Assedio di Capua (211 a.C.): differenze tra le versioni
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====Resa di Capua====
E sebbene Capua non fosse risultata assediata con minor energia, malgrado l'assenza di Flacco, la città si stupì quando, al ritorno del comandante romano, non fece ritorno anche Annibale. Da questo fatto i Campani compresero di essere stati abbandonati dal condottiero cartaginese. A tutto ciò si aggiunse un editto del proconsole, nel quale si diceva che ogni cittadino campano che si fosse arreso ai Romani entro un determinato giorno, non sarebbe stato punito. Tuttavia non vi fu alcuna diserzione, più per paura dei Romani che per fedeltà ad Annibale. I Campani ritenevano, infatti, che la loro colpa di aver abbandonato Roma
Intanto i nobili avevano abbandonato l'amministrazione pubblica. Neppure nel Foro cittadino o in altro luogo pubblico, si poteva incontrare alcuno dei principali cittadini. Essi se ne stavano rinchiusi nelle proprie abitazioni ad attendere il giorno del crollo della patria. L'amministrazione era rimasta nelle mani dei capi del presidio cartaginese, Bostare ed Annone, i quali scrissero una lettera ad Annibale, nella quale con tono aspro condannavano il suo comportamento, per aver consegnato ai Romani, non solo Capua, ma anche la guarnigione cartaginese, esponendola ad ogni sorta di tortura.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 12.7-11}}.</ref>
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