraclea dall'epoca delle [[invasioni barbariche]] sino al [[XII secolo]] ospitò il fiorente centro di [[Heraclia]] (chiamato anche ''Melidissa'', ''Heracliana'' e ''Civitas Nova''), tra i più importanti della [[Laguna Veneta]] e per un periodo capitale del [[Ducato di Venezia]].
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Agli inizi del [[XVIII secolo|Settecento]], nella zona dell'attuale piazza Garibaldi, presso l'argine del Piave, venne costruita una chiesa intitolata all'[[Immacolata concezione|Immacolata]] e al [[Madonna del Rosario|Rosario]], divenendo parrocchia il 4 ottobre [[1728]]. Grisolera divenne comune autonomo nel [[1806]] con l'istituzione del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] controllato da [[Napoleone I|Napoleone]]. Con la nascita del [[Regno Lombardo-Veneto]] nel [[1815]], il comune venne soppresso e il suo territorio diviso tra [[San Donà di Piave|San Donà]] e [[Jesolo|Cavazuccherina]] perché vi si contavano appena 1.018 abitanti. Nel [[1818]] ritornò comune autonomo.
 
Dal [[1866]] comune del nuovo [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], Grisolera fu occupata dall'esercito [[Impero austro-ungarico|austroungarico]] in seguito all'[[Battaglia di Caporetto|offensiva di Caporetto]] fino alla liberazione seguita alla [[battaglia di Vittorio Veneto]].<br />La linea del fronte si assestoassestò sull'argine del [[Piave]], lungo il confine ovest di Eraclea, dalla fine della battaglia del Solstizio (22 luglio 1918) fino alla ritirata austro-ungarica successiva allo sfondamento della battaglia di Vittorio Veneto (4 novembre 1918). Nel coprirsi la ritirata, l'esercito italiano fece saltare tutte le [[diga|dighe]] e gli [[argine|argini]] delle bonifiche, allora appena iniziate: l'intero territorio comunale tornò ad essere allagato ed impaludato per il restante corso della guerra. Quanto non era stato allagato dalla III armata italiana in ritirata, lo fu ad opera dell'esercito austro-ungarico al momento dell'ultimo ripiegamento, quale strascico della [[battaglia di Vittorio Veneto]].
Nel coprirsi la ritirata, l'esercito italiano fece saltare tutte le [[diga|dighe]] e gli [[argine|argini]] delle bonifiche, allora appena iniziate: l'intero territorio comunale tornò ad essere allagato ed impaludato per il restante corso della guerra. Quanto non era stato allagato dalla III armata italiana in ritirata, lo fu ad opera dell'esercito austro-ungarico al momento dell'ultimo ripiegamento, quale strascico della [[battaglia di Vittorio Veneto]].
 
La diffusa presenza umana ha avuto inizio con le [[Bonifica idraulica|bonifiche]] pubbliche successive alla [[prima guerra mondiale]] (''Consorzio Ongaro Inferiore'', poi ''Consorzio di Bonifica del Basso Piave'').
 
Nel [[1919]] vennero subito riprese le opere di [[bonifica di Eraclea]], che proseguirono per tutti gli [[anni 1920|anni venti]] e i primi [[anni 1930|anni trenta]]. Dall'attività realizzata dal cav. Marco Aurelio Pasti (di origine veronese) per il prosciugamento delle paludi poste alle spalle del cordone sabbioso litoraneo (''Valle Livenzuola'') è nata la spiaggia di Eraclea: ''Marina di Santa Croce'' (verrà poi battezzata ''Eracleamare'' all'inizio degli [[anni 1970|anni settanta]]). [[File:Eraclea specchio invernale.jpg|thumb|upright=0.7|La bonifica d'inverno]]Proprio nel corso di quelle prime attività di arginamento delle terre emerse iniziò appunto l'attività che portò alla nascita di quella pineta marittima che è la principale peculiarità della riviera eracleense: il cav. Pasti, in unione ai vicini proprietari della Valle Ossi (Conticonti Gaggia), nei primissimi [[anni 1920|anni venti]] piantumò le dune che correvano lungo la costa con migliaia di pini comuni ([[Pinus pinea]]).
 
[[File:Pineta 2007.jpg|thumb|Pineta di Eracleamare]]Questi ultimi servivano a rinforzare i rialzi sabbiosi, preservandoli dall'[[erosione]] del vento e delle mareggiate.
 
=== Simboli ===
Ai sensi dell'articolo 6 dello Statuto Comunale<ref>[http://www.comune.eraclea.ve.it/public/atti_del_comune/STATUTO.pdf Statuto Comunale]</ref> i simboli del comune sono costituiti dal [[gonfalone]] e dallo [[stemma]] comunale concessi con decreto del presidentePresidente della Repubblica del 27 agosto 1955.<ref>{{cita web|titolo= Eraclea, decreto 1955-08-27 DPR, concessione di stemma e gonfalone |url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?3418 |sito=Archivio Centrale dello Stato |accesso= 15 maggio 2022 }}</ref> Vi sono simboleggiati l'antica città con la cinta di mura e la sede vescovile, oltre che il fiume Piave che lambisce il territorio. Entrambi i simboli sono conformi al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 marzo 1956. Il gonfalone è costituito da un drappo partito di azzurro e di giallo.
 
=== Onorificenze ===