Tabernella: differenze tra le versioni
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Le prime testimonianze di tale tradizione, di origine medioevale, si possono trovare negli scritti di padre [[Bartolomeo Beverini]] (''Annales Lucienses'', [[XVII secolo]]) e del Fiorentini (''Memorie della contessa Matilde di Canossa''<ref>{{Cita libro|autore2=Francesco Maria Fiorentini|titolo=Memorie della gran Contessa Matilda: restituita alla patria Lucchese|url=https://books.google.it/books?id=trlfAAAAcAAJ&hl=it&pg=PP1#v=onepage&q&f=false|anno=1756|editore=Stamperia di Vincenzo Giuntini}}</ref>)<ref name=":0" />.
Alla base di questa ricorrenza c'è la leggenda, riportata da vari autori, che sia stata istituita da [[Papa Alessandro II]] nel [[1061]]. La versione riportata nel 1888 in una rivista storica curata da [[Giuseppe Pitrè]] è la seguente<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=https://www.versiliatoday.it/2014/03/08/quando-finisce-il-carnevale-nella-diocesi-di-lucca-si-festeggiava-fino-alla-tabernella/,%20https://www.versiliatoday.it/2014/03/08/quando-finisce-il-carnevale-nella-diocesi-di-lucca-si-festeggiava-fino-alla-tabernella/|titolo=Quando finisce il Carnevale? Nella diocesi di Lucca si festeggiava fino alla Tabernella - Versiliatoday.it|autore=VersiliaToday Redazione|sito=www.versiliatoday.it|data=2014-03-08|lingua=it-IT|accesso=2024-03-11}}</ref>:
{{citazione|Un’ultima eco del [[Carnevale]], tante volte più forte e acuta di quello [canonico], si ha nella prima domenica di [[Quaresima]], che fu battezzata col nome di ''Pentolaccia'' o di ''Tabernella''.
{{citazione|Narra la leggenda che in questo giorno, otto secoli fa il [[Papa Alessandro II|vescovo Anselmo]] discendeva dal colle di Monte San Quirico, paesetto sulla destra del [[Serchio]], a pochi passi da [[Lucca]], dov’era stato a consacrarne la [[Chiesa di San Quirico in Monte San Quirico|chiesa]]: e già si trovava sulla riva del fiume, quando ad un tratto vide venirsi incontro i legati romani, che gli recavano le insegne papali, e lo proclamavano Pontefice. Anselmo, a tale inaspettata novella, colmo di esultanza, si curvò ed empitesi ambe le mani di rena, la gettò al vento, promettendo altrettante indulgenze, quanti eran que’ granelli di sabbia, a tutti coloro che in tal giorno si fosser recati a visitar la chiesa di Monte San Quirico; e da questo fatto ebbe origine la festa che si celebra tutti gli anni lassù, col nome Tabernella. Ma per quanto strano e curioso, è un fatto, che le feste religiose, in cambio di eccitare alla pietà e alla devozione, come vorrebbero, dando occasione ai raduni, ai banchetti e agli spettacoli, finiscono col riuscire una cosa tutta affatto mondana. Ora ai Lucchesi, che si trovavan sempre storditi dal frastuono carnevalesco e che non s’erano ancor levati la voglia, non parve vero di coglier il pretesto da quella festa, per passare un altro giorno allegramente. E così coll’andar degli anni la prima Domenica di Quaresima doventò presso di noi, alla barba del calendario, l’ultima domenica di Carnevale: che da un’osteriuccia (in latino Taberna) sul ponte della Freddana (torrente che sbocca nel Serchio), dove anticamente tutti quelli che accorrevano alla festa di Monte San Quirico si adunavano e banchettavano, si chiamò Domenica della Tabernella.|{{Cita pubblicazione|autore=Giovanni Giannini|anno=1888|titolo=Il Carnevale nel contado lucchese|rivista=Archivio per lo studio delle tradizioni popolari|città=Palermo|curatore=Giuseppe Pitrè|volume=Volume 7}}}} ▼
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Cesare Salvi riporta in un articolo dello stesso anno<ref name=":2">{{Cita web|url=http://www.parrocchie.it/lucca/montesanquirico/origini.html|titolo=Storia 1|sito=www.parrocchie.it|accesso=2024-03-11}}</ref><ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.pvalfreddanasud.it/wp-content/uploads/2023/02/tabernella_Andrea.pdf|titolo=LA TAVERNELLA o TABERNELLA}}</ref>:
{{citazione|[...] il [[Papa Alessandro II|Vescovo Anselmo]] recavasi a consacrare la [[Chiesa di San Quirico in Monte San Quirico||chiesa di S. Quirico in Monticello]] (forse restaurata e ricostruita ad opera dei [[Ordine di San Benedetto|Religiosi Benedettini]]). Mentre pertanto, compiuta la sacra cerimonia, il Vescovo seguito dal suo clero e dai suoi famigliari scendeva dal monticello, s'imbatté, presso la riva del [[Serchio]], in alcuni cavalieri che, incontratolo, s'
In uno studio del 2004 di Luca Ricci si conclude che<ref name=":2" /><ref name=":3" />:
{{citazione|Questo è il fatto religioso che è all'origine della festa, la quale ha attirato per secoli sul colle di Monte S. Quirico un autentico [[pellegrinaggio]] di fedeli che venivano a lucrare l'[[indulgenza]] plenaria e, se soprattutto negli ultimi anni, essa ha assunto quasi la caratteristica di inopportuno prolungamento delle feste di [[carnevale]], lo si deve al fatto che il radunarsi di una gran folla in giornata festiva comportava necessariamente che qualcuno provvedesse ad offrire cibarie, dolciumi e bibite alle persone che, dopo aver assolto alla pratica religiosa, si disperdevano sul colle per riposarsi.
A ciò provvide per lungo tempo una piccola taverna che si trovava in località "''Marinella''" sul versante del colle che dalla chiesa scende alla Freddana: quel punto di ristoro era chiamato appunto ''Tavernella''. Da qui anche il nome popolare della ricorrenza e, nell'espressione "''Andare alla Tavernella''", la gente comprendeva l'aspetto sacro e quello profano della festa, tanto che è diventato molto diffuso il detto: "''Nel dì della Tavernella si schicchera e si sfrittella''".|{{Cita pubblicazione|autore=Luca Ricci|città=Lucca|anno=2004|titolo=La chiesa di Monte San Quirico|rivista=Atti dell'Accademia lucchese delle Scienze, Lettere e Arti|volume=Seconda serie, Tomo XXXI}}}}
Altri studiosi suggeriscono che tale evento sarebbe avvenuto il [[9 marzo]] [[1063]], giorno della consacrazione della [[Chiesa di San Quirico in Monte San Quirico|chiesa di Monte San Quirico]] e data nella quale Anselmo, già eletto papa, ricevette finalmente la notizia che la sua nomina era stata legittimata anche dai suoi avversari e che poteva quindi rientrare a Roma<ref name=":0" />.
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