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== Descrizione ==
{{Doppia immagine verticale|left|Palaeoloxodon-Species-Scale-Diagram-SVG-Steveoc86.svg|African-Elephant-Scale-Chart-SVG-Steveoc86.svg|215|Dimensioni delle diverse specie del [[Genere (tassonomia)|genere]] [[Estinzione|estinto]] ''[[Palaeoloxodon]]'' (sopra), e dell'[[Loxodonta africana|elefante africano di savana]] (''Loxodonta africana'') a confronto con un'uomo|}}
I proboscidati sono i più grandi animali che vivono sulla terra ferma. Possono raggiungere un'altezza di 4 m al garrese e peso fino ai 7500 kg. Per poter supportare tale peso, gli arti sono spostati sotto il corpo. La loro caratteristica peculiare è però la [[proboscide]], formata da naso e labbro superiore fusi assieme, che funge da organo di senso ed è utilizzata anche per funzioni relative all'alimentazione e alla vita sociale. Altra peculiarità sono i grandi padiglioni auricolari, riccamente vascolarizzati, che funzionano da radiatori ed eliminano l'eccesso di calore. La [[pelle]] è spessa e con scarsi peli, ma molto delicata, e necessita quindi molte cure come bagni di polvere, fango o acqua in modo da mantenerla morbida ed evitare i parassiti. La terza caratteristica sono le [[zanne]] (dette anche ''difese''), presenti solo nei maschi, che sono incisivi superiori allungati, a crescita continua; i molari sono forniti di caratteristiche serie di creste trasversali; allorché si usurano, vengono spinti anteriormente e sostituiti da nuovi molari più grandi e con più creste. Dopo i 60 anni, non si formano più nuovi denti per cui l'animale è destinato a morire di fame.
I proboscidati sperimentarono diverse tendenze evolutive, tra le quali la più comune è un aumento delle dimensioni, che portò alla nascita di diverse specie giganti alte fino a 5 metri.<ref name="Larramendi, A. 2015">{{cita pubblicazione|autore=Larramendi A |anno=2015 |titolo=Shoulder height, body mass and shape of proboscideans |rivista=Acta Palaeontologica Polonica |doi=10.4202/app.00136.2014 |doi-access=free}}</ref> Oggi i proboscidati sono i più grandi animali che vivono sulla terra ferma. Come con altri megaerbivori, compresi i [[Dinosauria|dinosauri]] [[Sauropoda|sauropodi]], le grandi dimensioni dei proboscidati, probabilmente, si svilupparono per consentire loro di sopravvivere su una vegetazione con basso valore nutritivo.<ref>{{cita libro|autore=Carpenter, K. |titolo=Paleontology and Geology of the Upper Jurassic Morrison Formation |editore=New Mexico Museum of Natural History and Science |anno=2006 |curatore=Foster, J.R. |serie=New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin |volume=36 |pp=131–138 |capitolo=Biggest of the big: a critical re-evaluation of the mega-sauropod ''Amphicoelias fragillimus'' Cope, 1878 |curatore2=Lucas, S.G.}}</ref> I loro arti si allungarono e divennero colonnari, mentre i piedi si accorciarono e divennero più larghi per meglio sostenere il loro peso.<ref name="evolution">{{cita pubblicazione|autore=Shoshani, J. |anno=1998 |titolo=Understanding proboscidean evolution: a formidable task |rivista=Trends in Ecology and Evolution |volume=13 |numero=12 |pp=480–87 |doi=10.1016/S0169-5347(98)01491-8 |pmid=21238404}}</ref> I piedi dei proboscidati erano originariamente [[Plantigradi|plantigradi]] sviluppando in seguito una postura [[Digitigradi|digitigrada]] sostenuta da dei cuscinetti e dall'[[Osso sesamoide|osso sesamoide]]. Questo cambiamento si sviluppò, probabilmente, attorno all'antenato comune tra [[Deinotheriidae]] ed [[Elephantiformes]].<ref>{{cita pubblicazione|autore1=Hutchinson, J. R. |autore2=Delmer, C. |autore3=Miller, C. E. |autore4=Hildebrandt, T. |autore5=Pitsillides, A. A. |autore6=Boyde, A. |anno=2011 |titolo=From flat foot to fat foot: structure, ontogeny, function, and evolution of elephant 'sixth toes' |url=https://researchonline.rvc.ac.uk/id/eprint/5612/1/5612.pdf |urlmorto=no |rivista=Science |volume=334 |numero=6063 |pp=1699–1703 |bibcode=2011Sci...334R1699H |doi=10.1126/science.1211437 |pmid=22194576 |s2cid=206536505 |archive-url=https://web.archive.org/web/20230321084756/https://rvc-repository.worktribe.com |archive-date=21 Marzo 2023 |accesso=3 Gennaio 2023}}</ref>
 
