Pompaggio ottico: differenze tra le versioni

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}}</ref>.
 
Con quest’ultimo metodo, inoltre, si ottiene una dissimetria spaziale (ad esempio se la popolazione dello stato con m<sub>F</sub>=+1 è diversa da quello con m<sub>F</sub>=−1) e si ha una [[orientazione]] preferenziale degli atomi del sistema; si possono allora studiare vari meccanismi di diffusione, collisione e scambio di spin<ref>{{Cita pubblicazione
|titolo = Analisi dei metodi ottici per lo studio del rilassamento di spin di un metallo alcalino per urto contro gas estranei
|autore = P. Violino
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== Storia ==
La prima idea di utilizzare il pompaggio ottico per ottenere popolazioni non boltzmanniane fu di [[Alfred Kastler]] nel 1950. Il suo interesse era rivolto alla possibilità di studiare le piccole separazioni fra livelli atomici e molecolari mediante [[irraggiamento]] a radiofrequenza anziché con tecniche di spettroscopia ottica, e per questo ottenne il premio Nobel nel 1966<ref>{{Cita web|url=https://www.nobelprize.org/prizes/physics/1966/summary/|titolo=The Nobel Prize in Physics 1966|accesso=4 aprile 2021}}</ref>. Le idee di Kastler furono poi sviluppate in molti Paesi, compresa l’Italial’[[Italia]] grazie soprattutto ad [[Adriano Gozzini]] e collaboratori.
 
Nel 1951 il russo Valentin A. Fabrikant (che fin dal 1939 aveva suggerito di utilizzare l'emissione stimolata per amplificare [[onde corte]]) propose l’uso del pompaggio ottico per ottenere l’inversione di popolazione e realizzare un [[amplificatore ottico]] (non ancora un oscillatore, come il futuro laser). Dopo che [[Charles Hard Townes]] ed altri realizzarono il primo maser nella regione delle [[microonde]] (1954) diversi gruppi cercarono di ottenere un risultato analogo nella regione ottica, e il primo laser (impulsato) fu realizzato da [[Theodore Harold Maiman]] nel 1960 con lo schema a 3 livelli descritto prima e un’opportuna [[cavità ottica]]<ref>{{Cita pubblicazione