Elasmosaurus platyurus: differenze tra le versioni

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== Classificazione e specie ==
[[File:Vertebrae of Elasmosaurus and Cimoliosaurus.jpg|thumb|Vertebre cervicali e dorsali di ''[[Cimoliasaurus magnus|Cimoliasaurus]]'' (sopra) e di ''Elasmosaurus'', illustrazione di Cope, 1869]]
Sebbene Cope avesse originariamente riconosciuto ''Elasmosaurus'' come un [[Plesiosauria|plesiosauro]], in un articolo del 1869 lo collocò, insieme a ''[[Cimoliasaurus magnus|Cimoliasaurus]]'' e ''[[Crymocetus]]'', in un nuovo ordine di [[rettili]] [[Sauropterygia|sauropterigi]] che nominò Streptosauria, o "lucertole invertite", per via dell'orientamento delle loro vertebre, che risultavano invertite rispetto a quanto osservato in altri vertebrati.<ref name="Page">{{cita pubblicazione|cognome1=Storrs|nome1=G. W.|titolo=''Elasmosaurus platyurus'' and a page from the Cope-Marsh war|url=https://www.researchgate.net/publication/236201644|rivista=Discovery|data=1984|volume=17|numero=2|pp=25–27}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|cognome = Cope | nome = E. D. | titolo = On the reptilian orders, Pythonomorpha and Streptosauria | rivista = Proceedings of the Boston Society of Natural History | volume = 12 | pp = 250–266 | anno = 1869 | url = http://oceansofkansas.com/cope1869a.html | accesso = 23 Novembrenovembre 2017 | archive-url urlarchivio= https://web.archive.org/web/20150115042557/http://oceansofkansas.com/Cope1869a.html }}</ref> Questa classificazione era data dall'errore di Cope, in cui aveva posizionato il cranio dell'animale alla fine della coda anziché del lungo collo, pertanto l'intera colonna vertebrale dell'animale risultava "al rovescio". Successivamente, Cope abbandonò questa idea nella sua descrizione di ''Elasmosaurus'' del 1869 , dove dichiarò di averla basata sull'errata interpretazione di ''Cimoliasaurus'' di Leidy. In questo articolo, ha anche nominato la nuova [[Famiglia (tassonomia)|famiglia]] [[Elasmosauridae]], contenente ''Elasmosaurus'' e ''Cimoliasaurus'', senza commenti. All'interno di questa famiglia, considerava il primo caratterizzato da un collo più lungo con vertebre compresse, e il secondo da un collo più corto con vertebre quadrate e depresse.<ref name="Synopsis"/>
[[File:The Snake-necked Elasmosaurus.jpg|thumb|Ricostruzione obsoleta di due individui con il collo serpentino arricciato, di [[Charles R. Knight]] (1897)]]
Negli anni successivi, gli Elasmosauridae divennero uno dei tre gruppi in cui furono classificati i plesiosauri; gli altri erano i [[Pliosauridae]] e i [[Plesiosauridae]] (a volte fusi in un unico gruppo).<ref name="okeefe2001">{{cita libro| nome1 = F.R. | cognome1 = O'Keefe | titolo = A Cladistic Analysis and Taxonomic Revision of the Plesiosauria (Reptilia: Sauropterygia) | editore = Acta Zoologica Fennica | volume = 213 | pp = 1–63 | data = 2001 | url = http://mds.marshall.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1051&context=bio_sciences_faculty | accesso = 26 Novembrenovembre 2017 }}</ref> [[Charles William Andrews ]] elaborò le differenze tra elasmosauridi e pliosauridi nel 1910 e nel 1913. Caratterizzò gli elasmosauridi con i loro colli lunghi e teste piccole, nonché con le loro scapole rigide e ben sviluppate (ma clavicole e interclavicole atrofizzate o assenti) per locomozione guidata dagli arti anteriori. I pliosauridi erano invece caratterizzati da colli corti e teste grandi e massicce ed avevano locomozione guidata dagli arti posteriori.<ref name="andrews1910">{{cita libro | cognome1 = Andrews | nome1 = C.W. | titolo = A Descriptive Catalogue of the Marine Reptiles of the Oxford Clay | data = 1910 | editore = British Museum (Natural History) | città = Londra | capitolo-url urlcapitolo= https://archive.org/details/descriptivecatal01brit | capitolo = Introduction | pp =v–xvii}}</ref><ref name="andrews1913">{{cita libro | cognome1 = Andrews | nome1 = C.W. | titolo = A Descriptive Catalogue of the Marine Reptiles of the Oxford Clay | data = 1913 | editore = British Museum (Natural History) | città = Londra | capitolo-url urlcapitolo= https://archive.org/details/descriptivecatal02brit | capitolo = Introduction | pp =v–xvi}}</ref> Sebbene la collocazione di ''Elasmosaurus'' tra gli Elasmosauridae rimase incontrovertibile, le opinioni sui rapporti familiari divennero variabili nei decenni successivi. Williston creò una tassonomia rivista dei plesiosauri nel 1925.<ref name="williston1925">{{cita libro| cognome1 = Williston | nome1 = S.W. | curatore1-cognome = Gregory | curatore1-nome = W.K. | titolo = The Osteology of the Reptiles | data = 1925 | città = Cambridge | editore = Harvard University Press | capitolo = The Subclass Synaptosauria | pp = 246–252 | isbn = 9780353315594 | capitolo-url urlcapitolo= https://archive.org/details/osteologyofrepti00will}}</ref>
 
Nel 1940, Theodore White pubblicò un'ipotesi sulle interrelazioni tra le diverse famiglie di plesiosauri. Considerava gli Elasmosauridae i più vicini ai Pliosauridae, notando i loro coracoidi relativamente stretti e la loro mancanza di interclavicole o clavicole. La sua diagnosi degli Elasmosauridae notò anche la moderata lunghezza del cranio (cioè un cranio mesocefalico); le costole del collo hanno una o due teste; la scapola e la coracoide si contattano sulla linea mediana; l'angolo esterno posteriore smussato della coracoide; e la coppia di aperture (fenestrae) nel complesso scapola-coracoideo è separata da una barra ossea più stretta rispetto ai pliosauridi. La variabilità citata nel numero di teste sulle costole del collo deriva dalla sua inclusione di ''[[Simolestes]]'' tra gli Elasmosauridae, poiché le caratteristiche "sia del cranio che del cingolo scapolare si confrontano più favorevolmente con ''Elasmosaurus'' che con ''[[Pliosaurus]]'' o ''[[Peloneustes philarchus|Peloneustes]]''". White considerava addirittura ''Simolestes'' come un possibile antenato di ''Elasmosaurus''.<ref name="white1940">{{cita pubblicazione| nome1 = T.E. | cognome1 = White | data = 1940 | rivista = Journal of Paleontology | titolo = Holotype of ''Plesiosaurus longirostris'' Blake and Classification of the Plesiosaurs | volume = 14 | numero = 5 | pp = 451–467 }}</ref> Oskar Kuhn adottò una classificazione simile nel 1961.<ref name="persson1963"/>
