Gustáv Husák: differenze tra le versioni

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Presto però emersero rilevanti differenze tra gli animatori della [[primavera di Praga]], in particolare tra i fautori del "nuovo corso" (il segretario generale Alexander Dubček, il presidente del parlamento [[Josef Smrkovský]], Oldřich Černík, ecc.) e quanti invece erano su posizioni assai più conservatrici ([[Alois Indra]], [[Drahomír Kolder]], il segretario del partito slovacco [[Vasil Biľak]], ecc.). Husák divenne sin dall'inizio assai più cauto e guidò all'interno del partito slovacco la componente che chiedeva di privilegiare il federalismo al processo di democratizzazione, tanto che in luglio il [[Politburo]] del [[PCUS]] lo reputava già una valida alternativa a Dubček per ripristinare l'ordine nel paese. Tuttavia, non riuscendo a contattarlo, la scelta di [[Leonid Il'ič Brežnev|Brežnev]] cadde allora su Biľak, che in agosto avrebbe richiesto segretamente a Mosca l'intervento armato sovietico<ref>[[Andrea Graziosi]], L'URSS dal trionfo al degrado. Storia dell'Unione Sovietica. 1945-1991, Bologna, [[Società editrice il Mulino]], 2008, p. 353</ref>.
 
Successivamente, dopo l'[[invasione didella Praga]]Cecoslovacchia da parte delle truppe del [[Patto di Varsavia]], data l'impopolarità della fazione conservatrice guidata da Biľak, Husák tornò a essere il leader di riferimento dei sovietici nel tentativo di riportare sotto controllo la situazione nel paese. Pertanto già nell'agosto del 1968 divenne primo segretario (in seguito, dal [[1971]], segretario generale) del Partito Comunista della Slovacchia (succedendo a Dubček) mentre nell'aprile del [[1969]] cumulò questa carica con quella di segretario della KSČ. Nel [[1975]] Husák venne eletto presidente della Cecoslovacchia: durante i suoi quindici anni di ''leadership'' la Cecoslovacchia fu una delle più fedeli alleate dell'[[URSS]] e lui stesso ricevette nel [[1983]] il titolo di [[Eroe dell'Unione Sovietica]].
 
Negli anni immediatamente successivi all'invasione, egli riuscì a placare gli animi della popolazione civile contribuendo al miglioramento del loro tenore di vita. Meno repressivo rispetto ai suoi predecessori e a molti altri capi di Stato dell'est, Husák non si può tuttavia definire un liberale perché durante il suo mandato la polizia segreta STB continuò a operare scagliandosi contro l'iniziativa di dissenso denominata [[Charta 77]].