Totò: differenze tra le versioni
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{{citazione|Tengo molto al mio titolo nobiliare perché è una cosa che appartiene soltanto a me. A pensarci bene il mio vero titolo nobiliare è Totò. Con l'Altezza imperiale non ci ho fatto nemmeno un uovo al tegamino. Mentre con Totò ci mangio dall'età di vent'anni. Mi spiego?|Totò<ref name="Totò Uomini O Caporali" />}}
Nel 1933, in cambio della concessione di un vitalizio,<ref name="Prt">{{cita web|url=http://www.antoniodecurtis.com/grimaldi.htm|titolo=UN’ECLATANTE PRETESA AL TRONO DI BISANZIO:IL CASO DE CURTIS|accesso=13 luglio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://lastoriaviva.it/toto-comunque-principe/|titolo=Totò, comunque Principe|accesso=13 luglio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://digilander.libero.it/solorisateonline/Toto/Toto%20Biografia%202.htm|titolo=Totò, principe della risata|accesso=13 luglio 2021}}</ref> Totò ottenne di essere adottato da un anziano nobiluomo napoletano (lontano parente della nonna materna dell'attore<ref>{{Google books|up8mBeSO_HQC|Totò|pagina=32|autore=Orio Caldiron |anno=2001|editore=Gremese Editore}}</ref>), il marchese Francesco Maria Gagliardi Focas di [[Tertiveri]]<ref name="Vita Di Totò" /><ref name="totò.com infanzia" /><ref name="Totò enciclopedia cinema" /><ref>{{Cita web|url=https://www.associazioneantoniodecurtisinartetoto.com/toto/biografia-ufficiale-toto|titolo=Biografia Ufficiale di Antonio De Curtis in arte Totò|accesso=8 ottobre 2021|sito=associazioneantoniodecurtisinartetoto.com}}</ref> (il [[Decreto ministeriale|D.M.]] di riconoscimento dell'adozione giunse il 6 maggio 1941). Avendo pertanto acquisito dal marchese i cognomi di Gagliardi e di Focas,<ref>{{cita|Bispuri, 2000|p. 126}}.</ref> da quel momento l'attore intraprese con determinazione lunghe ricerche genealogiche, sostenuto da studiosi e araldisti. Spicca tra questi il
Alla conclusione di un lungo iter giudiziario, il 18 luglio 1945 e il 7 agosto 1946 la IV sezione del Tribunale di Napoli emanò sentenze che gli riconobbero diversi titoli gentilizi - [[Principe]], [[Conte palatino]], [[Nobile (titolo)|Nobile]], trattamento di [[Altezza imperiale]] - registrati a p. 42 del vol. 28 del [[Libro d'oro della nobiltà italiana]] tenuto presso l'archivio della [[Consulta araldica]]. Poco dopo, però, con la [[Nascita della Repubblica Italiana|nascita della Repubblica]] e l'entrata in vigore della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]], la XIV [[Disposizioni transitorie e finali della Costituzione della Repubblica Italiana|disposizione transitoria e finale]] stabiliva che nel nuovo ordinamento ''"I titoli nobiliari non sono riconosciuti. I [[Predicato nobiliare|predicati]] di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922 valgono come parte del nome''”. La neonata repubblica, così, negava ogni valore legale a tutti i titoli nobiliari esistenti, ma al contempo li tutelava esclusivamente come parte del cognome degli interessati.<ref>{{Cita web|url=https://tototruffa2002.it/homepage/vita-e-l-arte-di-toto-approfondimenti/toto-e-la-nobilta-la-casta-e-casta-e-va-si-rispettata.html|titolo=Totò e la nobiltà|autore=Daniele Palmesi e Federico Clemente|sito=tototruffa2002.it|lingua=it-it|accesso=2023-02-06}}</ref>
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