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Welles contestò la classificazione di White nella sua revisione dei plesiosauri del 1943, sottolineando che le caratteristiche di White sono influenzate sia dalla conservazione che dall'[[ontogenesi]]. Welles divise i plesiosauri in due [[Superfamiglia (tassonomia)|superfamiglie]], i [[Plesiosauroidea]] e i [[Pliosauroidea]], in base alla lunghezza del collo, alle dimensioni della testa, alla lunghezza dell'ischio e alla snellezza dell'omero e del femore (propodialia). Ogni superfamiglia era ulteriormente suddivisa in base al numero di teste sulle costole e alle proporzioni dell'epipodialia. Pertanto, gli elasmosauridi avevano colli lunghi, teste piccole, ischi corti, propodialia tozza, costole a testa singola ed epipodialia corta.<ref name="welles1943"/> Pierre de Saint-Seine nel 1955 e [[Alfred Sherwood Romer|Alfred Romer]] nel 1956 adottarono entrambi la classificazione di Welles.<ref name="persson1963"/> Nel 1962, Welles suddivise ulteriormente gli elasmosauridi in base al fatto che possedessero barre pelviche formate dalla fusione degli ischi, con ''Elasmosaurus'' e ''[[Brancasaurus brancai|Brancasaurus]]'' uniti nella [[sottofamiglia]] [[Elasmosauridae|Elasmosaurinae]] dalla condivisione di barre pelviche completamente chiuse.<ref name="welles1962"/>
 
L'analisi filogenetica dei plesiosauri di Carpenter del 1997 ha sfidato la tradizionale suddivisione dei plesiosauri in base alla lunghezza del collo. Mentre i [[Polycotylidae|polycotylidi]] facevano precedentemente parte dei Pliosauroidea, Carpenter spostò i polycotylidi rendendoli il [[Gruppo gemello (cladistica)|gruppo gemello]] degli elasmosauridi sulla base di somiglianze, implicando così che polycotylidi e pliosauroidi avessero evoluto i loro colli corti in modo [[Evoluzione convergente|indipendente]].<ref name="carpenter1997"/> Anche il contenuto di Elasmosauridae ricevette un maggiore controllo. Sin dalla sua assegnazione iniziale agli Elasmosauridae, le relazioni di ''[[Brancasaurus brancai|Brancasaurus]]'' erano considerate ben supportate, e una posizione elasmosauride fu recuperata dall'analisi di O'Keefe, del 2004,<ref name="okeefe2004">{{cita pubblicazione|nome1 = F.R. |cognome1 = O'Keefe | titolo = Preliminary description and phylogenetic position of a new plesiosaur (Reptilia: Sauropterygia) from the Toarcian of Holzmaden, Germany | rivista = Journal of Paleontology | volume = 78 | numero = 5 | pp = 973–988 | doi = 10.1666/0022-3360(2004)078<0973:PDAPPO>2.0.CO;2 | anno = 2004 | url = http://doc.rero.ch/record/14995/files/PAL_E2146.pdf }}</ref> e dall'analisi di Franziska Großmann, del 2007.<ref name="grossman2007">{{cita pubblicazione| nome1 = F. | cognome1 = Großman | titolo = The taxonomic and phylogenetic position of the Plesiosauroidea from the Lower Jurassic Posidonia Shale of south-west Germany | rivista = Palaeontology | volume = 50 | numero = 3 | data = 2007 | doi = 10.1111/j.1475-4983.2007.00654.x | pp = 545–564 }}</ref> Tuttavia, l'analisi di Ketchum e Benson lo ha invece incluso in [[Leptocleidia]]<ref name="ketchum2010">{{cita pubblicazione| cognome1= Ketchum | nome1 = H.F. | cognome2 = Benson | nome2 = R.B.J. | anno=2010 |titolo = Global interrelationships of Plesiosauria (Reptilia, Sauropterygia) and the pivotal role of taxon sampling in determining the outcome of phylogenetic analyses | rivista = Biological Reviews | volume = 85 | numero = 2 | pp = 361–392 }}</ref>, e la sua inclusione in quel gruppo è rimasta coerente nelle analisi filogenetiche successive.<ref name="benson2013">{{cita pubblicazione| cognome1 = Benson | nome1 = R.B.J. | cognome2 = Ketchum | nome2 = H.F. | cognome3 = Naish | nome3 = D. | cognome4 = Turner | nome4 = L.E. | titolo = A new leptocleidid (Sauropterygia, Plesiosauria) from the Vectis Formation (Early Barremian–early Aptian; Early Cretaceous) of the Isle of Wight and the evolution of Leptocleididae, a controversial clade | rivista = Journal of Systematic Palaeontology | volume = 11 | numero = 2 | data = 2013 | doi = 10.1080/14772019.2011.634444 | pp = 233–250}}</ref><ref name="benson2014">{{cita pubblicazione | cognome1 = Benson | nome1 = R.B.J. | cognome2 = Druckenmiller | nome2 = P.S. | titolo = Faunal turnover of marine tetrapods during the Jurassic–Cretaceous transition | volume = 89 | numero = 1 | rivista = Biological Reviews | pp = 1–23 | data = 2014 }}</ref><ref name="otero2016"/> La loro analisi spostò anche ''[[Muraenosaurus leedsii|Muraenosaurus]]'' in [[Cryptoclididae]], e ''[[Microcleidus]]'' e ''[[Occitanosaurus tournemirensis|Occitanosaurus]]'' in [[Plesiosauridae]];<ref name="ketchum2010"/> Benson e Druckenmiller hanno isolato gli ultimi due nel gruppo [[Microcleididae]], nel 2014, e hanno considerato ''Occitanosaurus'' come una specie di ''Microcleidus''.<ref name="benson2014"/> Questi generi erano stati precedentemente considerati elasmosauridi da Carpenter, Großmann e altri ricercatori.<ref name=Carpenter1999"grossman2007"/><ref name="grossman2007"Carpenter1999/><ref name="bardet1999">{{cita pubblicazione|cognome1 = Bardet | nome1 = N. | cognome2 = Godefroit | nome2 = P. | cognome3 = Sciau | nome3 = J. | titolo = A new elasmosaurid plesiosaur from the Lower Jurassic of southern France | rivista = Palaeontology | volume = 42 | numero = 5 | data = 1999 | pp = 927–952 | url = http://doc.rero.ch/record/14772/files/PAL_E1900.pdf }}</ref><ref name="gasparini2003">{{cita pubblicazione | cognome1 = Gasparini | nome1 = Z. | cognome 2 = Bardet | nome2 = N. | cognome3 = Martin | nome3 = J.E. | cognome4 = Fernandez | nome4 = M.S. | titolo = The elasmosaurid plesiosaur ''Aristonectes'' Cabreta from the Latest Cretaceous of South America and Antarctica | rivista = Journal of Vertebrate Paleontology | volume = 23 | numero = 1 | pp = 104–115 | doi = 10.1671/0272-4634(2003)23[104:TEPACF]2.0.CO;2 | anno = 2003 }}</ref>
 
