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* '''[[Diffusività atmosferica]]''': '''bassa''', Ibimet CNR 2002
==Origini del nome==
Due studiosi di Pistoia che sono andati e vanno per la maggiore, ingannati dal nome della città "QUARRATA", pur non essendo nè linguisti, tanto meno archeologi e topografi antichisti, ad orecchio e senza nessuna base linguistica hanno decretatoipotizzato che Quarrata prenda il nome da un QUADRATA''Quadrata'' di età romana ad indicare un insediamento coloniale o una [[mansio]], ossia posto tappa, di sosta lungo una strada romana, basandosi anche su una presunta bonifica del terreno e successiva centuriazione del territorio, inesistente e quindi tutta da dimostrare.
Il Rauty , ingegnere edile, dilettante in campo storico, archeologico e linguistico, lascia intendere che il nome Quarrata derivi da un insediamento a pianta quadrata dovuto alla centuriazione del territorio, successiva ad una presunta bonifica del territorio. ▼
Per loro l'orecchio e la fantasia aggiunti ai sogni autoreferenti, sono documenti scientifici inequivocabili e credono che ciò che pensano sia vangelo consacrato.
Dai documenti geologici, toponomastici, medievali e moderni fino a tutta la metà del 1800 si apprende che la pianura non era piatta come oggi, ma composta da avvallamenti allagati come dimotsrano i toponimi, Padule, MalpèassoMalpasso, Palude e Lame, cioè acquitrini e quindi tantocosì impraticabile che nel 1200 spinse i Pistoiesi ad intraprendere una prima bonifica, descritta proprio in un'ottima pubblicazione dall'ing. Rauty, deviando i torrenti Brana, Bure e Stella, che sfociavano nell'Ombrone quasi tutti nello stesso punto allagando, ad ogni piena, la pianura. Dal canto suo nel 1600 il Dondori nel suo libro "''Della Pietà di Pistoia "'' scrive testualmente che la pianura era sempre inondata ad ogni piena e le acque non potevano defluire a causa di un dosso che si trovava nei pressi di Poggio a Caiano, e per questo motivo i Pistoiesi erano costretti a coltivare il poco grano in collina. ▼
Ma visto che fra i miei attestati universitari ci sono, oltre che archeologo topografo antichista e medievista, anche storico della lingua con in più anche un diploma universitario di "perfezionamento in tecnica e metodi della ricerca storica, vediamo su basi scientifiche e documentarie di smentire quelle baggianate scritte sulle origini di Quarrata iniziando dal Rauty.
Quindi cade l' affermaszioneaffermazione del Rauty di una centuriazione del territorio dopo una bonifica fatta dai Romani. ▼
▲ Il Rauty, ingegnere edile, dilettante in campo storico, archeologico e linguistico, lascia intendere che il nome Quarrata derivi da un insediamento a pianta quadrata dovuto alla centuriazione del territorio, successiva ad una presunta bonifica del territorio.
Altro fatto che smentisce il Rauty è la mancanza quasi assoluta di toponomastica fondiaria romana (cioè nome di località che hanno il suffisso in ''-ano/-ana '') che si trova abbondante sulla dorsale sud dell'Appennino e nord del Montalbano, come Iano ( ARIA-NUS''Arianus''), Sarturnana ( ''Saturnus ''), Mumigliana ( ''Momilius ''), Tobbiana ( ''Tobius '') Arcigliano ( ''Arcilius '') e sulla dorsale nord del Montalbano o,: Buriano ( ovius''Bovius''), Lucciana ( ''Lucius ''), Vinacciano ( ''Vinicius '') ecc. ▼
▲Dai documenti geologici, toponomastici, medievali e moderni fino a tutta la metà del 1800 si apprende che la pianura non era piatta come oggi, ma composta da avvallamenti allagati come dimotsrano i toponimi, Padule, Malpèasso, Palude e Lame, cioè acquitrini e quindi tanto impraticabile che nel 1200 spinse i Pistoiesi ad intraprendere una prima bonifica, descritta proprio in un'ottima pubblicazione dall'ing. Rauty, deviando i torrenti Brana, Bure e Stella, che sfociavano nell'Ombrone quasi tutti nello stesso punto allagando, ad ogni piena, la pianura. Dal canto suo nel 1600 il Dondori nel suo libro "Della Pietà di Pistoia" scrive testualmente che la pianura era sempre inondata ad ogni piena e le acque non potevano defluire a causa di un dosso che si trovava nei pressi di Poggio a Caiano, e per questo motivo i Pistoiesi erano costretti a coltivare il poco grano in collina.
