Utente:Peppermania00/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 28:
[[File:WarnerUBL.jpg|miniatura|Il collare della colomba]]
Tra le sue opere più importanti vi sono: ''[[Il collare della colomba]]'', una raccolta di brani sull'amore impreziosita da una indagine psicologica dei personaggi, utilizzata per effettuare una indagine sul linguaggio, che gli consentì di redigere una grammatica zahirita<ref>La radice araba <ẓ-h-r> implica il concetto di "essere apparente" "essere chiaro", "essere manifesto".</ref> (che non concedeva cioè spazio a interpretazioni spinte), ma soprattutto di scremare il linguaggio da una serie di ambiguità che avrebbero potuto ostacolare una comprensione corretta del [[Corano]]; ''Giudizio sulle fondamenta'' (in arabo ''aḥkām'') fu invece un'opera etico-legale con l'autore impegnato a catalogare le azioni umane, mentre il ''Fiṣal'' fu caratterizzata da un attento e esauriente esame delle teorie filosofiche riguardanti culti religiosi<ref name ="Filos">[http://www.filosofico.net/filos.html www.FILOSOFICO.net<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
===Aristotelismo===
 
=== Ideologia religiosa ===
Riga 34 ⟶ 36:
La critica principale che viene rivolta dagli studiosi musulmani è quella della falsificazione ('''taḥrīf''',{{arabo|تحريف}}) dei testi di Torah e Vangelo rispetto a quello che era stato il messaggio originale di Dio. Appena dopo la venuta di [[Maometto]] la maggior parte degli studiosi pensava che il testo fosse stato intenzionalmente falsificato (''taḥrīf al-naṣṣ'', {{arabo|تحريف الناس}}), mentre successivamente gli studiosi mutano parere verso l'idea che la falsificazione fosse semplicemente una falsa interpretazione del testo (''taḥrīf al- maʿnā'', {{arabo|تحريف المنى}})<ref name=Adang1/>.
 
Ibn Hazm si inserisce nel filone della falsificazione del testo della Bibbia, ma portando alcune considerazioni innovative. Infatti, era l'unico studioso ad avere una conoscenza estesa e approfondita del testo della [[Bibbia]], avendolo studiato dal punto di vista lessicale e [[linguistica|linguistico]]<ref name=Adang2>{{Cita|Adang|pp.460}}</ref>. Secondo Hazm le falsificazioni sono proprio delle modifiche di carattere testuali che fanno differire il testo da quanto trasmesso inizialmente da [[Dio]]. Queste considerazioni sono inserite in un testo chiamato ''"La rivelazione delle modifiche apportate dagli ebrei e dai cristiani alla Torah e ai Vangeli"'', oggi andato perduto, ma poi inserite in un altro testo '''"Kitāb al-Faṣl fī l-milal wa-l- ahwāʾ wa-l-niḥal"''' (''"Il libro della valutazione finale delle confessioni religiose, delle comunità religiose e delle sette"'')<ref name=Adang2/>. All'interno di questi testi lo studioso delinea varie argomentazione: storiche, logiche e di conoscenza di fatti naturali-scientifici. Come prima ''prova storica'' riporta l'argomento storico: i Vangeli sono stati scritti nell'epoca in cui i cristiani erano [[Persecuzione dei cristiani nell'Impero romano|perseguitati]], per questo motivo non sarebbero stati in grado di conservare in maniera precisa il testo del messaggio di [[Gesù]]. Un'altra prova storica viene presa direttamente dalle dichiarazioni dei cristiani, che ritengono che i Vangeli siano stati scritti da quattro [[evangelista|quattro uomini]]. Infine, viene presa ad esempio la tardiva [[Conversione religiosa|conversione]] di Costantino, che non seguì mai la dottrina ufficiale della Chiesa sulla divinità di Cristo, ma invece la teoria di [[Arianesimo|Ario]] che sosteneva come Gesù fosse un uomo e un [[profeta]]<ref>{{Cita|Adang|pp.461-462}}</ref>. Soprattutto la lenta conversione di Agostino viene, poi, paragonata a quella fulminea delle tribù arabe, per mostrare, invece, come il testo del Corano sia evidentemente corretto.
Conseguentemente viene portata la '''prova logica'''. Hazm, infatti, riteneva che l'unico strumento valido per conoscere il mondo fosse proprio la [[logica]], a partire dalle teorie di [[logica aristotelica|Aristotele]]. Basandosi su queste concezioni, il filosofo sostiene che la realtà derivi solo dai sensi e come Dio sia qualcosa di nettamente separato da quanto ha creato. Dopo aver posto le basi del suo ragionamento, sostiene che l'appellativo "vivente" non possa essere riferito a due entità composte da diversa materia. Questa è una rigorosa applicazione della logica aristotelica. Una ulteriore prova logica viene edotta dalla capacità propria di ogni essere umano di distinguere chiaramente e in maniera immediata il vero dal falso. Questi due poli, secondo l'interpretazione di Ibn Hazm dei testi di [[Aristotele]], non può essere distinta da quanto vediamo. Proprio per questo motivo lo studioso considera i Vangeli come testi falsi, che nemmeno resistono alla prova del senso comune, per cui da essi derivano anche false affermazioni su Dio e sul suo rapporto con il Creato. Come ulteriore esempio di questa ''incoerenza logica'' viene portata la [[Trinità]], considerata come un qualcosa di unico dai cristiani. Essa viene vista come un'incoerenza logica in quanto uno e tre non corrispondono<ref>{{Cita|Adang|pp.472-473}}</ref>.