Strade statali in Italia: differenze tra le versioni

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citati i RRDD del 1884 e del 1911 elencanti le strade nazionali
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== Storia ==
{{Vedi anche|Azienda autonoma statale della strada|Strade statali dell'Africa Orientale Italiana}}Sin dalle riforme seguite alla nascita del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], lo Stato si fece carico della realizzazione e della manutenzione di una rete primaria di strade per i collegamenti tra le principali città; nel [[1865]] la [[Legge 20 marzo 1865, n. 2248|legge Lanza]] introdusse la classificazione delle strade tra nazionali, provinciali e comunali (cfr. Allegato F, art.10)<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=M. Moraglio|anno=2004|mese=giugno|titolo=Le politiche viarie in Italia da fine Ottocento al regime fascista|rivista=Studi storici|volume=45|numero=2|pp=555-580|url=https://www.jstor.org/stable/20567255}}</ref>. Nei decenni successivi lo Stato investì significativamente nella realizzazione di strade, in particolare nel Sud, ma queste strade vennero crescentemente delegate alle province, provocando paradossalmente una riduzione dell'estensione della rete di strade nazionali, a fronte di un forte aumento delle [[Classificazioni delle strade in Italia|strade provinciali]]<ref>Un elenco di strade provinciali e di 90 strade nazionali è reperibile nella{{cita testo|titolo=Relazione sulla viabilità ordinaria|anno=1905|url=https://books.google.it/books?id=w8ICYAdSijsC&pg=PA53}}</ref>. Inoltre, la rete stradale era considerata complementare a quella ferroviaria, su cui viaggiava il traffico a lunga percorrenza, al punto che per lungo tempo vi fu il divieto di classificare come nazionali le strade su percorsi già serviti dalla ferrovia.
Nel 1884 il Regio Decreto n. 2197<ref>{{cita testo|url=https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.regio:1884-03-23;2197@originale}}</ref> elenca le 90 strade nazionali del Regno.
 
Nei decenni successivi lo Stato investì significativamente nella realizzazione di strade, in particolare nel Sud, ma queste strade vennero progressivamente delegate alle province, provocando paradossalmente una riduzione dell'estensione della rete di strade nazionali a fronte di un forte aumento delle [[Classificazioni delle strade in Italia|strade provinciali]]<ref>Un elenco di strade provinciali e delle 90 strade nazionali è reperibile nella{{cita testo|titolo=RELAZIONE SULLA VIABILITA' ORDINARIA al 30 Giugno 1904|url=https://books.google.it/books?id=w8ICYAdSijsC&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false}}</ref>. Inoltre, la rete stradale era considerata complementare a quella ferroviaria, su cui viaggiava il traffico a lunga percorrenza, al punto che per lungo tempo vi fu il divieto di classificare come nazionali le strade su percorsi già serviti dalla ferrovia.
L'avvento dell'automobile, che richiedeva la disponibilità di strade veloci e ben pavimentate, cambiò la situazione, e nel primo dopoguerra si decise di rimettere mano alla questione. Si fronteggiarono due teorie contrapposte, legate ai desideri di espansione di enti pubblici tra di loro concorrenti: le Province premevano per ricevere in gestione anche tutte le residue strade statali, mentre il [[Genio civile]], che allora accentrava la gestione dei lavori pubblici, proponeva un reinvestimento in una rete di strade di diretta gestione statale<ref name=":0" />.
 
L'avvenuta estensione della rete stradale rese necessario nel 1911 un aggiornamento dell'elenco redatto quasi 30 anni prima, formalizzato con il Regio Decreto n. 221<ref>{{cita testo|url=https://www.normattiva.it/atto/caricaDettaglioAtto?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1911-04-25&atto.codiceRedazionale=011U0221&tipoDettaglio=originario&qId=&classica=true}}</ref> che comprende 84 strade nazionali.
Un primo passo fu compiuto con il [[s:R.D._15_novembre_1923,_n._2506_-_Norme_per_la_classifica_e_la_manutenzione_delle_strade_pubbliche|Regio Decreto n. 2056 del 15 novembre 1923]], che riordinò la classificazione delle strade e istituì 118 ''strade nazionali'', associando a ognuna un numero progressivo, un percorso di massima e (talvolta) un nome. L'[[:Categoria:Strade nazionali nel Regno d'Italia|elenco delle 118 strade]] cominciava dalla [[Strada nazionale 1 Padana Superiore|strada nazionale 1 Padana superiore]] e terminava con la [[strada nazionale 118]] in Sardegna. Cadde anche il divieto di sovrapposizione con i percorsi ferroviari, dando il via alla progressiva sostituzione dei trasporti ferroviari con quelli stradali.
L'avvento dell'automobile, che richiedeva la disponibilità di strade veloci e ben pavimentate, cambiò la situazione, e nel primo dopoguerra si decise di rimettere mano alla questione. Si fronteggiarono due teorie contrapposte, legate ai desideri di espansione di enti pubblici tra di loro concorrenti: le Province premevano per ricevere in gestione anche tutte le residue strade statalinazionali, mentre il [[Genio civile]], che allora accentrava la gestione dei lavori pubblici, proponeva un reinvestimento in una rete di strade di diretta gestione statale<ref name=":0" />.
 
Un primo passo fu compiuto con il [[s:R.D._15_novembre_1923,_n._2506_-_Norme_per_la_classifica_e_la_manutenzione_delle_strade_pubbliche|Regio Decreto n. 2056 del 15 novembre 1923]], che riordinò ulteriormente la classificazione delle strade e istituì 118 ''strade nazionali'', associando a ognuna un numero progressivo, un percorso di massima e (talvolta) un nome. L'[[:Categoria:Strade nazionali nel Regno d'Italia|elenco delle 118 strade]] cominciava dalla [[Strada nazionale 1 Padana Superiore|strada nazionale 1 Padana superiore]] e terminava con la [[strada nazionale 118]] in Sardegna. Cadde anche il divieto di sovrapposizione con i percorsi ferroviari, dando il via alla progressiva sostituzione dei trasporti ferroviari con quelli stradali.
 
La riforma del [[1923]] non risolveva tuttavia la questione delle competenze, e di fatto non fu attuata. Il crescente accentramento di potere del regime fascista portò comunque alla definitiva affermazione del modello di gestione centralista<ref name=":0" />, che culminò nel [[1928]] con la fondazione dell'[[Azienda autonoma statale della strada|Azienda Autonoma Statale della Strada (AASS)]] ([[:s:L. 17 maggio 1928, n. 1094 - Istituzione dell'Azienda autonoma statale della strada|legge 17 maggio 1928, n. 1094]], [[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana|G.U.]] n. 127 del 31/05/1928), che poi dal [[1946]] si trasformerà in [[ANAS]].