Cesare Salvi riporta in un articolo dello stesso anno<ref name=":2">{{Cita web|url=http://www.parrocchie.it/lucca/montesanquirico/origini.html|titolo=Storia 1|sito=www.parrocchie.it|accesso=2024-03-11}}</ref><ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.pvalfreddanasud.it/wp-content/uploads/2023/02/tabernella_Andrea.pdf|titolo=LA TAVERNELLA o TABERNELLA}}</ref>:
{{citazione|[...] il [[Papa Alessandro II|Vescovo Anselmo]] recavasi a consacrare la [[Chiesa di San Quirico in Monte San Quirico||chiesa di S. Quirico in Monticello]] (forse restaurata e ricostruita ad opera dei [[Ordine di San Benedetto|Religiosi Benedettini]]). Mentre pertanto, compiuta la sacra cerimonia, il Vescovo seguito dal suo clero e dai suoi famigliari scendeva dal monticello, s'imbatté, presso la riva del [[Serchio]], in alcuni cavalieri che, incontratolo, s'inginocchiarono davanti a lui. Quei cavalieri erano gli ambasciatori di [[Roma]], i quali festosamente venivano ad annunziargli la sua [[Habemus papam|gloriosa esaltazione al supremo governo della Chiesa]]. Il Vescovo Anselmo (illustre nella storia dei [[papa|Papi]] col nome di Alessandro II), udita la fausta notizia, ne rese grazie al Signore e, raccolte nelle sue mani le arene del fiume, le disperse al vento dichiarando di concedere, in commemorazione di questo avvenimento, ai fedeli che in questo giorno memorabile avrebbero visitato la chiesa di S. Quirico, tante [[indulgenza|indulgenze]] per la salute dell'anima loro, quanti erano i granelli minuti di quell'arena.|{{Cita pubblicazione|autore=Cesare Salvi|anno=1888|titolo=La Tavernella|rivista=L'Esare|volume=Volume 60 anno II}}}}
In uno studio del 2004 di Luca Ricci si conclude che<ref name=":2" /><ref name=":3" />: