Genesis: differenze tra le versioni
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Hackett, anch'egli autore, condivideva con gli altri la passione per i primi [[King Crimson]], che aveva visto dal vivo al [[Marquee Club]] nel 1969 rimanendone favorevolmente impressionato.<ref>{{Cita libro|autore=Sid Smith|titolo=In the Court of King Crimson|url=https://www.worldcat.org/oclc/47118764|lingua = en|accesso=22 luglio 2018|data=2001|editore=Helter Skelter|OCLC=47118764|ISBN=1-900924-26-9}}</ref> Fu dietro sua insistenza che nel 1971 il gruppo acquistò di seconda mano, proprio dai King Crimson, il primo [[mellotron]], strumento le cui timbriche caratterizzarono in modo significativo la musica del gruppo almeno sino al 1976.<ref name="box"/> L'apporto compositivo di Hackett nei Genesis denota anche influenze dalla musica classica, specie in brani per sola chitarra come ''Horizons'' (da ''Foxtrot'', 1972) o l'introduzione di ''Blood on the Rooftops'' (da ''Wind & Wuthering'', 1976); quest'ultimo aspetto è ampiamente riscontrabile anche nella successiva carriera solista del chitarrista.<ref name="box"/>
Collins, fin dall'adolescenza appassionato di [[musica afroamericana]] e in particolare della [[Motown]], in un primo tempo contribuì soprattutto all'arrangiamento dei brani, inserendovi spunti derivati dal [[jazz]] o dalla [[Fusion (genere musicale)|fusion]], con riferimenti come [[Weather Report]] e [[Frank Zappa]], ad esempio nell'uso dei tempi dispari o, a partire dal 1976, con i duetti di batteria nelle parti strumentali in concerto.<ref name="box"/> Collins maturò una vena compositiva vera e propria solo a partire dagli anni ottanta,<ref name="box2"/> più o meno in coincidenza con l'inizio della sua carriera da solista e dopo che i Genesis erano divenuti un trio. Lo stile semplice e diretto che decretò la sua fortuna commerciale come autore è inevitabilmente presente anche nei brani che egli scrisse per il gruppo, come ''Misunderstanding'', ''Please Don't Ask'' e ''Man on the Corner''.<ref>{{cita|Giammetti (2010)|pp. 235, 241-242, 275 |cidGiammetti1}}.</ref>
A partire dalla fine degli anni settanta, la musica dei Genesis fu caratterizzata dall'uso preponderante di sonorità elettroniche a spese di strumenti come il pianoforte o la chitarra acustica, al contrario molto presenti fino ad allora. Inoltre, le mutate esigenze del mercato discografico indussero il gruppo a ridurre gradualmente le composizioni più lunghe e complesse tipiche dei primi album in favore di brani più concisi e accessibili, il che portò la critica in alcuni casi a parlare di "svolta pop",<ref name="OR12"/> complice anche il fatto che tale fase coincise con l'apice del successo commerciale. In tutti i dischi del periodo sono comunque presenti anche brani di respiro più ampio, alcuni dei quali quasi interamente strumentali come ''Duke's Travels/Duke's End'' (1980) o ''Second Home by the Sea'' (1983), vicini in tal senso allo stile iniziale, anche se con sonorità aggiornate.<ref>{{cita|Giammetti (2010)|p. 102|cidGiammetti1}}.</ref> Essi, così come gli estratti dal repertorio degli anni settanta, trovarono posto frequentemente anche nelle scalette dei concerti.<ref name="box"/> Gli stessi Genesis peraltro rimarcarono come, specie nella fase di maggior popolarità, la dimensione ''live'' rappresentasse meglio il loro stile e le loro reali capacità rispetto alla produzione in studio.<ref name="box"/>
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