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Ibn Hazm si inserisce nel filone della falsificazione del testo della Bibbia, ma portando alcune considerazioni innovative. Infatti, era l'unico studioso ad avere una conoscenza estesa e approfondita del testo della [[Bibbia]], avendolo studiato dal punto di vista lessicale e [[linguistica|linguistico]]<ref name=Adang2>{{Cita|Adang|pp.460}}</ref>. Secondo Hazm le falsificazioni sono proprio delle modifiche di carattere testuali che fanno differire il testo da quanto trasmesso inizialmente da [[Dio]]. Queste considerazioni sono inserite in un testo chiamato ''"La rivelazione delle modifiche apportate dagli ebrei e dai cristiani alla Torah e ai Vangeli"'', oggi andato perduto, ma poi inserite in un altro testo ''"Il libro della valutazione finale delle confessioni religiose, delle comunità religiose e delle sette"''(''"Kitāb al-Faṣl fī l-milal wa-l- ahwāʾ wa-l-niḥal"'' )<ref name=Adang2/>.
All'interno di questi testi lo studioso delinea varie argomentazione: storiche, logiche e di conoscenza di fatti naturali-scientifici. Come prima '''prova storica''' riporta l'argomento storico: i Vangeli sono stati scritti nell'epoca in cui i cristiani erano [[Persecuzione dei cristiani nell'Impero romano|perseguitati]], per questo motivo non sarebbero stati in grado di conservare in maniera precisa il testo del messaggio di [[Gesù]]. Un'altra prova storica viene presa direttamente dalle dichiarazioni dei cristiani, che ritengono che i Vangeli siano stati scritti da quattro [[evangelista|uomini]]. Infine, viene presa ad esempio la tardiva [[Conversione religiosa|conversione]] di [[Costantino I|Costantino]], che non seguì mai la dottrina ufficiale della Chiesa sulla divinità di Cristo, ma invece la teoria di [[Arianesimo|Ario]] che sosteneva come Gesù fosse un uomo e un [[profeta]]<ref>{{Cita|Adang|pp.461-462}}</ref>. Soprattutto la lenta conversione di Costantino viene, poi, paragonata a quella fulminea delle tribù arabe, per mostrare, invece, come il testo del [[Corano]] sia evidentemente corretto. Conseguentemente viene portata la '''prova logica'''. Hazm, infatti, riteneva che l'unico strumento valido per conoscere il mondo fosse proprio la [[logica]], a partire dalle teorie di [[logica aristotelica|Aristotele]]. Basandosi su queste concezioni, il filosofo sostiene che la '''realtà derivi solo dai sensi''' e come Dio sia qualcosa di nettamente separato da quanto ha creato. Dopo aver posto le basi del suo ragionamento, sostiene che l'appellativo "vivente" non possa essere riferito a due entità composte da diversa materia. Questa è una rigorosa applicazione della logica aristotelica. Una ulteriore prova logica viene edotta dalla capacità propria di ogni essere umano di distinguere chiaramente e in maniera immediata il vero dal falso. Questi due poli, secondo l'interpretazione di Ibn Hazm dei testi di [[Aristotele]], non può essere distinta da quanto vediamo. Proprio per questo motivo lo studioso considera i Vangeli come testi falsi, che nemmeno resistono alla prova del senso comune, per cui da essi derivano anche false affermazioni su Dio e sul suo rapporto con il Creato. Come ulteriore esempio di questa '''incoerenza logica''' viene portata la [[Trinità]], considerata come un qualcosa di unico dai cristiani. Essa viene vista come un'incoerenza logica in quanto uno e tre non corrispondono<ref>{{Cita|Adang|pp.472-473}}</ref>. A partire dalla puntuale lettura dei Vangeli, Ibn Hazm critica anche la divinizzazione di Gesù considerato un semplice uomo e profeta. Ponendo anche che fosse un Dio, il filosofo accusa conseguentemente i cristiani di [[politeismo]], infatti, viene riportato un passaggio del [[Vangelo secondo Marco]]
A conseguenza di queste teorie, il cristianesimo viene considerato da Ibn Hazm come una stolta [[idolatria]], proprio perchè in netta contraddizione con il senso comune. Infatti, secondo Ibn Hazm la percezione sensoriale è l'unico mezzo messo a disposizione dell'uomo per distinguere verità falsità. Tramite questo mezzo lo studioso analizza il materiale narrativo dei Vangeli e ne trova le incompatibilità con le leggi di natura e la logica della mente umana. Esse non possono nemmeno essere interpretate tramite metafore e allegorie, rifiutate dalla sua interpretazione. Ibn Hazm ritiene l'Islam come unica religione naturale ({{latino|religio naturalis}}), questo le conferisce la possibilità di correggere ogni altra fede o religione<ref>{{Cita|Adang|p.476}}</ref>.
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