Alberico Biadene: differenze tra le versioni

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=== La reclusione ===
[[File:Coniugi Biadene.jpg|thumb|upright=0.8|I coniugi Biadene a Venezia il 29 aprile 1971]]
Scontò la pena irrogata dalla mattina del 1º maggio 1971, tre giorni dopo che il procuratore generale della Corte d'appello dell'Aquila aveva spiccato ordine di cattura nei suoi riguardi, nel carcere della sua città, [[Carcere di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]] a Venezia, dove si era costituito presentandosi al direttore accompagnato dall'avvocato Brass, divenendo un detenuto modello, alloggiato in una confortevole cella con un detenuto che gli faceva da domestico.<ref>{{cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0137_01_1971_0099_0022_4578485/|titolo=Vajont: un mandato di cattura per due imputati della tragedia|data=1º maggio 1971|accesso=24 febbraio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,8/articleid,0137_02_1971_0098_0008_4783508/|titolo=Responsabile del Vajont in carcere per due anni|data=3 maggio 1971|accesso=8 marzo 2024}}</ref> Riceveva ogni giorno visite della moglie e viveri dall'Enel-Sade, contrariamente agli altri detenuti che godevano di tali diritti una volta a settimana.<ref>{{cita web|url=https://www.stefanolorenzetto.it/pagine/interviste/Galli%20Luciano.pdf|titolo=C'è un progetto per rimettere l'acqua nella diga del Vajont|data=8 aprile 2007|accesso=14 ottobre 2019}}</ref><ref name=lalotta>{{cita web|url=http://www.lalottacontinua.it/giornale-archivio/LC1_1972_05_21.pdf|titolo=La lotta continua|data=21 maggio 1972|accesso=14 ottobre 2019}}</ref> L'altro detenuto di lusso, Attilio Marzollo, godeva di analoghi privilegi.<ref name=lalotta/>
 
Tranne un breve periodo, dall'8 gennaio a fine marzo 1973, ricoverato nella [[Urologia|divisione urologica]] dell'ospedale civile dei Santi Giovanni e Paolo per un delicato intervento chirurgico, in quanto da tempo sofferente alla [[prostata]], rimase sempre nell'istituto di pena veneziano.<ref name=stampa>{{cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,13/articleid,1506_02_1973_0102_0013_21208152/|titolo=Scarcerato l'ing. Biadane condannato per il Vajont|data=2 maggio 1973|accesso=22 febbraio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,1505_02_1973_0067_0001_21202577/|titolo=Condannato per il Vajont scarcerato il 1º maggio|data=20 marzo 1973|accesso=22 febbraio 2021}}</ref> Il [[Ministero della giustizia|ministero di grazia e giustizia]] gli aveva chiesto di fare il consulente tecnico per un progetto di ammodernamento del carcere e lui lavorava in tale senso come volontario nell'infermeria, sistemando la biblioteca, l'impianto di riscaldamento e quello elettrico in tutto il vecchio edificio. Il 17 maggio 1972 presentò domanda di [[Grazia (diritto)|grazia]] al [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente]] [[Giovanni Leone]], che era stato il capo degli avvocati Enel-Sade al processo sostenendo l'imprevedibilità del disastro.<ref name=lalotta/><ref>{{cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0143_01_1972_0116_0010_4675975/|titolo=Ha chiesto la "grazia" l'ingegnere del Vajont|data=18 maggio 1972|accesso=22 febbraio 2021}}</ref>