Roberto Melli: differenze tra le versioni

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Nel 1915 insieme a Costantini, Fioresi, Oppo e Pizzirani costituisce il "Gruppo Moderno Italiano" e nel 1918 partecipa alla nascita della rivista e del movimento [["Valori Plastici"]].
Stringe amicizia con [[Giuseppe Capogrossi]] e Emanuele Cavalli, firma il "Manifesto del Primordialismo Plastico", ma dopo la mostra personale del 1936 la sua attività espositiva viene infattiinterrotta dalle [[leggi razziali fasciste]] che gli tolgono il diritto di partecipare a pubbliche esposizioni e a insegnare, contribuendo a sprofondarlo in una profonda crisi,. ilIl cui solounico sollievo rimane la vicinanza della moglie, "la fida Baba", come egli stesso amava chiamarla.
 
Il lavoro riprende dopo la guerra nel suo appartamento di tre stanze al [[Testaccio]], proprio di fronte al [[Mattatoio]]" dove ospiterà ogni settimana giovani un gruppo di giovani amici pittori come [[Renato Guttuso]], [[Enrico Accatino]], [[Fausto Pirandello]].
Dal 1945 insegnainizia infatti ad insegnare pittura all'[[Accademia di Belle Arti]] di Roma, e ritorna a esporre in alcune collettive e mostre personali.
E' oramai considerato uno dei maggiori esponenti de "La scuola romana" e nel 1950 viene finalmente invitato alla [[Biennale di Venezia]] del 1950, che gli dedicherà una personale.
 
Negli ultimi anni continua la sua attività parallela di artista e critico. Nel 1957 esce il suo volume di poesie [["Lunga favolosa notte"]], opera di grande spessore oggi troppo dimenticata.
Nell’anno della morte la [[Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea]] di Roma gli dedica una retrospettiva, curata da Nello Ponente e Palma Bucarelli.