Abbiamo è vero tre toponimi di origine fondiaria nella pianura e sono Chiazzano, Badia a Pacciana, e Masiano, ma la pianura, comrcome detto sopra aveva avvallamenti e dossi e questi tre insediuamentiinsediamenti agrari erano su dossi in mezzo alla Pianura tant'è vero che nella località che aveva il nome Pacciana, proprietà di un Pacius, c'è sorta nel medioMedio evoEvo una Badiabadia e le Badiebadie venivano fondate in prossimità di territori da bonificare, come, a PistoaPistoia, la Badiabadia di S. Michele in Pelago di Forcole, cioè, dove c'è un acquitrino in vicinanza di un bivio, e la Badiabadia di S. Bartolomeo in Pantano. ▼
▲Quindi cade l'affermaszione del Rauty di una centuriazione del territorio dopo una bonifica fatta dai Romani.
▲Altro fatto che smentisce il Rauty è la mancanza quasi assoluta di toponomastica fondiaria romana (cioè nome di località che hanno il suffisso in -ano/-ana) che si trova abbondante sulla dorsale sud dell'Appennino e nord del Montalbano, come Iano (ARIA-NUS), Sarturnana (Saturnus), Mumigliana (Momilius), Tobbiana (Tobius) Arcigliano (Arcilius) e sulla dorsale nord del Montalbano o, Buriano ( ovius), Lucciana (Lucius), Vinacciano (Vinicius) ecc.
▲Abbiamo è vero tre toponimi di origine fondiaria nella pianura e sono Chiazzano, Badia a Pacciana, e Masiano, ma la pianura, comr detto sopra aveva avvallamenti e dossi e questi tre insediuamenti agrari erano su dossi in mezzo alla Pianura tant'è vero che nella località che aveva il nome Pacciana, proprietà di un Pacius, c'è sorta nel medio evo una Badia e le Badie venivano fondate in prossimità di territori da bonificare, come, a Pistoa, la Badia di S. Michele in Pelago di Forcole, cioè, dove c'è un acquitrino in vicinanza di un bivio, e la Badia di S. Bartolomeo in Pantano.
Comunque le mappe precedenti al 1980 non segnalano nessuna traccia di centurie quadrate come si vede per esempio a Firenze, Lucca, Modena, Bologna ecc.
Inoltre le città a pianta quadrata erano colonie fondate dai Romani e né Pistoia, né Quarrata sono iscritte nel ''liber coloniarum'' del I sec. d. C. Quindi l'assegnazione dei poderi a coloni romani nel Pistoiese avvenne ''ad viritim'', cioè aper singola assegnazione perché il territorio era un territorio ''arcifinum qui nulla mensura continetur'', cioè un territorio fuori del confini centuriati che non era racchiuso in alcuna misurazione.
Riguardo all'origine del nome la Gai, storica dell'arte, sancisceritiene che QUARRATAQuarrata derivaderivi dalla pianta ortogonale (quadrata) di una mansio romana portando a riprova la via di Montalbano che va dritta da Quarrata ad Agliana passando dagli Olmi dicendoaffetmando che è il cardo (strada che per i romani andava da sud a nord) della via romana che partiva dalla presunta mansio romana quadrata. ▼
E veniamo al nome.
Peccato per lei cheMa quella strada sia statavenne costruita ''ex novo , DICO EX NOVO'', come risulta dai documenti dell'Ufficio tecnico del comune di Quarrata, nel 1934 e che prima, come si vede nelle mappe precedenti a quella data, non eistevaesisteva nessun tracciato viario in quella direzione. ▼
▲la Gai, storica dell'arte, sancisce che QUARRATA deriva dalla pianta ortogonale (quadrata) di una mansio romana portando a riprova la via di Montalbano che va dritta da Quarrata ad Agliana passando dagli Olmi dicendo che è il cardo (strada che per i romani andava da sud a nord) della via romana che partiva dalla presunta mansio romana quadrata.
Non c'è quindi evidenza di una presenza romana.
▲Peccato per lei che quella strada sia stata costruita ex novo, DICO EX NOVO, come risulta dai documenti dell'Ufficio tecnico del comune di Quarrata, nel 1934 e che prima, come si vede nelle mappe precedenti a quella data, non eisteva nessun tracciato viario in quella direzione.
Perciò la prova regina della presenza romana non esiste e la Gai ha detto una cosa falsa.
Aggiungo che per decifrare, o meglio, interpretare un toponimo che è un nome dato da un uomo ad un territorio, si deve essere esperti di linguistica, conoscere le trasformazioni fonologche, fontetiche, morfologiche, della lingua nel loro sviluppo cronologico nel passaggio dal Latino all'Italiano con tutte le sue varianti del vernacolo locale dovute alla prossimità di altri vernacoli e la loro interazione dovuta a rapporti siciali, economici, rituali fra loro.