All'interno degli Elasmosauridae, ''Elasmosaurus'' stesso è stato considerato un "taxon jolly" con relazioni altamente variabili.<ref name="serratos2017"/> L'analisi di Carpenter del 1999 suggeriva che ''Elasmosaurus'' fosse più basale (cioè meno specializzato) rispetto ad altri elasmosauridi con l'eccezione di ''[[Libonectes morgani|Libonectes]]''.<ref name=Carpenter1999/> Nel 2005, Sachs suggerì che ''Elasmosaurus'' fosse strettamente imparentato con ''[[Styxosaurus]]''<ref name=Sachs2005/>, e nel 2008 Druckenmiller e Russell lo collocarono come parte di una politomia con due gruppi, uno contenente ''Libonectes'' e ''[[Terminonatator ponteixensis|Terminonatator]]'', l'altro contenente ''[[Callawayasaurus colombiensis|Callawayasaurus]]'' e ''[[Hydrotherosaurus alexandrae|Hydrotherosaurus]]''.<ref name="druckenmiller2008">{{cita libro|cognome1=Druckenmiller |nome1=P.S. |cognome2=Russell |nome2=A.P. |anno=2007 |titolo=A phylogeny of Plesiosauria (Sauropterygia) and its bearing on the systematic status of ''Leptocleidus'' Andrews, 1922 |url=http://mapress.com/zootaxa/2008/f/z01863p120f.pdf |editore=Zootaxa |volume=1863 |pp=1–120 |accesso=9 Dicembredicembre 2017 |archive-urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20190724232752/https://www.mapress.com/zootaxa/2008/f/z01863p120f.pdf }}</ref> L'analisi di Ketchum e Benson del 2010 includeva ''Elasmosaurus'' nel primo gruppo.<ref name="ketchum2010"/> L'analisi di Benson e Druckenmiller del 2013 (sotto, a sinistra) ha ulteriormente rimosso ''Terminonatator'' da questo gruppo e lo ha inserito come un ulteriore passaggio derivato.<ref name="benson2013"/> Nell'analisi di Rodrigo Otero del 2016 basata su una modifica dello stesso set di dati (sotto, a destra), ''Elamosaurus'' era il parente più stretto di ''[[Albertonectes vanderveldei|Albertonectes]]'', formando la sottofamiglia [[Styxosaurinae]], con ''Styxosaurus'' e ''Terminonatator''.<ref name="otero2016"/> Danielle Serratos, Druckenmiller e Benson non sono riusciti a risolvere la posizione di ''Elasmosaurus'' nel 2017, ma hanno notato che Styxosaurinae sarebbe un sinonimo di Elasmosaurinae se ''Elasmosaurus'' fosse rientrato nel gruppo.<ref name="serratos2017">{{cita pubblicazione|doi=10.1080/02724634.2017.1278608 | cognome1=Serratos |nome1=D.J. |cognome2=Druckenmiller |nome2=P. |cognome3=Benson |nome3=R.B.J. | titolo=A new elasmosaurid (Sauropterygia, Plesiosauria) from the Bearpaw Shale (Late Cretaceous, Maastrichtian) of Montana demonstrates multiple evolutionary reductions of neck length within Elasmosauridae | rivista=Journal of Vertebrate Paleontology |data=2017 |pp=e1278608 |volume=37 |numero=2 | url=https://ora.ox.ac.uk/objects/uuid:75843f95-d662-4d23-adca-ce9786fe0195 }}</ref> Nel 2020, O'Gorman ha formalmente sinonimizzato Styxosaurinae con Elasmosaurinae sulla base dell'inclusione di ''Elasmosaurus'' all'interno del gruppo e ha anche fornito un elenco di caratteristiche diagnostiche per il clade.<ref name="ogorman2020">{{cita pubblicazione|cognome=O'Gorman |nome=J.P. | anno=2020 |titolo=Elasmosaurid phylogeny and paleobiogeography, with a reappraisal of ''Aphrosaurus furlongi'' from the Maastrichtian of the Moreno Formation |rivista=Journal of Vertebrate Paleontology |volume=39 |numero=5 |pp=e1692025 |doi=10.1080/02724634.2019.1692025|url=https://figshare.com/articles/dataset/Elasmosaurid_phylogeny_and_paleobiogeography_with_a_reappraisal_of_i_Aphrosaurus_furlongi_i_from_the_Maastrichtian_of_the_Moreno_Formation/11980359 }}</ref>
[[File:Lost Elasmosaurus vertebra.png|thumb|Vertebra incompleta "perduta" che, quando è stata riscoperta nel 2013, ha aumentato il numero delle vertebre del collo a 72, una caratteristica distintiva di questo genere]]
'''Topologia A:''' Benson ''et al.'' (2013)<ref name="benson2013"/>
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=== Specie precedentemente assegnate ===
[[File:Laelaps-cope.jpg|thumb|right|Ricostruzione obsoleta del 1869 di Cope di rettili fossili del [[New Jersey]], incluso un ''E. orientalis'' dal collo corto che affronta un ''[[Dryptosaurus aquilunguis|Dryptosaurus]]'']]
Dopo la descrizione della [[specie tipo]], ''E. platyurus'', Cope, Williston e altri autori descrisse e assegnarono al genere diverse specie. Tuttavia, nessuna di queste specie è ancora oggi riconducibile con certezza al genere ''Elasmosaurus'', e la maggior parte di esse o è stata spostata in generi a sé stanti o sono considerate nomi dubbi, ''[[nomina dubia]]'' (ossia senza caratteristiche distintive, e quindi di dubbia origine e validità).<ref name=Sachs2005/><ref name=Carpenter1999>{{cita pubblicazione|cognome=Carpenter |nome=K. |anno=1999 |titolo=Revision of North American elasmosaurs from the Cretaceous of the western interior |rivista=Paludicola |volume=2 |numero=2 |pp=148–173|url=https://www.researchgate.net/publication/40662805}}</ref><ref name=Brown1993>{{cita pubblicazione |cognome=Brown |nome=D. S. |anno=1993 |titolo=A taxonomic reappraisal of the families Elasmosauridae and Cryptoclididae (Reptilia: Plesiosauroidea) |rivista=Revue de Paléobiologie |volume=7 |pp=9–16}}</ref>
 
Accompagnando la sua descrizione del 1869 di ''E. platyurus'', Cope nominò un'altra specie di ''Elasmosaurus'', ''E. orientalis'', sulla base di due vertebre dorsali dal New Jersey.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1=Cope|nome1=E. D.|titolo=On the reptilian orders Pythonomorpha and Streptosauria|rivista=Proceedings of the Boston Society of Natural History|data=1869|volume=12|pp=265–268|url=https://www.biodiversitylibrary.org/page/9493892#page/273/mode/1up|accesso=12 Novembrenovembre 2017}}</ref> Cope distinse ''E. orientalis'' da ''E. platyurus'' per i processi più fortemente sviluppati noti come parapofisi sulle vertebre, in cui riteneva che si avvicinasse più a ''Cimoliasaurus''; tuttavia, lo assegnò comunque al genere ''Elasmosaurus'' per via delle sue grandi dimensioni e dei lati angolati. La prima di queste vertebre fu usata come fermaporta in una [[sartoria]], mentre l'altra fu ritrovata in una fossa da Samuel Lockwood, un sovrintendente. Cope diede il nome ''orientalis'' alla nuova specie, poiché pensava avesse una distribuzione più orientale rispetto a ''E. platyurus''.