Religione: differenze tra le versioni
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==== Roma antica ====
{{Vedi anche|Religione romana}}
[[File:Manicheans.jpg|left|thumb|upright=0.7|Monaci [[Manicheismo|manichei]] intenti a copiare testi sacri, con un'iscrizione in [[Lingua sogdiana|sogdiano]] (manoscritto da [[Khocho]], [[Bacino del Tarim]]). Il [[manicheismo]] fu una religione perseguitata, al pari di altre, nell'[[Impero romano]] in quanto contrastava con il ''[[mos maiorum]]''.]]
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==== Occidente cristiano ====
[[File:Francois Dubois 001.jpg|upright=0.7|thumb|''Massacre saint Barthelemy'' di [[François Dubois]] (1529–1584) conservato presso il Musée cantonal des Beaux-Arts di [[Losanna]]. A seguito dei massacri provocati dalle [[Guerre di religione]] i pensatori francesi del XVII secolo misero in dubbio la sovrapposizione delle nozioni di [[civiltà]] e religione fino a quel momento in vigore.]]
{{Vedi anche|Cristianesimo}}
[[File:Maurycy Gottlieb - Jews Praying in the Synagogue on Yom Kippur.jpg|left|upright=0.7|thumb|Ebrei in preghiera il giorno dello [[Yom Kippur]], opera di [[Maurycy Gottlieb]] (1856–1879). Nell'Occidente cristiano, l'[[Ebraismo]], come l'[[Islām]], verrà indicato come una religione solo a partire dal XVII secolo.]]
Le prime comunità cristiane non utilizzarono il termine ''religio'' per indicare le proprie credenze e pratiche religiose<ref>[[Michel Despland]]. ''Religione. Storia dell'idea in Occidente'', in ''Dictionnaire des Religions'' (a cura di [[Jacques Vidal]]). Parigi, Presses universitaires de France, 1984. In italiano: ''Dizionario delle religioni''. Milano, Mondadori, 2007, pagg. 1539 e segg.</ref>. Con il tempo, tuttavia, diffusamente a partire dal IV secolo, il Cristianesimo adottò tale termine nell'accezione indicata da [[Lattanzio]], individuandone l'unicità in quanto la "religione" era l'unica via di [[soteriologia|salvezza]] per l'uomo.
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=== Analisi filosofica ===
{{Vedi anche|scienze delle religioni}}
'''Natura problematica della definizione di "religione"'''[[File:Max Weber 1894.jpg|upright=0.7|left|thumb|[[Max Weber]] (1864-1920) sostenne che la definizione di "religione" si può declinare alla fine della ricerca su di essa.]]
[[File:2007.10.23. -Leszek Kolakowski Foto Mariusz Kubik.jpg|upright=0.7|thumb|[[Leszek Kołakowski]] (1927-2009) ha osservato che, come per altri ambiti umanistici, difficilmente si potrà addivenire ad una definizione condivisa del termine "religione".]]
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=== Enoteismo ===
"[[Enoteismo]]" (dal tedesco ''henotheismus'', a sua volta
Successivamente, l'indologo tedesco [[Friedrich Max Müller]] (1823-1900) utilizzò questo termine<ref>[[Friedrich Max Müller]]. ''Selected Essays on Language, Mythology and Religion'', vol. 2, Londra, 1881.</ref> per indicare una pratica propria del ''[[Ṛgveda]]'' consistente nell'isolare una [[deva|divinità]] rispetto alle altre durante le invocazioni rituali.
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=== Monoteismo ===
Il termine [[Monoteismo]] (neologismo greco,
[[André Lalande]] (1867-1963) ha così descritto, nel suo ''Vocabulaire technique et critique de la philosophie, revu par MM. les membres et correspondants de la Société française de philosophie et publié, avec leurs corrections et observations par André Lalande, membre de l'Institut, professeur à la Sorbonne, secrétaire général de la Société'' (2 volumi) Parigi, 1927, il termine "monoteismo":
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=== Panteismo ===
Il termine [[Panteismo]] (dall'inglese ''pantheism'' a sua volta
Oggi il termine "Panteismo" occorre come termine tecnico-descrittivo per individuare quei credi religiosi, o filosofico-religiosi, che individuano una divinità che abbraccia ogni cosa, ovvero Dio che compenetra ogni aspetto e luogo dell'universo rendendo così [[sacro]] ogni aspetto dell'esistente, anche quello naturale<ref>H. P. Owen. ''Concepts of Deity''. Londra, Macmillan, 1971.</ref>. Sono imparentati ad esso i termini di "panenteismo", termine coniato nel 1828 da Karl Krause per indicare una visione in cui Dio è sia immanente che trascendente. e di "monismo", genericamente ogni dottrina unitaria che presuppone un'unica sostanza, nella fattispecie la concezione di un unico Dio impersonale ed ozioso <ref>Maria Vittoria Cerutti, ''Storia delle religioni'', EDUCatt: 2. 4</ref>.
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Il termine "politeismo" è attestato nelle lingue moderne per la prima volta nella lingua francese (''polythéisme'') a partire dal [[XVI secolo]]<ref>[[Paolo Scarpi]], ''Politeismo'' in ''Dizionario delle religioni'', Torino, Einaudi, 1993, p. 573.</ref>. Il termine ''polythéisme'' fu coniato dal giurista e filosofo francese [[Jean Bodin]], e quindi utilizzato per la prima volta nel suo ''De la démonomanie des sorciers'' (Parigi, 1580), per poi finire nei dizionari come il ''Dictionnaire universel françois et latin'' (Nancy 1740), il ''Dictionnaire philosophique'' di Voltaire (Londra 1764) e, l{{'}}''Encyclopédie'' di D'Alembert e Diredot (seconda metà del XVIII secolo), la cui voce ''polytheisme'' è curata dallo stesso Voltaire. Utilizzato in ambito teologico in opposizione a quello di "[[monoteismo]]"; entra nella lingua italiana nel [[XVIII secolo]]<ref>Alberto Nocentini, ''L'Etimologico'', Firenze, Le Monnier, 2010 edizione elettronica</ref>.
Il termine ''polythéisme'', quindi "politeismo", è formato da termini derivati
Tale termine indica quelle religioni che ammettono l'esistenza di più dèi a cui destinare i [[culto|culti]]. Non vi rientra pertanto il [[Dualismo]], che nella versione classica del Manicheismo vede il mondo retto da due principi opposti in lotta tra loro, il Male e il Bene, quest'ultimo destinato a trionfare alla fine dei giorni. Il termine Dualismo viene inoltre esteso ad eresie quali gli Gnostici e i Catari, che nell'esaltare la figura del male distinguono nettamente tra spirito e materia, ma trattandosi di Cristiani, per quanto borderline, vanno inclusi tra i Monoteisti.
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== Note ==
;Annotazioni
<references/>▼
<references group="nb"/>
;Fonti
▲<references/>
== Bibliografia ==
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