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[[File:Monumento a Ibn Hazm.jpg|thumb|Ibn Hazm]]
{{DEFAULTSORT:Collare della colomba}}
{{Libro Bio
|Nome = Ibn
|titolo = Il collare della colomba
|Cognome = Hazm
|titoloorig =طوق الحمامة
|PostCognomeVirgola = alias ''Abū Muḥammad ʿAlī b. Aḥmad b. Saʿīd ibn Ḥazm'', talvolta noto come ''al-Andalusī al-Ẓāhirī''
|annoorig =1022
|PreData = {{arabo|أبو محمد علي بن احمد بن سعيد بن حزم}}
|genere = trattato
|Sesso = M
|sottogenere = amore
|LuogoNascita = Cordova
|lingua = arabo
|GiornoMeseNascita = 7 novembre
|immagine =WarnerUBL.jpg
|AnnoNascita = 994
|didascalia =Collare della colomba<br />(Ms. in Bibl. Leiden)
|LuogoMorte = Huelva
|GiornoMeseMorte = 15 agosto
|AnnoMorte = 1064
|Epoca = 1000
|Attività = giurista
|Attività2 = letterato
|AttivitàAltre = , [[psicologo]], [[storia|storico]], [[filosofo]], [[teologo]]
|Nazionalità = arabo
|PostNazionalità = dell'[[al-Andalus|epoca andalusa]], pensatore della scuola [[islam]]ica [[Zahiriyya|zahirita]]. Ha realizzato circa quattrocento opere delle quali solamente quaranta sono sopravvissute.<ref name="EB2">[https://www.britannica.com/biography/Ibn-Hazm "Ibn Hazm." Encyclopædia Britannica. 2006. Encyclopædia Britannica Online. 25 maggio 2017]</ref><br />
Ibn Ḥazm è considerato il "padre fondatore degli studi comparativi sulle [[religioni]]"<ref>Joseph A. Kechichian, [http://gulfnews.com/culture/people/a-mind-of-his-own-1.1121412 A mind of his own] [[Gulf News]]: 21:30 December 20, 2012</ref>
}}
Il '''''Collare della colomba''''' ({{arabo|طوق الحمامة|Ṭawq al-Ḥamāmah}}) è un trattato sull'[[amore]] e gli amanti dell'[[al-Andalus|arabo andaluso]] [[Ibn Hazm]] ([[994]]-[[1064]])<ref>{{Cita pubblicazione |autore = Lorenzo Mazzoni |url = http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/31/letteratura-araba-al-femminile-il-collare-della-colomba/932227/ |titolo = Letteratura araba al femminile: ‘Il collare della colomba’ |giornale = [[Il Fatto quotidiano]] |data = 31 marzo 2014 |accesso = 1º dicembre 2015}}</ref> scritto intorno al [[1022]].<ref>{{Cita|P. K. Hitti|p. 58|Hitti}}.</ref>
 
== Vita ==
È un'importante opera della letteratura arabo-ispanica tradotta in varie lingue europee. È una raccolta di brani sulle regole dell'[[amor cortese]], esaltante il culto della donna, la sottomissione dell'essere amato e che lascia intendere una preferenza per l'unione delle anime, anche se spesso scivola nel sensuale.
Ibn Ḥazm nacque da una famiglia altolocata, in cui sia il nonno sia il padre occuparono una posizione di rilievo all'interno della corte del [[califfo]] [[Hisham II ibn al-Hakam|Hisham II]].<br />
Il periodo storico vissuto da Ibn Ḥazm fu contrassegnato da continue lotte etniche che portarono alla frammentazione del [[califfato di Cordova]] in tanti piccoli regni belligeranti. Proprio durante la sua infanzia, la casa paterna fu distrutta durante uno scontro fra [[Arabi]] e [[Berberi]]. Essendosi schierato a favore di un partito politico, dovette subire da una parte il carcere e dall'altra la responsabilità di incarichi importanti. Quando, nel [[1031]], decise di occuparsi di [[letteratura]], la sua vita mutò radicalmente indirizzo.
 
