Guglielmo Zucchi: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Titolo = Beato
|Nome = Guglielmo
|Cognome = Zucchi
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La vita di Guglielmo si distinse per un fervente zelo religioso e un'impareggiabile dedizione alla [[carità]]. Una leggenda popolare narra che, nonostante donasse incessantemente ai bisognosi, la sua borsa non si svuotasse mai, permettendogli di continuare le sue opere di bene. Questo fenomeno miracoloso diede origine al modo di dire locale che equiparava la generosità inesauribile a "possedere la borsa di fra Guglielmo". Questa espressione divenne comune fra coloro che si trovavano sollecitati a offrire elemosine, solitamente replicando con umiltà di non disporre delle risorse prodigiose attribuite a Guglielmo.
 
IlMorì 7 febbraio [[1377]],nella Guglielmosua Zucchicittà conclusenatale il suo7 percorsofebbraio terreno,1377 venendo inizialmentee sepolto nel chiostro del convento domenicano di San Marco.

== IlCulto ==
La crescente affetto e venerazione da parte della popolazione locale portarono in seguito alla traslazione delle sue spoglie nella [[cripta]] della chiesa, per facilitarne l'accesso ai devoti. La procedura per la sua beatificazione prese avvio nel [[1438]], testimoniando il profondo impatto spirituale che Guglielmo ebbe lasciato nella sua comunità.
 
Il 30 aprile [[1662]], i resti di Guglielmo furono solennemente trasferiti sotto l'altare maggiore della chiesa<ref>{{Cita|Giuseppe Antonio Chenna|p. 197}}.</ref>, rimanendovi fino al 7 agosto [[1796]], quando le truppe francesi profanarono san Marco. Successivamente, il 9 settembre [[1802]], fu possibile recuperare le reliquie e trasferirle nella cappella di [[san Giuseppe]] dell'antico duomo. L'ordine di demolire il vecchio duomo, da parte di [[Napoleone Bonaparte]], portò il vicario vescovile, mons. Benevole, a custodire le reliquie di Guglielmo nel proprio oratorio privato, fino al loro ritorno sotto l'altare maggiore il 2 dicembre [[1810]].
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I restauri della cattedrale nel [[1876]] necessitarono di un ulteriore spostamento temporaneo delle reliquie nella chiesa della santissima Trinità, fino al loro definitivo collocamento il 24 aprile [[1879]] all'interno di una teca in vetro nella cappella del Rosario del [[duomo di Alessandria]].
 
Nel [[1628]], Bartolomeo Zucchi, a [[Pavia]], contribuì alla memoria di Guglielmo con la pubblicazione della "''Breve relatione del beato Guglielmo Zucchio''"<ref>{{Cita|Marzia Giuliani}}.</ref>, arricchendo ulteriormente il patrimonio storico e spirituale legato alla sua figura. La venerazione per Guglielmo Zucchi è stata formalmente riconosciuta attraverso un processo ''[[ab immemorabili]]'' avviato il 15 giugno [[1977]], e ogni anno, in occasione della sua festività il 7 febbraio, l'urna contenente i suoi resti viene esposta al pubblico, perpetuandoperpetuandone la memoria e l'influenza di questo umile servitore della fede e della comunità.
 
==Note==