Il questo caso, proprio nel vernacolo pistoiese, che però è tipico di tuue le lingue, si ha un fenomeno che si chiama ipercorrettismo. Parlando una volta con la gente della perifieria di Pistoia si sentiva dire CATTRO E CATTRINI invece di QUATTRO E QUATTRINI. Analogamente a Lucca si sente dire MIGHELE E OGA invece di MICHELE E OCA. ▼
Il popolino, modifica sì la fonetica delle parone, ma inconsciamente sente di sbagliare e quindi, quando si trova di fronte a parole che, in questo caso, interessano il suono velare sordo K o sonoro G di altre parole tende a correggerle inserendo l'Uvulare QU- nella parola CARRATA che diventa QUARRATA o K nella lucchesia che sostituisce la velare sorda K alla velare sonora G in grano che diventa Crano. ▼
Quindi il nome antico di QUARRATA era CARRATA e diventa C- dinventa QU_ a correggere CATTRINI per Quattrin. ▼
Questo fenomeno nel Pistoiese è molto diffuso e lo troviamo anche in altro Toponimo sopra le Grazie di Saturnana, che fino al 1960 era detto e scritto CAROGGIO ed ora QUAROGGIO ed il torrentello agli OLMI che fino al 1970 era detto FOSSO CATRELLI ed ora FOSSO QUADRELLI. ▼
La riprova del passaggio da Carrata a Quadrata sta nella radice della pasrola Carrata cioè Car che signica SASSO come Carrara, Carasco edanche Caroggio, E a Quarrata fino a poco tempo fa c'èerano cave di pietra arenaria. ▼
Questi sono documenti inequivocabili che smentiscono quei due studiosi che, per presunzione, hanno avuto la pretesa di pontificare in una meteria che appena sanmo malamente orecchiare.
▲Il questo caso, proprio nel vernacolo pistoiese, che però è tipico di tuuetutte le lingue, si ha un fenomeno che si chiama [[ipercorrettismo ]]. Parlando una volta con la gente della perifieriaperiferia di Pistoia si sentiva dire CATTRO''cattro'' Ee CATTRINI''cattrini'' invece di QUATTRO"quattro" Ee QUATTRINI"quattrini". Analogamente a Lucca si sente dire MIGHELE''Mighele'' Ee OGA''oga'' invece di MICHELE"Michele" Ee OCA"oca".
▲Il popolino, modifica sì la fonetica delle parone, ma inconsciamente sente di sbagliare e quindi, quando si trova di fronte a parole che, in questo caso, interessano il suono velare sordo K o sonoro G di altre parole tende a correggerle inserendo l' Uvulare[[Consonante|uvulare]] QU''qu- '' nella parola CARRATA''Carrata'' che diventa QUARRATA "Quarrata" o K nella lucchesia che sostituisce la velare sorda K alla velare sonora G in grano che diventa Crano.
▲Quindi il nome antico di QUARRATAQuarrata era CARRATACarrata e diventa C- dinventadiventa QU_ a correggere CATTRINICattrini per Quattrin.
▲Questo fenomeno nel Pistoiese è molto diffuso e lo troviamo anche in altro Toponimotoponimo sopra le Grazie di Saturnana, che fino al 1960 era detto e scritto CAROGGIOCaroggio ed ora QUAROGGIOQuaroggio ed il torrentello agli OLMIOlmi che fino al 1970 era detto FOSSOFosso CATRELLICatrelli ed ora FOSSOFosso QUADRELLIQuadrelli.
▲La riprova del passaggio da Carrata a Quadrata sta nella radice della pasrolaparola Carrata cioè ''Car '' che signicasignifica SASSO"sasso" come Carrara, Carasco edancheed anche Caroggio, E a Quarrata fino a poco tempo fa c' èeranoerano cave di pietra arenaria.
Questi sono documenti inequivocabili che smentiscono i due autori.
Nella sua esposizione descrizione fantasiosa del territorio del comune di Quarrata, oltreRauty alle amenità scritte sul periodo romano, si lascia andare anche a interpretazione pazzesca assegnandoassegna il toponimo Galigana, località posta nelle vicinanze di Quarrata ricordata in un documento del 1172 , ad una voce longobarda ''wargang '' che significa "straniero " e che lui, per estensione, lola riferisce a insediamenti o presidi di truppe federate; quindi secondo lui Galigana derivaderiverebbe da ''wargang '' attraverso la forma italianizzata ''gariganda ''. ▼
A quanto detto in precedenza dei due personaggi: Rauty e Gai, sulle origini di Quarrata e sulla loro incompetenza nelle discipline storiche, archeologiche e linguistiche che li portano ad elargire scempiaggini storiche invece che documenti scientifici voglio aggiungere altre due perle di orecchiamento linguistico e di affermazioni errate.