Il cranio si ingrandì considerevolmente, mentre il collo si accorciò per fornire un migliore supporto al peso del cranio. L'aumento delle dimensioni portò allo sviluppo e all'allungamento della proboscide, formata da naso e labbro superiore fusi assieme, che funge da organo di senso ed è utilizzata anche per funzioni relative all'alimentazione e alla vita sociale. Altra peculiarità sono i grandi [[Padiglione auricolare|padiglioni auricolari]], riccamente vascolarizzati, che funzionano da radiatori ed eliminano l'eccesso di calore. La [[pelle]] è spessa e con scarsi peli, ma molto delicata, e necessita quindi molte cure come bagni di polvere, fango o acqua in modo da mantenerla morbida ed evitare i parassiti. Il numero di premolari, incisivi e canini diminuì. I denti masticatori (molari e premolari) divennero più grandi e specializzati<ref name="evolution" /> Negli [[Elephantiformes]], a seconda della specie, gli [[Incisivo centrale superiore|incisivi centrali superiori]] e gli [[Incisivo centrale inferiore|incisivo centrali inferiore]] divennero [[Zanne|zanne]] (dette anche ''difese'') in continua crescita.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Ferretti |nome=Marco P. |data=Marzo 2008 |titolo=Enamel Structure of Cuvieronius hyodon (Proboscidea, Gomphotheriidae) with a Discussion on Enamel Evolution in Elephantoids |url=http://link.springer.com/10.1007/s10914-007-9057-3 |rivisto=Journal of Mammalian Evolution |lingua=en |volume=15 |numero=1 |pp=37–58 |doi=10.1007/s10914-007-9057-3 |s2cid=21216371 |issn=1064-7554}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Delmer |nome=Cyrille |data=Dicembre 2009|titolo=Reassessment of the Generic Attribution of Numidotherium savagei and the Homologies of Lower Incisors in Proboscideans |url=http://www.app.pan.pl/article/item/app20070036.html |rivista=Acta Palaeontologica Polonica |lingua=en |volume=54 |numero=4 |pp=561–580 |doi=10.4202/app.2007.0036 |s2cid=55095894 |issn=0567-7920|doi-access=free }}</ref> I denti molari cambiarono dall'essere sostituiti verticalmente, come negli altri mammiferi, all'essere sostituiti orizzontalmente nel clade [[Elephantimorpha]].<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Sanders |nome=William J. |data=17 Febbracio 2018 |titolo=Horizontal tooth displacement and premolar occurrence in elephants and other elephantiform proboscideans |url=https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/08912963.2017.1297436 |rivista=Historical Biology |lingua=en |volume=30 |numero=1–2 |pp=137–156 |doi=10.1080/08912963.2017.1297436 |s2cid=89904463 |issn=0891-2963}}</ref> Con l'usura, i vecchi denti vengono spinti anteriormente e sostituiti da nuovi molari più grandi e con più creste. Dopo i 60 anni, non si formano più nuovi denti per cui l'animale è destinato a morire di fame. Mentre i primi Elephantimorpha avevano generalmente mandibole lunghe con zanne ben sviluppate, dal tardo Miocene in poi, molti gruppi svilupparono in modo convergente mandibole più corte con zanne che eruttavano dalla mascella anziché dalla mandibola.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1=Mothé |nome1=Dimila |cognome2=Ferretti |nome2=Marco P. |cognome3=Avilla |nome3=Leonardo S. |data=12 Gennaio 2016 |titolo=The Dance of Tusks: Rediscovery of Lower Incisors in the Pan-American Proboscidean Cuvieronius hyodon Revises Incisor Evolution in Elephantimorpha |rivista=PLOS ONE |volume=11 |numero=1 |pp=e0147009 |bibcode=2016PLoSO..1147009M |doi=10.1371/journal.pone.0147009 |pmc=4710528 |pmid=26756209 |doi-access=free}}</ref> Gli elefantidi si distinguono dai primi proboscidati per un importante cambiamento nella morfologia dei molari verso lofi paralleli piuttosto che le cuspidi dei primi proboscideani, consentendo loro di diventare più coronati (ipsodonti) e più efficienti nel consumare erba.