Domenico Cotugno: differenze tra le versioni

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Biografia: Massoneria
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Nel [[1781]], quando [[Anton Mario Lorgna]] decise di ampliare l'[[Accademia dei XL]], fu incluso anche Cotugno. Originariamente non era compreso nel progetto e la scarsa presenza degli scienziati del [[Mezzogiorno (Italia)|Meridione]] era confermata dai primi scritti della società, tutti di autori di area centro-settentrionale. Ma [[Anton Mario Lorgna]] era convinto della necessità di coinvolgere scienziati di ogni parte del Paese, polemizzando con quanti volessero sceglierli esclusivamente nel [[Veneto]]. In questi anni Cotugno effettuò due viaggi importanti: il primo in Italia e il secondo tra [[Austria]] e [[Germania]], divenendo medico di corte al seguito di re [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV di Napoli]]. Mentre non si hanno notizie sul nuovo viaggio nella Penisola, ci sono numerosi documenti sul soggiorno tedesco. A Roma ebbe in cura [[nobili]], [[cardinale|cardinali]], frequentò uomini di cultura e ottenne una lunga udienza dal [[Papa]]<ref>''Ivi'', p.139</ref>. La sua fama toccò l'apice durante il viaggio a [[Vienna]]: fece parte del seguito reale a causa dell'improvvisa malattia di Giuseppe Vairo, medico di camera e suo amico. Ha lasciato egli stesso un resoconto del viaggio, l'''Iter Germanicum'', un'opera che denota il carattere pragmatico di Cotugno nell'interesse per l'[[agricoltura]] e per le sue connessioni con la [[medicina]]. La nomina di Cotugno a medico di camera ebbe vasta risonanza a Napoli, da dove gli arrivarono congratulazioni e richieste di raccomandazioni<ref>''Ivi'', pp. 146- 150</ref>. Nel [[1794]] si sposò con Ippolita Ruffo, vedova del duca Francesco di Bagnara, «un matrimonio che sembrava però rispondere più a esigenze sociali (il suo ingresso a Corte), che ad altre necessità»<ref>''Ivi'', p. 151.</ref>. Da qui la scelta di una donna appartenente a una delle più antiche e illustri famiglie napoletane. Cotugno era sempre rimasto in contatto con i suoi parenti di Ruvo di Puglia, ma l'arrivo della moglie ruppe questo equilibrio. Non bisogna meravigliarsi perciò se i rapporti tra lei e i parenti di Cotugno non fossero buoni e se alla morte dello scienziato si dovesse ricorrere al tribunale per l'eredità.
 
Massone<ref>Antonio Emanuele Piedimonte, ''Le 99 vie massoniche. La città dei fratelli: la storia della Massoneria meridionale nella toponomastica'', 2023. Come citato in {{cita web|url=https://napoli.corriere.it/notizie/cultura-e-tempo-libero/23_dicembre_19/le-99-vie-massoniche-di-napoli-il-nuovo-libro-di-piedimonte-esplora-i-segreti-iniziatici-della-citta-65cd85b1-5e12-40fa-9ede-d4777971cxlk_amp.shtml|titolo=«Le 99 vie massoniche di Napoli», il nuovo libro di Piedimonte esplora i segreti iniziatici della città|editore=Corriere della Sera|città=Napoli|data=19 dicembre 2023|urlarchivio=https://archive.vn/VdC0E|dataarchivio=20 dicembre 2023|urlmorto=no}}</ref>, Cotugno nei suoi numerosi viaggi aveva sempre manifestato interesse per ospedali, biblioteche e musei e si prefissò di allineare Napoli alle grandi città europee, ma i progetti intrapresi si interruppero dopo la [[Rivoluzione Napoletana (1799)|Rivoluzione del 1799]] per la mancanza di un vero e proprio piano di riforma dello [[Stato]]. Ciò che mancò fu la consapevolezza che la [[scienza]] avesse bisogno non di rari interventi ma di finanziamenti e riforme riguardanti ogni settore della vita pubblica. In particolare bisognava dare più spazio alle arti applicate, alla tecnica, più che alle scienze pure, per formare cittadini laboriosi nei vari campi della vita civile<ref>''Ivi'', p.173</ref>. A tale scopo venne fondato un Istituto a cui erano collegate tutte le società economiche delle province e del quale Cotugno divenne presidente fino al [[1808]], anno in cui fu nominato censore della classe di storia naturale.
A Napoli, dove diede inizio a misure [[profilassi|profilattiche]] contro la [[tubercolosi]], fu [[Preside|Decano]] della [[facoltà di medicina]], [[rettore (università)|rettore]] della medesima [[Università Federico II di Napoli|università partenopea]], introducendo l'esame di fisica e stabilendo l'incompatibilità tra la professione del [[medico]] e quella del [[farmacista]], e proto-medico generale del [[Regno delle Due Sicilie]], carica che consisteva nell'attribuire privilegi per l'esercizio della professione a medici, chirurghi e altri del settore. In particolare per poter effettuare meglio i controlli in tutto il Regno, il 16 dicembre [[1815]], periodo in cui era scoppiata una [[pestilenza]] in [[Puglia]], propose l'istituzione in ogni provincia di una Commissione dipendente dal Protomedicato generale. Nella sua attività Cotugno fu un sostenitore non solo della professionalità di coloro che operavano in campo sanitario, ma anche della loro correttezza. Infatti non a caso uno degli ultimi atti di Cotugno Protomedico fu un severo rimprovero a un tale Francesco Boccalino, dentista, che per procurarsi clienti aveva fatto ricorso persino a uno spettacolo di [[marionette]]<ref>''Ivi'', p. 193.</ref>. Nel [[1911|1811]] il ministro [[Giuseppe Zurlo]] approvò il ''Ricettario Farmaceutico napoletano'', un codice contenente la descrizione di rimedi semplici e composti e i prezzi dei vari medicamenti, al quale diede un apporto decisivo proprio Cotugno<ref>''Ivi'', p. 191.</ref>.