Gustáv Husák: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1987-0529-043, Berlin, Rotes Rathaus, Gustav Husak.jpg|thumb|left|Husák firma il libro d'oro degli ospiti nel municipio di [[Berlino]] (allora di [[Berlino Est]]) (29 maggio [[1987]])]]
Gustáv Husák nacque nell'allora [[Impero austro-ungarico]] in una famiglia molto povera (il padre infatti era disoccupato); entrò a far parte dell'Unione della Gioventù Comunista all'età di sedici anni, durante gli studi presso la scuola di grammatica a [[Bratislava]]. Nel [[1933]], l'anno in cui si iscrisse nella facoltà di [[giurisprudenza]] dell'[[Università Comenio di Bratislava]], divenne membro del [[Partito Comunista della Cecoslovacchia]] (KSČ), che fu vietato dal [[1938]] al [[1945]].
Durante la [[seconda guerra mondiale]] fu imprigionato dal governo [[clericofascismo|clericofascista]] di [[Jozef Tiso]] per attività sovversiva. Fu uno dei protagonisti dell'[[Insurrezione nazionale slovacca]] contro i [[nazismo|nazisti]]
Nel dopoguerra iniziò la carriera come funzionario del governo in [[Slovacchia]] e del partito in [[Cecoslovacchia]]. Dal [[1946]] al [[1950]] ricoprì nell'esecutivo slovacco un ruolo paragonabile a quello di primo ministro, e in questa veste ha fortemente contribuito alla liquidazione del [[Partito Democratico di Slovacchia]], che alle elezioni del [[1946]] aveva ottenuto il 62% dei voti impedendo temporaneamente ai comunisti di prendere il potere, e all'instaurazione di un regime comunista in seguito al [[colpo di stato cecoslovacco del 1948]].
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Presto però emersero rilevanti differenze tra gli animatori della [[primavera di Praga]], in particolare tra i fautori del "nuovo corso" (il segretario generale Alexander Dubček, il presidente del parlamento [[Josef Smrkovský]], Oldřich Černík, ecc.) e quanti invece erano su posizioni assai più conservatrici ([[Alois Indra]], [[Drahomír Kolder]], il segretario del partito slovacco [[Vasil Biľak]], ecc.). Husák divenne sin dall'inizio assai più cauto e guidò all'interno del partito slovacco la componente che chiedeva di privilegiare il federalismo al processo di democratizzazione, tanto che in luglio il [[Politburo]] del [[PCUS]] lo reputava già una valida alternativa a Dubček per ripristinare l'ordine nel paese. Tuttavia, non riuscendo a contattarlo, la scelta di [[Leonid Il'ič Brežnev|Brežnev]] cadde allora su Biľak, che in agosto avrebbe richiesto segretamente a Mosca l'intervento armato sovietico<ref>[[Andrea Graziosi]], L'URSS dal trionfo al degrado. Storia dell'Unione Sovietica. 1945-1991, Bologna, [[Società editrice il Mulino]], 2008, p. 353</ref>.
Successivamente, dopo l'[[Invasione della Cecoslovacchia da parte del Patto di Varsavia|invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia]], data l'impopolarità della fazione conservatrice guidata da Biľak, Husák tornò a essere il leader di riferimento dei sovietici nel tentativo di riportare sotto controllo la situazione nel paese. Pertanto già nell'agosto del 1968 divenne primo segretario (in seguito, dal [[1971]], segretario generale) del Partito Comunista della Slovacchia (succedendo a Dubček) mentre nell'aprile del [[1969]] cumulò questa carica con quella di segretario della KSČ. Nel [[1975]] Husák venne eletto presidente della Cecoslovacchia: durante i suoi quindici anni di ''leadership'' la Cecoslovacchia fu una delle più fedeli alleate dell'[[URSS]] e lui stesso ricevette nel [[1983]] il titolo di [[Eroe dell'Unione Sovietica]].
Negli anni immediatamente successivi all'invasione, egli riuscì a placare gli animi della popolazione civile contribuendo al miglioramento del loro tenore di vita. Meno repressivo rispetto ai suoi predecessori e a molti altri capi di Stato dell'est, Husák non si può tuttavia definire un liberale perché durante il suo mandato la polizia segreta STB continuò a operare scagliandosi contro l'iniziativa di dissenso denominata [[Charta 77]].
Nel [[1987]] si dimise dagli incarichi di partito lasciando il potere a [[Miloš Jakeš]] e [[Ladislav Adamec]], leader più giovani che stavano emergendo in quegli anni. Nel [[1989]], con la [[caduta del muro di Berlino]]
== Onorificenze ==
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