Cesare Musatti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 36:
Nel 1927 Benussi si uccise con il [[cianuro]] a causa di una grave forma di [[disturbo bipolare]], lasciando tutto nelle mani di Musatti e di Silvia De Marchi, anch'essa assistente volontaria, che poi divenne sua moglie. Il suicidio di Benussi fu scoperto da Musatti, il quale però lo nascose per paura di ripercussioni negative sulla psicologia italiana in una situazione di fragilità e precarietà accademica, sottoposta a pressioni da parte sia del regime fascista, con le sue istanze gentiliane, che della Chiesa Cattolica. Negli [[anni 1980|anni ottanta]] Musatti rivelò che Benussi s'era suicidato, non era morto a causa di un malore.
 
Nel 1928 Musatti divenne direttore del Laboratorio di [[Psicologia]] dell'[[Università di Padova]]. Portò in Italia la ''Psicologia della Forma'' con importanti lavori di livello internazionale. Dopo aver diffuso in [[Italia]] la [[psicologia della Gestalt]], divenne il primo studioso italiano di [[psicoanalisi]]. Si era frattanto sposato per la prima volta con Albina Pozzato, sua compagna di studi originaria di [[Bassano del Grappa]], da cui nel 1929 ebbe un figlio, che tuttavia morì dopo due soli giorni di vita; la stessa Albina mancò prematuramente verso la fine di quell'anno. Tre anni dopo, nel 1932, si risposò con una collega del laboratorio di psicologia, Silvia De Marchi, che nel 1933 lo rese padre del primogenito Riccardo; anch'ella, tuttavia, morì prematuramente nel marzo 1936. Nel 1937 convolò in terze nozze con Carla Rapuzzi, giovane studentessa di Lettere originaria di [[Udine]], più giovane di lui di 17 anni: da questa unione, nel maggio 1938, nacque la seconda figlia, Elisa Caterina.
 
Studiando la psicologia della suggestione e dell'ipnosi, introdotta in Italia da [[Vittorio Benussi]], Musatti approdò alla [[storia della psicoanalisi|psicoanalisi]], sulla quale tenne il primo corso universitario italiano. Il corso si tenne presso l'[[Università di Padova]] nell'anno accademico 1933-34. Musatti divenne allora uno dei primi e più importanti rappresentanti italiani della psicoanalisi. Nell'Italia degli anni '30 le teorie di Freud non erano state accolte bene né dalle Università, né dalla [[Chiesa cattolica]], a causa dell'ideologia culturale [[Giovanni Gentile|gentiliana]] assunta dal [[fascismo]].
La [[Società psicoanalitica italiana]], fondata nel 1925, venne limitata anche dalle [[leggi razziali fasciste]] (1938), che colpirono i membri ebrei della Società.
[[Chi è ebreo?|Benché non fosse ebreo]] (poiché figlio di madre cattolica), Musatti fu allontanato dall'insegnamento universitario che svolgeva presso l'[[Università degli Studi di Urbino ]] e declassato ad insegnante di liceo.