Filippo Neri: differenze tra le versioni

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In seguito a questa esperienza Filippo abbandonò la casa dei Caccia per ritirarsi a vivere come [[eremita]] fra le strade di Roma, dormendo sotto i portici delle chiese o in ripari di fortuna. Spesso lo si vedeva passeggiare per le piazze cittadine vestito con una tonaca munita di cappuccio. Camminando per [[Campo de' Fiori]] e nei vicoli di [[Trastevere]] incontrava giovani che lo deridevano e beffeggiavano. Egli non si faceva sfuggire l'occasione e, unendosi alla comitiva, la conquistava con la sua simpatia. Cominciava con una barzelletta e con qualche gioco, ma poi s'improvvisava predicatore, dicendo: «Fratelli, state allegri, ridete pure, scherzate finché volete, ma non fate peccato!».
[[File:San Filippo Neri con grembiule per la lavanda dei piedi ai pellegrini..jpg|miniatura|''San Filippo Neri con grembiule per la lavanda dei piedi ai pellegrini'' presso la [[Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini (Roma)|Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini]]]]
 
Molti tentavano di farlo cadere, una volta dei giovani scapestrati idearono una raffinata trappola: invitatolo in una casa, vi introdussero prostitute. Ma la [[Purezza (concetto morale)|purezza]] di Filippo ebbe la meglio. Qualche anno più tardi dovette affrontare lo stesso tipo di tentazione a casa di una tale Cesaria, nota per la sua bellezza. Essa volle scommettere con gli amici che sarebbe riuscita con le sue capacità di seduzione a farlo capitolare. Fingendosi inferma lo invitò a casa sua per una [[Sacramento della penitenza|confessione]]. Quando Filippo arrivò nella sua stanza la trovò vestita con un indumento così trasparente che niente lasciava alla fantasia. Accortosi dell'inganno, Filippo si diede alla fuga, e la donna, scoperta, si vendicò tirandogli dietro un pesante sgabello. Forse è per questa esperienza che Filippo dirà in seguito ai suoi discepoli che « [...] le tentazioni si vincono resistendo ad esse, ad eccezione di quelle carnali, dove è solo fuggendo che si hanno gloriose vittorie».