<ref name="Synopsis"/> Successivamente Leidy spostò ''E. orientalis'' nell'ormai dubbio genere ''Discosaurus'' l'anno successivo.<ref name="leidy1870">{{cita pubblicazione| cognome1 = Leidy | nome1 = J. | titolo = April 5th | rivista = Proceedings of the Academy of Natural Sciences of Philadelphia | volume = 22 | numero = 1 | data = 1870 | pp = 18–22 }}</ref> Nel 1952, Welles considerò la specie un ''nomen dubium'', data la sua frammentarietà.<ref name="welles1952"/> Nel 1869, Cope pubblicò anche un articolo sui rettili fossili del New Jersey, in cui descriveva ''E. orientalis'' come un animale dal "collo lungo". Eppure, in un'illustrazione di accompagnamento, Cope mostrò un ''Elasmosaurus'' dal collo corto mentre affrontava un ''Laelaps'' (oggi ''[[Dryptosaurus aquilunguis|Dryptosaurus]]''), con un ''[[Mosasaurus]]'' simile a un plesiosauro e altri animali sullo sfondo. Secondo Davidson, non è chiaro quale specie di ''Elasmosaurus'' sia raffigurata, ma se si tratta di ''E. orientalis'', il collo corto contraddice il testo di Cope, e se si trattase di ''E. platyurus'', Cope avrebbe mostrato un'animale con un collo corto dopo aver riconosciuto che ciò non era corretto. Davidson suggerì che anche se Leidy aveva sottolineato l'errore di Cope nel 1868, Cope potrebbe non averlo accettato.<ref name="Boneheaded"/><ref>{{cita pubblicazione|cognome1=Cope|nome1=E. D.|titolo=The Fossil Reptiles of New Jersey (Continued)|rivista=The American Naturalist|data=1869|volume=3|numero=2|pp=84–91}}</ref> In una risposta del 1870 a Leidy, lo stesso Cope affermò che la collocazione generica di ''E. orientalis'' era in dubbio e che lo aveva illustrato con un collo corto perché credeva che questa fosse la condizione di ''Cimoliasaurus''. Se più resti mostrassero che ''E. orientalis'' aveva un collo lungo come ''Elasmosaurus'', affermò che l'immagine potrebbe invece rappresentare meglio ''Cimoliasaurus''.<ref name="Additionalnote">{{cita pubblicazione| cognome = Cope | nome = E. D. | titolo = Additional note on ''Elasmosaurus'' | rivista = American Journal of Science | serie = 2 | pp = 268–269 | url = http://oceansofkansas.com/cope1870b.html | anno = 1870 | volume = 50 | accesso = 21 Novembrenovembre 2017 }}</ref>
[[File:Plesiosaurus constrictus.jpg|thumb|left|Vertebra di ''[[Plesiosaurus dolichodeirus|Plesiosaurus]] constrictus'', che Cope assegnò a ''Elasmosaurus'']]
Nella stessa pubblicazione del 1869 in cui nominò ''E. platyurus'' ed ''E. orientalis'', Cope assegnò una specie aggiuntiva, ''E. constrictus''<ref name="Synopsis"/>, basata su un centro parziale di una vertebra cervicale trovata nei depositi di argilla risalenti al [[Turoniano]] a [[Steyning]], nel [[Sussex]]. Fu descritto dal paleontologo britannico [[Richard Owen]] come ''[[Plesiosaurus dolichodeirus|Plesiosaurus]] constrictus'' nel 1850; Owen nominò la specie in base alla larghezza estremamente stretta della vertebra tra le pleurapofisi, o ai processi che si articolano tra le costole. Lo considerava parzialmente un artefatto di conservazione, ma non riusciva a comprendere come la compressione interessasse solo la porzione centrale e non le estremità articolari del centrum.<ref name="owen1850">{{cita libro|cognome1 = Owen |nome1 = R. | capitolo = Order – Enaliosauria | titolo = A History of British Fossil Reptiles | volume = 1 | editore = Cassell & Company Ltd | città = Londra | pp = 215–217 | data = 1850}}</ref> Cope riconobbe questa come una condizione naturale e considerò ''constrictus'' come "una specie di ''Elasmosaurus'' o un suo stretto parente".<ref name="Synopsis"/> Nel 1962, Welles considerò ''P. constrictus'' come un ''[[nomen dubium]]'', data la sua natura frammentaria.<ref name="welles1962">{{cita pubblicazione| cognome = Welles | nome = S.P. | titolo = A new species of elasmosaur from the Aptian of Columbia and a review of the Cretaceous plesiosaurs | rivista = University of California Publications in the Geological Sciences | volume = 44 | pp = 1–96 | data = 1962 | url = https://books.google.com/books?id=5yw-AQAAIAAJ}}</ref><ref name="sachsea2016">{{cita pubblicazione | cognome1 = Sachs | nome1 = S. | cognome2 = Wilmsen | nome2 = M. | cognome3 = Knüppe | nome3 = J. | cognome4 = Hornung | nome4 = J.J. | cognome5 = Kear | nome5 = B.P. | titolo = Cenomanian–Turonian marine amniote remains from the Saxonian Cretaceous Basin of Germany | rivista = Geological Magazine | data = 2017 | pp = 237–246 | doi = 10.1017/S0016756815001004 | volume = 154 | numero = 2 }}</ref> Per Ove Persson lo ritenne valido nel 1963, notando la cresta longitudinale sui lati del centro come una caratteristica degli elasmosauridi.<ref name="persson1963">{{cita pubblicazione| cognome1 = Persson | nome1 = P.O. | titolo = A revision of the classification of the Plesiosauria with a synopsis of the stratigraphical and geographical distribution of the group | data = 1963 | rivista = Lunds Universitets Arsskrift | volume = 59 | numero = 1 | pp = 1–59 | url = http://paleoarchive.com/literature/Persson1963-RevisionClassificationPlesiosauria.pdf | accesso = 17 Novembrenovembre 2017 }}</ref> Nel 1995, anche Nathalie Bardet e Pascal Godefroit lo riconobbero come un [[Elasmosauridae|elasmosauride]], sebbene indeterminato.<ref name="bardet1995">{{cita pubblicazione|cognome1 = Bardet |nome1 = N. |cognome2 = Godefroit |nome2 = P. | titolo = ''Plesiosaurus houzeaui'' <small>Dollo, 1909</small> from the Upper Campanian of Ciply (Belgium) and a review of the Upper Cretaceous plesiosaurs from Europe | data = 1995 | rivista = Bulletin de l'Institut Royal des Sciences Naturelles de Belgique | volume = 65 | pp = 179–186 | url = http://biblio.naturalsciences.be/rbins-publications/bulletin-of-the-royal-belgian-institute-of-natural-sciences-earth-sciences/bulletin-of-the-royal-belgian-institute-of-natural-sciences-earth-sciences/bardet_plesiosaurus_1995 | accesso = 17 Novembrenovembre 2017 }}</ref>
