Domenico Morone: differenze tra le versioni
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== Stile e critica==
Domenico Morone, insieme a [[Liberale da Verona]] e [[Francesco Benaglio]], fu considerato come colui che traghettò la [[scuola veronese di pittura]] dall'[[arte gotica]] verso il [[Rinascimento]] dopo gli anni di crisi successivi alla scomparsa del [[Pisanello]]. Mentre le opere veronesi del Liberale mantengono intatti i canoni stilistici del [[Mantegna]], secondo lo storico [[Giuseppe Fiocco]] l'arte di Domenico Morone contemplò maggiormente le voci delle correnti veneziane pur mantenendo alcune reminiscenze del gotico.<ref name=TreccaniFiocco>{{Treccani|domenico-morone_%28Enciclopedia-Italiana%29/|Domenico Morone}}</ref>
[[Giorgio Vasari]], ne ''[[Le Vite]]'', pose a confronto Domenico e il figlio Francesco concludendo a favore di quest'ultimo asserendo che «in poco tempo riuscì molto miglior maestro che il padre stato non era».<ref name="Vasari, 1568 264" /> Nei secoli successivi, tuttavia, la critica poté riscoprire le opere di Domenico.<ref name=Treccani/><ref>{{cita|Rognini, 1974|pp. 133-134}}.</ref>
Nonostante lo stesso Vasari non ne parli, Domenico Morone fu anche [[miniatura|miniaturista]], come d'altronde lo furono la maggior parte degli artisti veronesi coevi; almeno quattro sue miniature sono oggi note,
== Opere ==
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