C'è ancora domani: differenze tra le versioni

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Delia è moglie del violento Ivano e madre di tre figli tra cui la adolescente Marcella; tra un impegno domestico e l'altro fa da infermiera all'arcigno suocero Ottorino e sbriga saltuari impegni in vari negozi cittadini. La donna ha anche qualche alleato in questa vita così dura: Nino, un meccanico che le vuole bene; Marisa, un'amica spiritosa e ottimista; William, un soldato [[Afroamericani|afroamericano]] che vorrebbe darle una mano.
 
La vita di Delia viene felicemente sconvolta dal fidanzamento di Marcella con Giulio, il giovane rampollo di una famiglia benestante che deve la sua florida condizione economica al bar che gestisce; Ivano, in tale ottica, subodora piuttosto un piacevole tornaconto economico scaturito dalle possibili nozze tra i due. Dopo un pranzo coi consuoceri, Delia capisce immediatamente, però, che la figlia andrebbe incontro a un matrimonio simile aal quello della madresuo, in cui verrebbe regolarmente vessata e umiliata. Con l'aiuto di William fa dunque esplodere il locale del futuro genero cosicché i suoi genitori vedano interrompersi il loro benessere e se ne vadano dalla città. Marcella è disperata ma Delia sa di aver fatto la cosa giusta: ha deciso di reagire di fronte alla sua condizione di inferiorità grazie all'incoraggiamento profuso dall'arrivo, via posta, della sua prima tessera elettorale.
 
Il 2 giugno, quando arriva il momento di votare tra monarchia e repubblica e per eleggere l'Assemblea costituente, Delia vuole partecipare e cerca una scusa per sfuggire al marito-padrone ma l'improvvisa morte del suocero le complica la vita in quanto si vede riempirsi di parenti la casa. Ciò non le impedisce di recarsi alle urne il giorno successivo, la sua prima esperienza in merito come per molte altre donne d'Italia. Avendo perso in casa la tessera, rinvenuta prima da Ivano e poi da Marcella, si vede inseguita da entrambi: lui non riuscirà a fermarla dal far valere i propri diritti, lei le riconsegnerà in tempo il documento valido per esprimere il proprio voto.