[[File:The Osteology of the Reptiles p139.png|thumb|right|Cintura pettorale e arti anteriori di un giovane elasmosauride originariamente assegnato a ''E. serpentinus'']]
Cope scoprì un altro scheletro di elasmosauride nel 1876, su cui nominò una nuova specie, ''E. serpentinus'', nel 1877, e lo distinse per la mancanza di compressione nelle vertebre posteriori del collo, la presenza di poche costole sessili tra le prime dorsali e la presenza di "angoli deboli" sotto le vertebre caudali anteriori. Cope aveva anche scoperto un altro grande scheletro che somigliava molto ai resti conosciuti di ''E. orientalis'' dallo scisto nero del "letto del Cretaceo n. 4", che scavò con l'aiuto di George B. Cledenning e del capitano Nicholas Buesen.<ref name="cope1877">{{cita pubblicazione|cognome1 = Cope |nome1 = E.D. | titolo = Report on the Geology of the Region of the Judith River, Montana: And on Vertebrate Fossils Obtained on Or Near the Missouri River | data = 1877 | volume = 3 | numero = 3 | rivista = Bulletin of the United States Geological and Geographical Survey of the Territories | url = https://www.biodiversitylibrary.org/item/98702#page/643/mode/1up | pp = 565–598 | accesso = 25 Novembrenovembre 2017 }}</ref> Nel 1943, Welles rimosse ''E. serpentinus'' da ''Elasmosaurus'' e lo inserì in un nuovo genere, ''Hydralmosaurus''.<ref name="welles1943">{{cita pubblicazione| cognome = Welles | nome = S.P. | titolo = Elasmosaurid plesiosaurs with description of new material from California and Colorado | rivista = Memoir of the University of California | volume = 13 | pp = 125–254 | data = 1943}}</ref> Successivamente, tutti gli esemplari di ''Hydralmosaurus'' furono spostati in ''[[Styxosaurus]]'', nel 2016, rendendo il primo un ''[[nomen dubium]]''.<ref name="otero2016">{{cita pubblicazione|cognome1 = Otero |nome1 = R.A. | data = 2016 | titolo = Taxonomic reassessment of ''Hydralmosaurus'' as ''Styxosaurus'': new insights on the elasmosaurid neck evolution throughout the Cretaceous | rivista = PeerJ | volume = 4 | pp = e1777 }}</ref> Williston pubblicò la figura di un altro esemplare di ''E. serpentinus'' nel 1914;<ref name="williston1914">{{cita libro| cognome1 = Williston | nome1 = S.W. | titolo = Water Reptiles of the Past and Present | url = https://archive.org/details/waterreptilesofp00will | capitolo = Sauropterygia| pp = [https://archive.org/details/waterreptilesofp00will/page/86 86] | data = 1914 | città = Chicago | editore = University of Chicago Press | accesso = 17 Novembrenovembre 2017 }}</ref> [[Elmer S. Riggs|Elmer Riggs]] lo descrisse formalmente nel 1939.<ref name="riggs1939">{{cita pubblicazione|doi=10.5962/bhl.title.5289|titolo=A specimen of ''Elasmosaurus serpentinus''|data=1939|cognome1=Riggs|nome1=E.S.|rivista=Geological Series of the Field Museum of Natural History|serie=Publication. Field Museum of Natural History |volume=6|numero=25|url=https://www.biodiversitylibrary.org/item/25222#page/5/mode/1up|pp=385–391|accesso=17 Novembrenovembre 2017 }}</ref> Welles trasferì questo esemplare nel nuovo genere e specie ''Alzadasaurus riggsi'', nel 1943.<ref name="welles1943"/> [[Kenneth Carpenter]] lo riassegnò a ''[[Thalassomedon haningtoni]]'', nel 1999;<ref name=Carpenter1999/> Sachs, Johan Lindgren e Benjamin Kear hanno notato che i resti rappresentavano un giovane ed erano significativamente distorti, e hanno preferito conservarli come ''nomen dubium'', nel 2016.<ref name="sachs2016">{{cita pubblicazione| cognome1 = Sachs | nome1 = S. | cognome2 = Lindgren | nome2 = J. | cognome3 = Kear | nome3 = B.P. | titolo = Re-description of ''Thalassomedon haningtoni'' – an elasmosaurid from the Cenomanian of North America | rivista = 5th Triennial Mosasaur Meeting – A Global Perspective on Mesozoic Marine Amniotes | città = Uppsala | url = https://www.researchgate.net/publication/303446624 | editore = Museum of Evolution, Uppsala University | titolo = Abstracts and Programs | data = 2016}}</ref>
 
Successivamente, una serie di 19 vertebre cervicali e dorsali provenienti dalla regione del Big Bend del Missouri (parte della formazione Pierre Shale) furono trovate da John H. Charles. Cope, dopo aver ricevuto le ossa presso l'Accademia di Scienze Naturali, le considerò un'altra specie di ''Elasmosaurus''. Le vertebre erano, secondo Cope, le più corte tra i membri del genere (avvicinandosi a quelle di ''Cimoliasaurus''), ma le considerava comunque appartenenti ad ''Elasmosaurus'' a causa della loro forma compressa. Cope nominò la specie ''E. intermedius'', nel 1894.<ref name="cope1894">{{cita pubblicazione| cognome1 = Cope | nome1 = E.D. | titolo = On the Structure of the Skull in the Plesiosaurian Reptilia, and on Two New Species from the Upper Cretaceous | rivista = Proceedings of the American Philosophical Society | volume = 33 | numero = 144 | pp = 109–113 | data = 1894 }}</ref> Tuttavia, nella sua revisione del 1906 dei plesiosauri nordamericani, Williston considerò le vertebre come "tutte più o meno mutilate" e non trovò differenze distinte tra i resti di ''E. intermedius'' ed ''E. platyurus''.<ref name="williston1906"/> Nel 1952, Welles affermò che, se ''E. intermedius'' fosse valido, "doveva essere riferito a un genere pliosaurico";<ref name="welles1952"/> tuttavia, procedette a etichettarlo come ''nomen dubium'', nel 1962.<ref name="welles1962"/> Tre vertebre più corte trovate accanto a ''E. intermedius'', assegnate da Cope al nuovo genere e specie ''Embaphias circulosus'',<ref name="cope1894"/> furono anche considerate da Welles un ''nomen dubium'', nel 1962.<ref name="welles1962"/>
