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'''Mivar S.r.l.''' è un'[[azienda]] [[italia]]na di [[elettronica di consumo]] con sede ad [[Abbiategrasso]], [[comune]] della [[città metropolitana di Milano]]. Fondata nel 1945 a [[Milano]] con la denominazione di VAR, è diventata nel 1963 Mivar, acronimo di '''MI'''lano '''V'''ichi '''A'''pparecchi '''R'''adiofonici, e marchio costituito dalle lettere Mivar in caratteri corsivi<ref>{{Cita web|url=https://www.milanotoday.it/economia/mivar-chiude.html|titolo=Muore la tv Mivar: l'azienda di Carlo Vichi produrrà mobili|sito=MilanoToday|lingua=it|accesso=8 giugno 2021}}</ref><ref name=":0" />, ponendosi per un certo periodo quale leader di mercato a livello nazionale nell'industria dei [[televisori]].
Con lo stesso
==Storia==
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Negli anni 2000 il settore degli apparecchi televisivi è caratterizzato da una profonda mutazione. L'avvento della [[globalizzazione]] dell'economia mondiale favorisce la [[delocalizzazione (economia)|delocalizzazione produttiva]] da parte delle multinazionali occidentali, giapponesi e sudcoreane, che, attratte dal minor [[costo del lavoro]], spostano intere produzioni nei paesi dell'[[Europa dell'Est]] e in [[Cina]].<ref name="devecchi">{{cita libro | autore=C. Devecchi | titolo= Problemi, criticità e prospettive dell'impresa di famiglia| volume = 1| anno= 2007| editore= Vita e Pensiero| pp=167-169}}</ref> Sul piano tecnologico, poi, i televisori si evolvono con l'introduzione dello [[schermo piatto]] e, soprattutto, con il progressivo affiancamento e superamento del sistema [[Schermo a tubo catodico|a tubo catodico]], fino ad allora unica tecnologia esistente per la visualizzazione di immagini, da parte della tecnologia al [[televisore al plasma|plasma]] e in seguito di quella [[LCD]].<ref name="devecchi"/> A favorire l'affermazione di questi nuovi tipi di apparecchi è l'innovativo ''[[design industriale|design]]'', divenuto argomento fondamentale che ha superato per importanza l'affidabilità e la qualità.<ref name="devecchi"/>
L'affermazione dello schermo a matrice di [[pixel]] rappresenta per l'azienda abbiatense l'inizio del suo declino.<ref name="villani"/><ref name="job"/><ref name="devecchi"/><ref>{{cita web|autore=G. Rusconi|url=https://st.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tecnologia%20e%20Business/2006/01/mc260106-RUSCONI-tv2_PRN.shtml|titolo=Il tubo catodico non è morto. E batterà ancora i «flat»|data=gennaio 2006|accesso=6 marzo 2021}}</ref> La concorrenza sul mercato dei televisori dei produttori orientali degli anni novanta, che Mivar è stata capace di mitigare attraverso oculate scelte aziendali per quel che concerne il contenimento dei costi di produzione, nel decennio successivo si
Nel 2004, nel tentativo di recuperare mercato, Mivar mette in commercio la prima linea di TV a cristalli liquidi, ritrovandosi a dover acquistare i componenti per tali prodotti da aziende concorrenti (ad esempio, per quanto riguarda i pannelli LCD, da [[AU Optronics|AUO]], [[LG Display|LG]] e [[Samsung Electronics|Samsung]]).<ref name="pannellilcd">{{cita pubblicazione |autore= M. Lanari|titolo= Lotta all'ultimocristallo (liquido)|rivista= Job|editore= Calendario|numero= 1|anno= 2008|mese= gennaio|p=11}}</ref><ref>{{cita news|autore=Redazione|url=https://www.tag24.it/175398-carlo-vichi-patron-mivar/|titolo=Carlo Vichi (patron Mivar) a Radio Cusano: “Nessuno del governo si è preoccupato quando la mia azienda è andata in crisi”|pubblicazione=Unicusano Tag24|data=16 marzo 2017|accesso=6 marzo 2021}}</ref> Nel maggio 2006, nonostante si producano ancora circa {{formatnum:700000}} apparecchi all'anno, si ricorre nuovamente alla cassa integrazione a zero ore, che stavolta riguarda tutti i dipendenti.<ref>{{cita news|autore=Redazione|url=http://www.adnkronos.com/Speciali/P_Lp/It/18.html|titolo=Settimana dal 2 all’8 maggio|pubblicazione=[[ADN Kronos]].it|data=19 giugno 2006|accesso=6 marzo 2021|dataarchivio=19 ottobre 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061019211652/http://www.adnkronos.com/Speciali/P_Lp/It/18.html|urlmorto=sì}}</ref>
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Nel giugno 2013 Mivar presenta il suo primo modello di [[Smart TV]], un apparecchio da 40 pollici con accesso a [[Internet]] su piattaforma [[Android]] e supporto a Google Play; denominato 40LED1 Smart TV, si tratta di una rielaborazione di un modello già a listino, la TV LCD Full HD 40LED1, che con l'aggiunta di hardware e di collegamenti ulteriori rende possibile il collegamento ad [[Internet]] sia tramite [[Wi-Fi]] che tramite cavo [[Ethernet]]. Il TV consente utilizzo delle applicazioni ed alla riproduzione di file multimediali di vario tipo e consente di interagire con il televisore collegandovi mouse e tastiere, anche wireless<ref>{{Cita web|url=https://www.avmagazine.it/news/televisori/mivar-smart-tv-android-da-40-pollici_8098.html|titolo=Mivar: Smart TV Android da 40 pollici|lingua=it|accesso=8 giugno 2021}}</ref>. Nonostante il prezzo competitivo per un apparecchio con caratteristiche del genere (circa 650 euro), complice la situazione di crisi, questo modello non riesce ad essere prodotto in adeguata serie.
