Quinto Sextio: differenze tra le versioni

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Sestio ---> Sextio
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{{Bio
|Nome = Quinto
|Cognome = SestioSextio
|Sesso = M
|LuogoNascita =
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== Biografia ==
Fu il fondatore della [[Scuola dei Sestii]] forse l'unica scuola filosofica ispirata alla concezione tipicamente romana di valorizzare la pratica dell'esercizio concreto delle virtù piuttosto che la speculazione teorica. SestioSextio fondeva lo [[stoicismo]] con elementi del [[pitagorismo]], del [[platonismo]] e dell'[[aristotelismo]]. <ref>''Dizionario di filosofia'' (2009) alla voce "Sestio, Quinto"</ref> tutti principi dottrinali questi da trasfondere in saggi comportamenti per una vita felice:
{{Quote|Ciò che vi è di rimarchevole in SestioSextio è che egli mostra la grandezza della vita felice e tuttavia non ci fa disperare di essa: si sa che è, sì, in alto ma accessibile a chi voglia (''scies esse illam in excelso, sed volenti penetrabilem'') <ref>Seneca, ''[[Epistulae morales ad Lucilium|Ad Lucilium]]'', 64, 5</ref>}}
 
Secondo la testimonianza di [[Lucio Anneo Seneca|Seneca]], SestioSextio rinunciò alla carriera politica rifiutando la carica di senatore che gli aveva offerto [[Cesare]] nel [[44 a.C.]] <ref>Seneca, ''op.cit.'', 98, 13</ref>, per fondare la sua scuola filosofica dove gli adepti osservavano un atteggiamento di indifferenza e di lontananza rispetto alla politica del "palazzo". Seneca, che aveva ben altre idee sul rapporto tra filosofia e politica, apprezzava tuttavia dei SestiiSextii la volontà di disinteressarsi della vita dello Stato per «appartarsi e aspirare a più alte mete (''ut ad ampliora secederet'' <ref>Seneca, ''op.cit.'', 73,4</ref>»
 
SestioSextio viene ancora citato dallo stesso Seneca, a proposito delle sue convinzioni [[vegetarianismo|vegetariane]]:
{{Quote|SestioSextio riteneva che l'uomo avesse abbastanza per nutrirsi anche senza spargere sangue, e che divenisse un'abitudine alla crudeltà lo squarciare gli animali per il piacere della gola. Aggiungeva poi che bisogna limitare gli incentivi alla dissolutezza; concludeva che gli alimenti di varia qualità sono contrari alla salute e dannosi al nostro corpo <ref>Seneca, ''op.cit.'', 108, 18 (trad. di M. Natali in Seneca, ''Tutte le opere'', Bompiani 2000)</ref>.}}
 
La scuola che, secondo Seneca, assunse anche la configurazione di una vera e propria setta <ref>«Sextiorum nova et romani roboris secta» (Seneca, ''Quaestiones Naturales'' in fine)</ref>, fu frequentata, fino allo scioglimento decretato da [[Tiberio]] nel [[19 d.C.]] anche dall'enciclopedista [[Aulo Cornelio Celso]] e dai precettori dello stesso Seneca: il filosofo [[Sozione di Alessandria]] e il retore [[Papirio Fabiano]].