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Williston nominò una serie di altre nuove specie di ''Elasmosaurus'' nella sua revisione del 1906.<ref name="everhart2006">{{cita pubblicazione| cognome1 = Everhart | nome1 = M.J. | titolo = The occurrence of elasmosaurids (Reptilia: Plesiosauria) in the Niobrara Chalk of Western Kansas | rivista = Paludicola | data = 2006 | volume = 5 | numero = 4 | pp = 170–183 | url = https://www.researchgate.net/publication/40662835}}</ref> Nel 1874, lui e Mudge scoprirono un esemplare a Plum Creek, nel Kansas.<ref name="williston1906"/> Sebbene inizialmente lo assegnò nel 1890 a una nuova specie di ''Cimoliasaurus'', ''C. snowii'',<ref name="williston1890">{{cita pubblicazione| cognome1 = Williston | nome1 = S.W. | titolo = Structure of the Plesiosaurian Skull | data = 1890 | rivista = Science | volume = 16 | numero = 405 | pp = 262 }}</ref> successivamente riconobbe la natura elasmosauride del suo [[Omero (anatomia)|omero]] e dei coracoidi. Pertanto, ribattezzò la specie ''E. snowii''. Anche un secondo esemplare, scoperto da Elias West nel 1890, fu da lui assegnato a ''E. snowii''.<ref name="williston1906"/> Nel 1943, Welles trasferì ''E. snowii'' nel suo genere, ''Styxosaurus'',<ref name="welles1943"/> dove la specie è rimasta. Tuttavia, l'esemplare occidentale fu assegnato a ''Thalassiosaurus ischiadicus'' (vedi sotto) da Welles nel 1952;<ref name="welles1952"/> Carpenter lo restituì a ''S. snowii'', nel 1999.<ref name=Carpenter1999/><ref name="everhart2006"/> Williston riassegnò anche la specie ''E. ischiadicus'' dal genere ''[[Polycotylus]]'', dove l'aveva inizialmente collocato quando gli diede il nome nel 1903. I resti tipo furono scoperti da lui nella stessa spedizione del 1874 con Mudge. Williston assegnò un altro esemplare scoperto da Mudge e H. A. Brous, nel 1876.<ref name="williston1906"/> Nel 1943 entrambi gli esemplari furono assegnati al nuovo genere ''Thalassiosaurus'' da Welles,<ref name="welles1943"/> che poi assegnò quest'ultimo al nuovo genere e specie ''Alzadasaurus kansasensis'', nel 1952.<ref name="welles1952"/> Glenn Storrs considerò entrambi gli elasmosauridi indeterminati nel 1999;<ref name="storrs1999">{{cita pubblicazione| cognome1 = Storrs | nome1 = G.W. | titolo = An examination of Plesiosauria (Diapsida: Sauropterygia) from the Niobrara Chalk (Upper Cretaceous) of central North America | rivista = University of Kansas Paleontological Contributions | volume = 11 | data = 1999 | pp = 1–15 | url = https://www.academia.edu/3012858}}</ref> Nello stesso anno, Carpenter assegnò entrambi a ''Styxosaurus snowii''.<ref name=Carpenter1999/><ref name="everhart2006"/>
[[File:North American Plesiosaurs Elasmosaurus, Cimoliasaurus, and Polycotylus Plate 4.png|thumb|left|Resti di ''E. nobilis'' (ora ''[[Styxosaurus|Styxosaurus snowii]]'')]]
Un esemplare di elasmosauride fu trovato da Handel Martin nella [[Contea di Logan (Kansas)|contea di Logan, Kansas]], nel 1889. Williston lo descrisse come una nuova specie, ''E. (?) marshii'', nonostante nutrisse dubbi sulla sua riferibilità al genere e riconosceva che forse appartenesse a un altro genere.<ref name="williston1906"/> Nel 1943, Welles trasferì ''E. (?) marshii'' in un genere a sé stante, ''Thalassonomosaurus'';<ref name="welles1943"/> tuttavia, Carpenter affondò ''T. marshii'' sinonimizzandolo in ''Styxosaurus snowii'', nel 1999.<ref name=Carpenter1999/> Un'altra specie, ''E. nobilis'', fu nominata da Williston da resti molto grandi scoperti da Mudge nel 1874 nella [[contea di Jewell|contea di Jewell, Kansas]].<ref name="williston1906"/> Welles chiamò ''E. nobilis'' come una specie di ''Thalassonomosaurus'', ''T. nobilis'', nel 1943,<ref name="welles1943"/> ma anch'esso fu considerato parte di ''S. snowii'' da Carpenter.<ref name=Carpenter1999/> Infine, due vertebre dorsali eccezionalmente grandi raccolte da Charles Sternberg nel 1895 furono nominate ''E. sternbergii'' da Williston, ma furono considerate indeterminate da Storrs.<ref name="everhart2006"/><ref name="storrs1999"/> Williston menzionò tre ulteriori specie di ''Elasmosaurus'', che avrebbe illustrato e descritto in un secondo momento.<ref name="williston1906"/> Fece nuovamente riferimento a una nuova specie di ''Elasmosaurus'', proveniente dal Kansas, nel 1908.<ref name="willistion1908">{{cita pubblicazione|cognome1 = Williston |nome1 = S.W. | titolo = North American Plesiosaurs: ''Trinacromerum'' | rivista = Journal of Geology | volume = 16 | numero = 8 | data = 1908 | pp = 715–736 | accesso = 26 Giugno 2019 }}</ref>
 
Diverse specie [[russia|russe]], basate su resti vertebrali scarsamente conservati, furono assegnate a ''Elasmosaurus'' da N. N. Bogolubov, nel 1911. Una era ''E. helmerseni'', che fu descritta per la prima volta da W. Kiprijanoff, nel 1882, da Maloje Serdoba, Saratov, come ''Plesiosaurus helmerseni''. Parte del materiale proveniente dalla [[Scania (provincia)|Scania]], [[Svezia]], fu assegnato a ''P. helmerseni'' nel 1885 da H. Schröder.<ref name="persson1959">{{cita pubblicazione| cognome1 = Persson | nome1 = P.O. | titola = Reptiles from the Senonian (U. Cret.) of Scania (S. Sweden) | rivista = Arkiv för Mineralogi och Geologi | volume = 2 | numero = 35 | data = 1959 | pp = 431–519 | url = http://paleoarchive.com/literature/Persson1959-ReptilesSenonianScania.pdf | accesso = 19 Novembrenovembre 2017 }}</ref> ​​Resti vertebrali e di arti<ref name="pravoslavlev1918">{{cita pubblicazione| cognome1 = Pravoslavlev | nome1 = P.A. | data = 1918 | titolo = Geological distribution of ''Elasmosaurus'' | rivista = Bulletin of the Russian Academy of Sciences | volume = 12 | serie = VI | numero = 17 | pp = 1955–1978 | url = http://www.mathnet.ru/php/archive.phtml?wshow=paper&jrnid=im&paperid=6011&option_lang=rus | lingua = ru | accesso = 18 Novembrenovembre 2017 }}</ref> da [[Kursk]] inizialmente assegnati da Kiprijanoff a ''P. helmerseni'' furono spostati anche da Bogolubov nella nuova specie ''E. kurskensis'', che considerava "identica ad ''Elasmosaurus'' o imparentata con esso". Nominò anche ''E. orskensis'', sulla base dei resti "molto grandi" di vertebre del collo e della coda rinvenuti a Konopljanka, [[Orenburg]]; ed ''E. serdobensis'', basato su un'unica vertebra cervicale di Maloje Serdoba.<ref name="bogolubov1912">{{cita pubblicazione| cognome1 = Bogolubov |nome1 = N.N. | data = 1912 | titolo = The occurrence of ''Elasmosaurus'' and ''Polycotylus'' in Russian deposits | rivista = Annuaire Géologique et Minéralogique de la Russie | volume = 14 | pp = 174–176 | cognome1 = Wist | nome1 = W | url = http://paleoglot.org/files/Bogolubow%201912.pdf | accesso = 18 Novembrenovembre 2017 }}</ref> Tuttavia, la validità di tutte queste specie è stata messa in dubbio. Welles considerò ''E. kurskensis'' un plesiosauro indeterminato, nel 1962.