Ba'al Shem Tov: differenze tra le versioni

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Il principio fondamentale sul quale si base lo chassidismo consiste in una concezione di Dio intensamente [[Panenteismo|panenteistica]], secondo la quale l'intero universo, la mente e la materia, sono una manifestazione del Divino e che tale manifestazione non è una [[Emanatismo|emanazione]] di Dio, come i [[Mitnagdim]] interpretano la [[Cabala ebraica|Cabala]], poiché nulla può essere separato da Dio: tutte le cose sono forme in cui Dio si rivela. Quando l'uomo parla, dice il Besht, deve ricordarsi che il suo discorso è un elemento di vita e che la vita stessa è una [[manifestazione di Dio]]. In Dio esiste anche il male. Questa apparente contraddizione si spiega col fatto che il male non è male in sé, ma solo nella sua relazione con l'uomo. È sbagliato guardare una donna con desiderio, ma è divino ammirarla per la sua bellezza: è quindi sbagliato solo nella misura in cui l'uomo non considera la bellezza come una manifestazione di Dio, ma la fraintende e la pensa in riferimento a se stesso. Tuttavia, il [[Peccato (ebraismo)|peccato]] non è nulla di positivo, ma è identico con le imperfezioni delle azioni e del pensiero umano. Chi non crede che Dio risieda in tutte le cose, ma separa Dio da esse nei suoi pensieri, non ha la concezione giusta di Dio. È ugualmente fallace pensare ad una creazione nel tempo: la creazione, cioè l'attività di Dio, non ha fine. Dio è sempre attivo nei cambiamenti della natura: infatti, è in questi cambiamenti che consiste la continua creatività divina.<ref name="Elem">Per questa sezione specifica, si vedano [http://www.chabad.org/library/article_cdo/aid/1202473/jewish/Teachings.htm "The Baal Shem Tov's Teachings"], raccolta di articoli su ''[[chabad.org]]''; [http://www.chabad.org/library/article_cdo/aid/1209510/jewish/The-Baal-Shem-Tov-on-Perpetual-Creation.htm "perpetual Creation"] di Yehuda Shurpin; Moshe Rosman, ''Founder of Hasidism, cit.'', Littman Library of Jewish Civilization, 2ª ed. 2013, ''s.v.'' "Doctrine".</ref>
 
Questo [[panenteismo]] sarebbe stato ignorato se Ben Eliezer non fosse stato un uomo del popolo. Diede alla sua concezione [[metafisica]] di Dio un significato pratico. Il primo risultato dei suoi principi fu infondere nella comunità un notevole [[ottimismo]]. Dal momento che Dio è [[Immanenza|immanente]] in tutto, tutto deve possedere qualcosa di buono in cui Dio possa manifestarsi come fonte di bene. Per questo motivo, Ben Eliezer insegnava che ogni uomo deve essere considerato buono ed i suoi peccati devono essere spiegati, non condannatocondannati. Una delle sue frasi preferite era che nessun uomo affonda così in basso da non essere in grado di risollevarsi verso Dio. Naturalmente, poi fu il suo sforzo principale di convincere i peccatori che Dio si trovava tanto vicino a loro quanto ai giusti, e che le loro malefatte erano soprattutto le conseguenze della loro follia.
 
{{Approfondimento|allineamento=sinistra|larghezza=40%<!--|titolo=Halakhah-->|dim-testo = 90%|titolo=Gioia e amor di Dio