Gli ultimi televisori Mivar ad uscire di produzione sono 6 modelli a LED (da 19', 26', 22', 32' ed il menzionato 40')<ref>{{Cita web|url=http://www.mivar.it/index.htm|titolo=- Mivar di Carlo Vichi E C. s.a.s.|sito=web.archive.org|data=14 febbraio 2015|accesso=8 giugno 2021|dataarchivio=14 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150214035352/http://www.mivar.it/index.htm|urlmorto=sì}}</ref> con tecnologia HD ready o Full HD, retroilluminazione LED Edge e varie dotazioni hardware e software a seconda della versione (slot CI+ per i canali in HD a pagamento, ingressi HDMI, ingresso VGA, scart RGB, ingresso component, video composito, uscita audio stereo su RCA e uscita cuffie). Il lancio di questi nuovi prodotti, che rimangono in vendita fino ad esaurimento delle scorte, non riesce a risollevare le sorti di Mivar, in costante perdita. Quattro mesi più tardi,
I valori del [[fatturato]] e l'[[utile]] dell'azienda meneghina avevano del resto registrato un costante calo fin dal 2000, con costanti [[perdita (economia)|perdite]] nonostante riuscisse a vendere tutti i pezzi prodotti: lo stesso Carlo Vichi ha dichiarato di aver speso in totale 100 milioni di euro di fondi propri per ripianare le perdite e consentire alla sua azienda di ottenere bilanci formalmente in pareggio, poiché dal punto di vista industriale era praticamente decotta.<ref name="job" /><ref>{{cita news|autore=V. Conte|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/03/07/affitto-gratis-la-mia-mivar-chi-assume.html?ref=search|titolo="Affitto gratis la mia Mivar a chi assume 1200 italiani"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=7 marzo 2014|p=28|accesso=7 marzo 2021}}</ref> L'ultimo dato disponibile sul fatturato è relativo al 2006, anno in cui esso si aggirava sui 40 milioni di euro.<ref name="pannellilcd" />
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Dopo la chiusura della fabbrica, dei 60 dipendenti dell'ultimo periodo<ref name="fagnani" /> ne rimangono in servizio circa 20, addetti alla sorveglianza dell'immobile di via Dante 45 ed all'assistenza tecnica ai clienti<ref>{{Cita web|url=https://www.avmagazine.it/news/televisori/mivar-chiude-a-dicembre_8528.html|titolo=Mivar chiude a dicembre!|lingua=it|accesso=8 giugno 2021}}</ref>; in un reportage televisivo realizzato dalla trasmissione di [[Rai 3]] [[I dieci comandamenti (programma televisivo)|''I dieci comandamenti'']] le maestranze hanno riferito infatti di continuare regolarmente a ricevere richieste di riparazione di apparecchi Mivar, anche dei modelli più datati. L'assistenza, almeno formalmente, ha continuato ad essere assicurata anche presso i concessionari territoriali, fino allo scoppio della [[pandemia di COVID-19]]<ref>{{Cita web|url=http://www.mivar.it/concessionari.htm|titolo=Concessionari|sito=web.archive.org|data=19 febbraio 2015|accesso=8 giugno 2021|dataarchivio=19 febbraio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150219151652/http://www.mivar.it/concessionari.htm|urlmorto=sì}}</ref>.
Tra il 1990 e il 2001, approfittando dell'ottima situazione in cui si trovava in tale periodo, la Mivar aveva realizzato sempre ad Abbiategrasso un nuovo impianto produttivo<ref name="job" /><ref>{{cita news|autore=G. Lonardi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/11/23/mivar-miracolo-ad-abbiategrasso.html?ref=search|titolo=MIVAR, MIRACOLO AD ABBIATEGRASSO|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=23 novembre 1990|p=23|accesso=6 marzo 2021}}</ref>, progettato e curato personalmente in tutte le sue fasi di costruzione da Carlo Vichi. Il nuovo polo è costato 100 miliardi di lire e sarebbe in grado di produrre teoricamente fino a 2 milioni di apparecchi all'anno, impiegando una forza lavoro di 1200 persone ed estendendosi su una superficie complessiva di {{M|120000|ul=m²}}, di cui 60.000 adibiti a parco alberato e {{M|30000|u=m²}} coperti su due piani, con aree di parcheggio, una grande mensa e un presidio medico<ref>{{Cita web|url=https://www.fanpage.it/attualita/la-mia-mivar-chiude-ma-io-l-affitto-gratis-a-chi-assume-1200-italiani/|titolo=“La mia Mivar chiude, l’affitto gratis a chi assume 1200 italiani”|sito=Fanpage|lingua=it|accesso=8 giugno 2021}}</ref>. La fabbrica, complice la crisi già evidente all'inizio degli anni 2000 - da una quota di mercato del 35% nel 1999, la medesima si era ridotta ad appena l'8% nel 2006<ref name="pannellilcd" /> - non è mai divenuta operativa<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/notizie/cronaca/13_ottobre_15/mivar-addio-tv-made-italy-carlo-vichi-produrremo-mobili-207063b0-3578-11e3-9c0c-20e16e3a15ed.shtml|titolo=Mivar, addio alla tv made in Italy Carlo Vichi: «Produrremo mobili»|sito=Corriere della Sera|data=15 ottobre 2013|lingua=it|accesso=8 giugno 2021|urlmorto=sì}}</ref>; nel 2014 il proprietario offre, senza successo, di cederla gratuitamente a qualsiasi realtà del settore,
=== Lo sviluppo di prodotti per l'arredamento e la scomparsa del marchio ===
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