<ref name="welles1962"/> Persson notò in una recensione del 1959 del libro svedese "''E.''" ''helmerseni'' che, sebbene la specie fosse probabilmente strettamente imparentata con ''Elasmosaurus'' propriamente detto, era troppo frammentario per poter valutare questa ipotesi;<ref name="persson1959"/> ​​successivamente osservò nel 1963 che, per quanto riguarda le ultime tre specie, "la loro definizione generica e specifica è discutibile", sebbene rifiutò di etichettarle specificamente come non valide per non avendo visto il materiale fossile.<ref name="persson1963"/> Allo stesso modo, nel 1999, Evgeniy Pervushov, Maxim Arkhangelsky e A. V. Ivanov considerarono ''E. helmerseni'' un elasmosauride indeterminato.<ref name="pervushov1999">{{cita libro|cognome1 = Pervushov |nome1 = E. |cognome2 = Arkhangelsky |nome2 = M.S. |cognome3 = Ivanov |nome3 = A.V. | titolo = Catalog of the locations of the remains of sea reptiles in the Jurassic and Cretaceous of the Lower Volga Region | pp = 28–34 | capitolo = Завроптеригии | data = 1999 | editore = Saratov State University Press | città = Saratov | capitolo-url urlcapitolo= https://www.researchgate.net/publication/288991642}}</ref> Nel 2000, Storrs, Archangelsky e Vladimir Efimov concordarono con Welles su ''E. kurskensis'' e etichettarono ''E. orskensis'' ed ''E. serdobensis'' come elasmosauridi indeterminati.<ref name="storrs2000"/>
 
Altre due specie russe furono descritte da autori successivi. A. N. Riabinin descrisse una singola falange di una pinna nel 1915 come ''E. (?) sachalinensis''; la specie prende il nome dall'isola di [[Sakhalin]], dove N. N. Tikhonovich la trovò nel 1909.<ref name="averianov2005"/> Tuttavia, questo esemplare non può essere identificato in modo più specifico di un elasmosauride indeterminato, identificazione seguita da Persson<ref name="persson1963"/>, Pervushov e colleghi.<ref name="pervushov1999"/> Storrs, Arkhangelsky ed Efimov furono meno specifici, etichettandolo come un plesiosauro indeterminato;<ref name="storrs2000">{{cita libro| cognome1 = Storrs | nome1 = G.W. | cognome2 = Arkhangelsky | nome2 = M.S. | cognome3 = Efimov | nome3 = V.M. | capitolo = Mesozoic marine reptiles of Russia and other former Soviet republics | titolo = The Age of Dinosaurs in Russia and Mongolia | data = 2000 | editore = Cambridge University Press | città = Cambridge | url = https://books.google.com/books?id=NzVGpo3M998C | pp = 187–210}}</ref> questa classificazione fu seguita da Alexander Averianov e V. K. Popov, nel 2005.<ref name="averianov2005">{{cita pubblicazione| cognome1 = Averianov | nome1 = A. O. | cognome2 = Popov | nome2 = V. K. | titolo = The first plesiosaur from the Primorye krai | rivista = Doklady Biological Sciences | data = 2005 | volume = 401 | numero = 1 | pp = 133–135 }}</ref> Nel 1916, Pavel A. Pravoslavlev nominò ''E. amalitskii'' dalla regione del [[fiume Don]], sulla base di un esemplare contenente vertebre e ossa degli arti. Persson lo considerava una specie valida e un membro relativamente grande degli elasmosauridi;<ref name="persson1963"/> tuttavia, come ''E. (?) sachalinensis'', Pervushov e colleghi consideravano ''E. amalitskii'' un elasmosauride indeterminato.<ref name="pervushov1999"/>
[[File:Mauisaurus.jpg|thumb|alt=Drawing of various bones|Resti di ''E. haasti'' (ora ''[[Mauisaurus haasti|Mauisaurus]] haasti'')]]
In una revisione del 1918 della distribuzione geografica e dell'evoluzione di ''Elasmosaurus'', Pravoslavlev assegnò provvisoriamente altre tre specie precedentemente nominate ad ''Elasmosaurus'';<ref name="pravoslavlev1918"/> le sue opinioni tassonomiche non sono state ampiamente seguite. Uno di questi era ''E. chilensis'', basata su ''Plesiosaurus chilensis'', nominata per una singola vertebra caudale da Claude Gay, nel 1848.<ref name="gay1848">{{cita libro| cognome1 = Gay | nome1 = C. | serie = Historia Física y Política de Chile [Physical and Political History of Chile] | titolo = Zoologia, Vol. 2 | pp = 130–136 | capitolo-url urlcapitolo= https://www.biodiversitylibrary.org/item/130101#page/130/mode/1up | editore = Imprenta Maulde y Renou | città = Parigi |data = 1848 | capitolo = Reptiles Fosiles | volume = 2 | lingua =es}}</ref> In uno studio pubblicato nel 1889, [[Richard Lydekker]] assegnò questa specie a ''[[Cimoliasaurus magnus|Cimoliasaurus]]''.<ref name="lydekker1889">{{cita libro | cognome1 = Lydekker | nome1 = R. | titolo = Catalogue of the fossil Reptilia and Amphibia in the British Museum. Part II | editore = British Museum | città = Londra | pp = 222 | data = 1889 | url = https://www.biodiversitylibrary.org/item/125714#page/252/mode/1up }}</ref> Wilhelm Deecke spostò la specie ''chilensis'' in ''[[Pliosaurus]]'', nel 1895,<ref name="deecke1895">{{cita pubblicazione| cognome1 = Deecke | nome1 = W. | titolo = Concerning Dinosaur Remains from the Quiriquina Strata | data = 1895 | rivista = Beiträge zur Geologie und Palae<!--JCW-CleanerBot-->ontologie von Südamerika | volume = 14 | pp = 32–63 |url = https://books.google.com/books?id=AgBGAQAAMAAJ&pg=PA32 | lingua = de}}</ref> una classificazione che fu riconosciuta da Pravoslavlev. [[Edwin Colbert]] successivamente assegnò la vertebra tipo, nel 1949, a un [[Pliosauroidea|pliosauroide]] e assegnò anche altri resti assegnati ad elasmosauroidi indeterminati;<ref name="colbert1949">{{cita pubblicazione | titolo = A new Cretaceous plesiosaur from Venezuela | cognome1 = Colbert | nome1 = E.H. | rivista = American Museum Novitates | numero= 1420 | pp = 1–22 | data = 1949 }}</ref><ref name="otero2010">{{cita pubblicazione| cognome1 = Otero | nome1 = R.A. | cognome2 = Soto-Acuña | nome2 = S. | cognome3 = Rubilar-Rogers | nome3 = D. | titolo = Presence of ''Mauisaurus'' in the Maastrichtian (Late Cretaceous) of central Chile | rivista = Acta Palaeontologica Polonica | data = 2010 | volume = 55 | numero = 2 | pp = 361–364 }}</ref> la vertebra tipo è stata riconosciuta come potenzialmente appartenente ad ''[[Aristonectes parvidens]]'' da José O'Gorman e colleghi, nel 2013.