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Lister |nome=Adrian M. |data=26 Giugno 2013 |titolo=The role of behaviour in adaptive morphological evolution of African proboscideans |url=http://dx.doi.org/10.1038/nature12275 |rivista=Nature |volume=500 |numero=7462 |pp=331–334 |bibcode=2013Natur.500..331L |doi=10.1038/nature12275 |issn=0028-0836 |pmid=23803767 |s2cid=883007}}</ref>
 
=== Nanismo ===
{{vedi anche|Elefante nano}}
[[File:Cretanelephant-petermaas.jpg|thumb|right|Scheletro di un elefante nano di Creta, all'Emmen Zoo, Paesi Bassi]]
Diverse specie di proboscidati vivevano sulle isole e sperimentarono il [[Nanismo insulare|nanismo insulare]]. Ciò avvenne principalmente durante il Pleistocene, quando alcune popolazioni di elefanti furono isolate dalle fluttuazioni del livello del mare, sebbene gli elefanti nani esistessero già prima nel Pliocene. Questi elefanti, probabilmente, divennero più piccoli sulle isole a causa della mancanza di popolazioni di grandi predatori e risorse limitate. Al contrario, piccoli mammiferi, come i roditori, in queste condizioni svilupparono il [[Gigantismo insulare|gigantismo insulare]]. Diversi proboscidati nani sono stati scoperti in [[Indonesia]], nelle [[Channel Islands|Isole del Canale della California]] e in diverse isole del [[Mediterraneo]].<ref name=Sukumar31/>
 
Si ritiene che ''[[Stegoloxodon|Elephas celebensis]]'' di [[Sulawesi]] discenda da ''[[Elephas|Elephas planifrons]]''. La specie ''[[Palaeoloxodon falconeri|Elephas falconeri]]'' di [[Malta]] e della [[Sicilia]] era alto solo 1 metro e probabilmente si era evoluto dall'[[Palaeoloxodon antiquus|elefante dalle zanne dritte]] (''Palaeoloxodon antiquus''), che, probabilmente, era l'antenato anche degli elefanti nani di [[Cipro]]. Altri elefanti nani di incerta discendenza sono stati rinvenuti a [[Creta (Grecia)|Creta]], nelle [[Cicladi]] e nel [[Dodecaneso]], mentre è noto che in [[Sardegna]] vivessero dei mammut nani.<ref name=Sukumar31>Sukumar, pp. 31–33.</ref> Il [[Mammuthus columbi|mammut colombiano]] (''Mammuthus columbi'') colonizzò le [[Channel Islands|Isole del Canale]] e le popolazioni delle isole di evolvettero nel [[Mammuthus exilis|mammut pigmeo]] (''Mammuthus exilis''). Questa specie raggiungeva un'altezza di 1,2–1,8 metri e pesava 200–2.000 kg. Una popolazione di piccoli mammut lanosi sopravvisse sull'[[Isola di Wrangel|isola di Wrangel]] fino a 4.000 anni fa.<ref name=Sukumar31/> Dopo la loro scoperta nel 1993, furono considerati mammut nani.<ref name=Nature>{{cita pubblicazione| autore = Vartanyan, S. L., Garutt, V. E., Sher, A. V. | data = 1993 | titolo = Holocene dwarf mammoths from Wrangel Island in the Siberian Arctic | rivista = [[Nature (journal)|Nature]] | volume = 362 | pp = 337–40 | doi=10.1038/362337a0 | numero=6418| pmid = 29633990 | bibcode = 1993Natur.362..337V | s2cid = 4249191 }}</ref> Tuttavia, questa classificazione è stata rivalutata e dalla Seconda Conferenza Internazionale sui Mammut del 1999, e ora questi animali non sono più considerati veri "mammut nani", ma una popolazione rimasta isolata sull'isola a seguito della fine dell'era glaciale e che era caduta in una forte [[Inincrocio|depressione da consanguineità]].<ref>{{cita pubblicazione|autore=Tikhonov, A.; Agenbroad, L.; Vartanyan, S. |data=2003 |titolo=Comparative analysis of the mammoth populations on Wrangel Island and the Channel Islands |rivista=Deinsea |volume=9 |numero= |pp=415–20 |issn=0923-9308}}</ref>
 
== Tassonomia ==