==Contesto storico==
InLa Sicilia l’esistenzapresenza degli [[Storia della Sicilia ebraica|ebrei in Sicilia]] è documentata almeno dal [[VI secolo]], grazie ada una lettera di [[Papa Gregorio I|papa Gregorio Magno]]. La loro presenza era molto rilevante, tanto che si calcola che circa 80.000 persone di religione ebraica vivessero nell'isola prima della loro [[Espulsione degli ebrei dalla Sicilia|espulsione nel 1492]], nel 1492. Gli ebrei erano soggetti ad alcune [[Legge|leggi]] restrittive: dovevano pagare una tassa personale che, nell'età di Virdimura, si chiamava ''gizia,'' ed erano obbligati ad indossare dei segni distintivi, come la ''rotella'' per gli uomini e la ''rondella'' per le donne. Essi erano dotatiDisponevano di propri [[Ospedale|ospedali]], [[Macelleria|macellerie]] e [[Cimitero|cimiteri]], solitamente ubicati fuori dalle mura cittadine, come a voler sottolineare il fatto che non poteva esserci mescolanza con la popolazione cristiana, anche se in alcuni quartieri si registrava la [[Rapporti tra cristianesimo ed ebraismo|convivenza tra ebrei e cristiani]].<ref>Domenico Ventura, ''[https://www.yumpu.com/it/document/view/26020005/medici-ebrei-a-catania-catania-per-te Medici Ebrei a Catania]''. In: M. Alberghino, ''Medici e medicina a Catania dal Quattrocento ai primi del Novecento.'' Maimone Editore, Catania 2001. p. 1.</ref> Gli ebrei mostravano grande interesse per la scienza e, per poter essere riconosciuto il loro diritto alla [[laurea]], si sono dovuti imporre. Essere [[Università nel Medioevo|dottore nel medioevo]] comprendeva la ''Facultas legendi,''<ref>Vittore Colorni, ''Gli ebrei nel sistema del diritto comune'', Giuffrè, Milano 1956 (II ed. 1969), p. 89.</ref> ovvero il [[diritto]] che consentiva di insegnare;, che, tuttavia, agli ebrei questo diritto era negato. Nel [[1446]] Beniamino Romano di Siracusa, fece sì che il sovrano [[Giovanni II d'Aragona|Giovanni d'Aragona]] concedesse lo ''Studium'' generale, con cui agli ebrei veniva conferito il titolo accademico in medicina e [[giurisprudenza]]. È così che venne riconosciuta la laurea anche ai Giudei. Nonostante ciò, permanevano comunque differenze di trattamento tra le comunità cristiane ed ebraiche: gli ebrei dovevano pagare delle tasse universitarie più alte rispetto ai cristiani; i medici cristiani indossavano un distintivo d'oro che agli ebrei era impedito.
Ai Giudei era anche vietato curare i cristiani come previsto dalla Costituzione Siciliana del [[1310]]:
{{citazione|Ut nullus iudeus audeat medendi artem exercere in cristianum vel medicinam ei dare vel conficere|Costituzioni di Federigo II (III) relative a' Giudei<ref>[[Bartolomeo Lagumina]], Giuseppe Lagumina, ''[[iarchive:codicediplomati00lagugoog/page/n18/mode/2up|Codice diplomatico dei Giudei di Sicilia]]'', Tip. Di M. Amenta, Palermo, 1884, vol. 2 p. 28.</ref>}}
In caso di disobbedienza, la pena era differentediversa tra l'ebreo e il cristiano: il primo era costretto ada un anno di reclusione e poteva cibarsi solamente con pane ed acqua, mentre per il secondo la pena era ridotta a soli tre mesi. Nel [[1450]], dopo il pagamento di un'enorme somma di denaro (10.000 [[Fiorino|fiorini]] ossia 5.000 [[Scudo (moneta)|scudi]]), pagata al [[Sovrani di Napoli|re]] [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]], agli ebrei fu concessa la grazia sebbene fossero trasgressori della legge e, tra le altre cose, fu concesso loro di curare tanto gli israeliti che i cristiani.<ref>[[Giuseppe Pitrè]], ''Medici, chirurghi, barbieri e speziali antichi in Sicilia, secoli XIII-XVIII, A. Reber, Palermo, 1910, p. 72.''</ref> La dottoressa Virdimura visse in un periodo in cui non era per niente facile, soprattutto per le donne, affermarsi come medico, un periodo caratterizzato dalla crescente medicalizzazione della società e da un certo interesse ai temi della medicina scientifica. I medici ebrei iniziarono ad assumere sempre maggiore importanza. Virdimura non fu il solo medico ebreo a diventare famoso; molti altri la seguirono, tanto che tutti i [[Sovrano|sovrani]], ricchi e notabili si rivolgevano a medici ebrei per farsi curare.
Il caso della dottoressa Virdimura fu un chiaro esempio di costituzione delle [[Dinastia|dinastie]] familiari di medici dove la presenza di donne divenne un fatto quasi naturale, rappresentando probabilmente uno spiraglio di luce, un esempio significativo, ma purtroppo isolato che, superando i pregiudizi religiosi e le differenze basate sulla distinzione di sesso, riconosceva il ruolo della donna nella società e in particolare del popolo ebraico in un contesto [[Società multietnica|sociale multietnico]], quello siciliano.<ref name=":1" /> Grazie a Virdimura, la città di Catania si fregia di annoverare tra i suoi storici cittadini la prima donna medico legalmente autorizzata a praticare la medicina nell'isola.
|