<ref name="ogorman2013">{{cita pubblicazione | nome1 = J.P. | cognome1 = O'Gorman | nome2 = Z. | cognome2 = Gasparini | nome3 = L. | cognome3 = Salgado | titolo = Postcranial morphology of ''Aristonectes'' (Plesiosauria, Elasmosauridae) from the Upper Cretaceous of Patagonia and Antarctica | rivista = Antarctic Science | volume = 25 | numero = 1 | data = 2013 | pp = 71–82 }}</ref> Un'altra era ''E. haasti'', originariamente ''[[Mauisaurus haasti]]'', nominato da [[James Hector]], nel 1874, sulla base dei resti ritrovati in [[Nuova Zelanda]]. Sebbene la sua validità sia stata supportata per un periodo considerevole, ''M. haasti'' è considerato un ''nomen dubium'' a partire dal 2017.<ref name="hiller2017">{{cita pubblicazione | cognome1 = Hiller | nome1 = N. | cognome2 = O'Gorman | nome2 = J.P. | cognome3 = Otero | nome3 = R.A. | cognome4 = Mannering | nome4 = A.A. | titolo = A reappraisal of the Late Cretaceous Weddellian plesiosaur genus ''Mauisaurus'' <small>Hector, 1874</small> | rivista = New Zealand Journal of Geology and Geophysics | data = 2017 | volume = 60 | numero = 2 | pp= 112–128 }}</ref> Pravoslavlev riconobbe un'altra specie proveniente dalla Nuova Zelanda, ''E. hoodii'', nominata da Owen nel 1870 come ''Plesiosaurus hoodii'' basata su una singola vertebra cervicale.<ref name="owen1870">{{cita pubblicazione| cognome1 = Owen | nome1 = R. | titolo = Notice of some Saurian Fossils discovered by J. H. Hood, Esq., at Waipara, Middle Island, New Zealand | rivista = Geological Magazine | volume = 7 | numero = 68 | data = 1870 | pp = 49–53 }}</ref> Tuttavia, Welles la riconobbe come ''nomen dubium'', nel 1962;<ref name="welles1962"/> Joan Wiffen e William Moisley concordarono in una revisione del 1986 dei plesiosauri neozelandesi.<ref name="wiffen1986">{{cita pubblicazione| cognome1 = Wiffen | nome1 = J. | cognome2 = Moisley | nome2 = W.L. | titolo = Late Cretaceous reptiles (Families Elasmosauridae and Pliosauridae) from the Mangahouanga Stream, North Island, New Zealand | rivista = New Zealand Journal of Geology and Geophysics | volume = 29 | numero = 2 | data = 1986 }}</ref>
 
Nel 1949, Welles nominò una nuova specie di ''Elasmosaurus'', ''E. morgani'', che prende il nome da uno scheletro ben conservato trovato nella [[Contea di Dallas (Texas)|contea di Dallas, Texas]].<ref name="welles1949">{{cita pubblicazione| cognome1 = Welles | nome1 = S.P. | titolo = A new elasmosaur from the Eagle Ford Shale of Texas | rivista = Fondren Science Series | volume = 1 | data = 1949 | pp = 1–40 | url = https://sites.smu.edu/shulermuseum/publication_pdfs/fondren_sci/v1-Welles1949.pdf | accesso = 19 Novembrenovembre 2017 }}</ref> Tuttavia, parte dell'esemplare fu accidentalmente gettato via durante il trasferimento delle collezioni paleontologiche della [[Southern Methodist University]].<ref name="sachs2015"/> Welles riconobbe la somiglianza di ''E. morgani'' con ''E. platyurus'' nel cingolo scapolare, ma lo mantenne come specie separata a causa del collo più corto e delle vertebre posteriori del collo più robuste.<ref name="welles1949"/> Nel 1997, Carpenter riconsiderò le differenze tra le due specie e le trovò sufficienti per collocare ''E. morgani'' in un proprio genere, che nominò ''[[Libonectes morgani|Libonectes]]''.<ref name="carpenter1997">{{cita libro| cognome1 = Carpenter | nome1 = K. | data = 1997 | capitolo = Comparative cranial anatomy of two North American plesiosaurs | titolo = Ancient Marine Reptiles | url = https://archive.org/details/ancientmarinerep00call | pp = [https://archive.org/details/ancientmarinerep00call/page/n237 191]–216 | città = San Diego | editore = Academic Press }}</ref> Nonostante la sua riassegnazione e la perdita del suo materiale, ''L. morgani'' è spesso considerato un archetipo di elasmosauride. I dati basati su questi elementi perduti furono senza dubbio accettati nelle successive [[filogenetica|analisi filogenetiche]], fino a quando Sachs e Benjamin Kear pubblicarono una ridescrizione degli elementi sopravvissuti nel 2015.<ref name="sachs2015">{{cita pubblicazione| cognome1 = Sachs | nome1 = S. | cognome2 = Kear | nome2 = B.P. | titolo = Postcranium of the paradigm elasmosaurid plesiosaurian ''Libonectes morgani'' <small>(Welles, 1949)</small> | rivista = Geological Magazine | volume = 152 | numero = 4 | data = 2015 | pp = 694–710}}</ref>
 
Persson assegnò un'altra specie ad ''Elasmosaurus'' insieme alla sua descrizione del 1959 dei resti di "''E.''" ''helmerseni'' dalla Svezia, precisamente ''E.'' (?) ''gigas''. Era basato sul ''Pliosaurus'' (?) ''gigas'' di Schröder, così chiamato nel 1885 per due vertebre dorsali; uno è stato ritrovato in [[Prussia]], l'altro a Scania. Sebbene fossero incompleti, Persson riconobbe che le loro proporzioni e la forma delle loro estremità articolari differivano notevolmente dai pliosauroidi, e invece combaciavano con quelle degli elasmosauridi. Dato che, al momento della scrittura di Persson, "non [c'era] nulla che contraddicesse il fatto che siano più simili ad ''Elasmosaurus''" , li assegnò ad ''Elasmosaurus'' "con esitazione". Theodor Wagner aveva precedentemente assegnato ''gigas'' a ''Plesiosaurus'', nel 1914.<ref name="persson1959"/> A partire dal 2013, questa discutibile attribuzione rimane invariata.<ref name="sorenson2013">{{cita pubblicazione | cognome1 = Sørensen | nome1 = A.M. | cognome2 = Surlyk | nome2 = F. | cognome3 = Lindgren | nome3 = J. | titolo = Food resources and habitat selection of a diverse vertebrate fauna from the upper lower Campanian of the Kristianstad Basin, southern Sweden | data = 2013 | volume = 42 | rivista = Cretaceous Research | pap = 85–92 }}</ref> Un'altra specie proveniente dalla Russia, ''E. antiquus'', fu nominata da Dubeikovskii e Ochev nel 1967<ref name="storrs2000"/> dalla cava di [[fosforite]] di Kamsko-Vyatsky, ma Pervushov e colleghi nel 1999, seguiti da Storrs e colleghi nel 2000, la reinterpretarono come una specie elasmosauride indeterminato.<ref name="pervushov1999"/><ref name="storrs2000"/>