In Flames: differenze tra le versioni
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L'ascesa della band rischiò di bloccarsi proprio quando, appena terminate le registrazioni di [[Whoracle]], Ljungström e Larsson decisero di abbandonare. Al basso fu chiamato Peter Iwers, mentre alla chitarra subentrò Niklas Engelin. Quest'ultimo però abbandonò il gruppo poco dopo per concentrarsi sui [[Gardenian]], altra sua band. A questo punto [[Björn Gelotte]] passò dalla batteria alla chitarra e [[Daniel Svensson]] venne assunto come nuovo batterista. Questo fu il punto di maggiore svolta degli In Flames.
Il 31 maggio [[1999]] venne pubblicato ''[[Colony (album)|Colony]]'', definitiva squadratura heavy metal degli In Flames, che fu lodato per la melodia unita alla grande potenza, oltre che per il growl di Fridén che molti considerano divenuto ormai ottimo, ma che ricevette anche critiche per l'impronta poco innovativa e troppo impastata che portò ''Colony'' ad essere definito un album di transizione non riuscito completamente; rimane comunque l'album più redditizio del gruppo che consentì ai cinque di imbarcarsi in un tour mondiale di grande successo, comprendente anche gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Dopo solo un anno uscì [[Clayman]], album sempre fondato sul metal classico ma che sperimentò alcune soluzioni melodiche, generalmente più atmosferiche, che resero più varie le canzoni; elogi e critiche furono gli stessi del precedente album, ma a causa della maggiore orecchiabilità venne ignorato dai fan più intransigenti della band. L'album è stato molto importante per lo sviluppo del [[melodeath]] scandinavo e influenzerà molte giovani band del genere, [[Nightrage]] su tutte.
[[File:In Flames Rockharz 2018 04.jpg|thumb|left|Björn Gelotte e Anders Fridén al Rockharz Open Air 2018]]
Il [[2001]] vide l'uscita del live-album [[The Tokyo Showdown]], registrato durante il concerto tenutosi a Tokyo il 16 novembre 2000, che concluse la parte di carriera in cui probabilmente la band riuscì ad ottenere i responsi più positivi. [[Reroute to Remain]] del [[2002]] rappresentò, infatti, una svolta verso sonorità “americane”, ricche di [[groove]] e contaminate dalla scena metal alternativa americana, svolta che fece storcere il naso agli ammiratori del gruppo, detrattori di questo nuovo genere; in molti casi vennero accusati di essersi venduti al [[nu-metal]], ma da questo genere differivano molto per la proposta musicale e per le maggiori sperimentazioni. Erano presenti alcuni motivi più duri ispirati dal [[metalcore]], che divennero maggiormente evidenti in seguito. La band rimase ancora legata alla melodia, ma il cambio di attitudine fu ben evidente, e i fan di vecchia data rimasero delusi. I critici più obbiettivi sottolinearono invece l'enorme potenziale dell'album che non sempre veniva sfruttato appieno, analizzando scrupolosamente pregi e difetti della nuova linea e trovando i punti connettori fra le diverse scene musicali, la svedese e l'americana. Il 27 dicembre [[2004]] durante un concerto ad [[Hammersmith]], [[Londra]], gli In Flames hanno suonato la reinterpretazione dei [[Pantera (gruppo musicale)|Pantera]] ''[[Fucking Hostile]]'' dedicandola alle vittime dello Tsunami e al chitarrista [[Dimebag Darrell]], ucciso pochi giorni prima.
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