▲Nella sua esposizione descrizione fantasiosa del territorio del comune di Quarrata, oltre alle amenità scritte sul periodo romano, si lascia andare anche a interpretazione pazzesca assegnando il toponimo Galigana, località posta nelle vicinanze di Quarrata ricordata in un documento del 1172 , ad una voce longobarda wargang che significa straniero e che lui, per estensione, lo riferisce a insediamenti o presidi di truppe federate; quindi secondo lui Galigana deriva da wargang attraverso la forma italianizzata gariganda.
Ecco, perciò, create le condizioni documentarie per affermare che a Vignole esistevano nuclei abitati da Longobardi.
ÈIn evidente l’artificiosità di questa ricostruzione all’occhio di un esperto in materia dal momento cherealtà Galigana altro non è che l’esitol'esito italiano della parola latina ''Caligaria'', col significato di "luogo abitato da calzolai o di proprietà di calzolai" intesi come corporazione di calzolai. Nei documenti medievali fino alla prima metà del 1500 il calzolaio era ancora chiamato, come in età romana , caligario dal latino ''caligarius'' ossia colui che fabbrica le calighe (scarpe indossate dai legionari) ed in Pistoia esistono numerose famiglie che portano il cognome Galigani o Galligani, ed altrove Caligaris che indicano la discendenza della famiglia dal mestiere del capostipite.
La derivazione di Galigana dal latino Caligaria è molto semplice. Nel passare dal Latinolatino all’Italianoall'italiano la lingua ha subito mutazioni fonetiche notevoli al punto che a volte ha reso le parole quasi irriconoscibili dalla loro matrice latina, altre volte con mutazioni semplici, come nel caso di questa parola. Qui si è avuta una parziale lenizione dell’occlusiva velare sorda (Kk-) in occlusiva velare sonora (Gg-), fenomeno caratteristico dell’area settentrionale che si è diffuso verso sud tramite l’assel'asse commerciale rappresentato dalla via Francigena, ed uno scambio liquida-vibrante/palato- nasale (-R- > -N-) fenomeno normale nel parlare familiare, quello cioè che ha determinato la trasformazione della lingua latina in lingua italiana. Quindi da Caligaria si è passati prima a Galigaria e poi a Galigana.
Allo stesso modo la Gai è talmente presa dalla sua presunzuione saccente in campi archeologico e linguistico che interpreta il toponimo PODERE COLUMELLA che si trova fra Tizzana e Buriano come podere di proprietà dell'agronomo romano Lucio Junio Moderato Columella che era Spagnolo e abitava nell'allora Spagna Betica, oggi Andalusia, e che certo si è benguardato ali venire proprio a Pistoia a costruire, e che dimostra almeno la sua superficialita oltre a preuenzione saccente, è che ha frequentato il Liceo Classico a Pistoia e quindi dovrebbe avere dimestichezza con il Latino. Sarebbe bastata un'occhiata al vocabolario latino (non si può tenere a mente tutte le parole latine) per leggere che COLUMELLA è il diminutivo di colonna e che era così nominato il cippo funebre a forma di busto umano che si poneva sulla tomba a cremazione.
Quindi c'erano certo i Romani, ma insomma è troppo chiedere un po' di modestia a questa gente esperta in altre materie (arti minori per la Gai; l'edilizia per l'ingegnere Rauty) invece di propalare stupidaggini storiche, archeologiche e linguistica ai cittadini desiderosi di conoscere la vera storia?
dott. prof. Giancarlo Jori, docente archeologo - topografo antichista, storico della lingua, medievista e anche, scusate l'immodestia, con diploma universitario di perfezionamento in problemi e metodi della ricerca storica.
Per le note e bibliografia si rimanda alla pubblicazione VIGNOLE, Brevi note per la lettura storica del territorio, Pistoia 2009 scritto da Giancarlo Jori.
Allo stesso modo la Gai interpreta il toponimo Podere Columella, che si trova fra Tizzana e Buriano, come podere di proprietà dell'agronomo romano Lucio Junio Moderato Columella che era spagnolo e abitava nell'allora Spagna Betica, oggi Andalusia, e che certo si è ben guardato da venire proprio a Pistoia a costruire. Columella è invece il diminutivo di colonna e che era così nominato il cippo funebre a forma di busto umano che si poneva sulla tomba a cremazione.<ref>Giancarlo Jori, docente archeologo - topografo antichista, storico della lingua, medievista. Per le note e bibliografia si rimanda alla pubblicazione ''Vignole, brevi note per la lettura storica del territorio'', Pistoia, 2009.</ref>
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