Synchronous Digital Hierarchy: differenze tra le versioni
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== La trama SDH ==
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A differenza della [[multiplazione]] PDH, che avviene intercalando tra loro i singoli [[bit]] dei segnali tributari (''bit interleaving''), la multiplazione SDH avviene intercalando tra loro i singoli [[byte]] dei segnali tributari (''byte interleaving''), organizzandoli secondo una struttura di trama ben precisa che nel suo modulo elementare (''Synchronous Transport Module'' di livello 1 o STM-1) viene tipicamente rappresentata sotto forma di una matrice di byte disposti su 9 righe x 270 colonne per un totale di 2430 byte.
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== Meccanismo di multiplazione e demultiplazione ==
=== STM-1 ===
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La multiplazione SDH si basa su tre operazioni fondamentali, che possono essere applicate anche in modo ricorsivo:
*la mappatura (''mapping'') del tributario all'interno del contenitore SDH
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La protezione di aggregato agisce a livello della Multiplex Section, ossia a livello dell'AUG-N, proteggendo quindi contemporaneamente tutti i tributari trasportati. Sono previsti schemi di protezione sia lineare che ad anello.
La protezione lineare MSP 1+1 (dove MSP sta per ''Multiplex Section Protection'') è di tipo unidirezionale (la commutazione avviene esclusivamente sul nodo ricevente) e quindi non richiede protocolli per la gestione dello scambio. Lato trasmettitore, il segnale viene duplicato su due sezioni differenti che arrivano allo stesso nodo ricevitore tramite percorsi di rete (circuiti) separati e distinti. Il nodo ricevitore seleziona, tra i due circuiti in ingresso, quello privo di errori o guasti (con uno dei due circuiti definito come preferenziale in caso entrambi i segnali siano privi di problemi).
Le protezioni lineari MSP 1:1, 1:n e m:n sono di tipo bidirezionale (la commutazione avviene in contemporanea sia sul nodo ricevente che su quello trasmittente) e necessitano di un protocollo di sincronizzazione, trasmesso usando due byte specifici dell'overhead di trama SDH chiamati K1 e K2. Nel momento in cui un lato del collegamento non riceve più nessun segnale avverte il sistema remoto del malfunzionamento e quindi i due capi del collegamento di comune accordo commutano entrambi sulla via di riserva, sincronizzandosi tramite il protocollo. In questi schemi non è necessario trasmettere il segnale in doppio, dato che sarà cura dei due nodi selezionare tramite protocollo il circuito su cui inviare il segnale. Questo consente di usare il circuito di riserva per trasmettere del traffico diverso a bassa priorità, che si accetta di poter perdere in caso di intervento della protezione.
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==Progressivo abbandono a favore di altre tecnologie di trasporto==
L'evoluzione delle reti di telecomunicazione, lo sviluppo di Internet, dei collegamenti diretti tra data center e del traffico streaming ha portato a un aumento progressivo del [[commutazione di pacchetto|traffico a pacchetti]] e alla conseguente diminuzione del traffico telefonico tradizionale sulle cui strutture si basa l'impianto dell'SDH, che presenta dei limiti di efficienza e di capacità di banda per quanto riguarda il trasporto diretti di traffico a pacchetti.<ref name=lw>{{cita pubblicazione|lingua=en|titolo=The changing role of SONET/SDH multiservice networks|autore=Vinay Rathore|rivista=Lightwave|data=1º agosto 2006}}</ref>. ITU-T ha definito per questo scopo il nuovo standard di trasmissione [[Optical Transport Network|OTN]], in gran parte ispirato ai principi dell'SDH ma caratterizzato da una maggior flessibilità per quanto riguarda i tipi di traffico trasportabili.<ref name=lw /> Inoltre l'evoluzione tecnologia dei componenti ottici e lo sviluppo della trasmissione [[Wavelength Division Multiplexing|WDM]] consentono anche la trasmissione diretta su fibra ottica di traffico a pacchetto ad alta capacità senza bisogno di strutture di trama intermedie ([[IPoDWDM]]). Questo ha portato i principali operatori telefonici ad abbandonare via via l'impiego dell'SDH a favore delle nuove tecnologie, più efficienti e più scalabili nel tempo.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Il decommissioning dei servizi e del control layer a supporto della network transformation|url=https://www.gruppotim.it/content/dam/telecomitalia/it/archivio/documenti/Innovazione/MnisitoNotiziario/2014/3-2014/capitolo-09/Il%20decommissioning%20dei%20servizi%20e%20del%20control%20layer.pdf|autore=Daniele Franceschini|autore2= Fabrizio Gagliardi|autore3=Alessandra Michelini|autore4=Maurizio Siviero|rivista=Notiziario Tecnico|
==Note==
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== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|url=http://www.itu.int|titolo=Sito ufficiale ITU (International Telecommunication Union)|lingua=en}}
{{portale|ingegneria|
[[Categoria:Ingegneria delle comunicazioni]]
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