==Scrittura Pensiero ==
Ibn Hazm è principalmente conosciuto al grande pubblico per il trattatello [[Il collare della colomba]] dedicato all'amor cortese. Per quanto riguarda i sui principali lavori, lo studioso si dedicò alla scrittura di una grammatica zahirita<ref>La radice araba <ẓ-h-r> implica il concetto di "essere apparente" "essere chiaro", "essere manifesto".</ref> (che non concedeva cioè spazio a interpretazioni spinte), con l'obiettivo di scremare il linguaggio da una serie di ambiguità che avrebbero potuto ostacolare una comprensione corretta del [[Corano]]. Il linguaggio è il vero argomento di interesse dello studioso, che viene sfruttato per giustificare svariate opinioni nei campi della critica delle altre religioni, come anche una nuova interpretazione giuridica. Sono bandite l'opinione personale (raʾy) e la credenza sulla base dell'autorità (taqlīd), e in cui il ruolo del ragionamento [[analogia (diritto)|analogico]] era fortemente limitato<ref>{{Cita|Adang|pp.207-208}}</ref>.
Su richiesta di un amico, l'autore compone il trattatello sotto forma di [[epistola]] in cui descrive l'amore, le circostanze in cui nasce, le vicissitudini che lo accompagnano e il comportamento che esso suggerisce o impone agli amanti. Ibn Hazm prende ispirazione soprattuto alle sue esperienze giovanili, in quanto lo scrisse in giovane età, probabilmente durante un periodo di allontanamento dalla vita politica. L'obiettivo con cui scrive l'opera è pratico: condurre coloro che vivono una vita misera alla beatitudine tramite l'amore<ref>{{Cita|Lopez Pita|73-74}}</ref>.
Un altro interesse è il campo giuridico, all'interno del quale si situa l'opera ''Giudizio sulle fondamenta'' (in arabo ''aḥkām''), con l'autore impegnato a catalogare le azioni umane, mentre il ''Fiṣal'' fu caratterizzata da un attento e esauriente esame delle teorie filosofiche riguardanti culti religiosi<ref name ="Filos">[http://www.filosofico.net/filos.html www.FILOSOFICO.net<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Il titolo "Collare della colomba" fa riferimento alla tradizione [[neoplatonismo|neoplatonica]] islamica che ha una nuova fioritura con [[Avicenna]] nel X-XI secolo. Nonostante non abbia una contatto diretto con i testi di [[Platone]], il filosofo viene molto analizzato. Secondo questa nuova interpretazione, confermata dallo stesso Avicenna, la colomba avrebbe rappresentato l'anima caduta. Essa è anche un collegamento al mondo religioso, infatti, l'anima è libera di tessere il proprio destino, il proprio fato, ma non può alterare la natura stessa dell'Essere che l'ha generata<ref>{{Cita|Lopez Pita|pp.73-75}}</ref>.
 
===Amor cortese===
==Contenuto==
[[File:WarnerUBL.jpg|miniatura|Il collare della colomba]]
{| class="wikitable"
Tra le sue opere più importanti è presente ''[[Il collare della colomba]]'', un trattatelo sull'amore di stampo [[amor cortese|cortese]], impreziosita da una indagine psicologica dei personaggi, utilizzata per effettuare una indagine sul linguaggio<ref>{{Cita|Gabrieli|p.2}}</ref>. Questo testo è frutto della richiesta di un amico a cui Ibn Hazm, non ancora trentenne e nemmeno giurista e grammatico affermato, rispose con entusiasmo. L'opera è frutto delle esperienze giovanili del filosofo, arricchite dalle sue conoscenze filosofiche e religiose, infatti al suo interno Ibn Hazm racconta anche scorci della propria esperienza amorosa e sentimentale.
!|Gruppo||Capitolo||Argomento
|-
|rowspan= "10" |'''I fondamenti dell'Amore''' (10 capitoli)||1||Sull'essenza dell'amore
|-
|2||Sui segni dell'amore
|-
|3||Su colui che si innamora in sogno
|-
|4||Su colui che si innamora del dipinto dell'oggetto amato
|-
|5||Su colui che si innamora con un solo sguardo
|-
|6||Su colui il cui amore nasce solo dopo un lungo trattamento
|-
|7||Sulle allusioni verbali
|-
|8||Sui segni fatti con gli occhi
|-
|9||Sulla corrispondenza d'amore
|-
|10||Sul messaggero
|-
|rowspan="12"|'''Gli accidenti dell'Amore e le sue qualità piacevoli e vituperabili''' (12 capitoli)||11||Sull'amico favorevole
|-
|12||Sull'unione d'amore
|-
|13||Sulla segretezza
|-
|14||Sulla divulgazione e la diffusione
|-
|15||Sulla presentazione
|-
|16||Sulla contraddizione
|-
|17||su colui che, avendo amato una certa qualità, non può più amare in seguito nessun'altra qualità contraria
|-
|18||Sulla conformità
|-
|19||Sulla fedeltà
|-
|20||Sul tradimento
|-
|21||Sulla malattia
|-
|22||Sulla morte
|-
|rowspan="6"|'''I mali che colpiscono l'Amore''' (6 capitoli)||23||Su colui che attira gli errori
|-
|24||Sulla spia
|-
|25||Sul calunniatore
|-
|26||Sulla rottura
|-
|27||Sulla separazione
|-
|28||Sull'oblio
|-
|rowspan="2"|'''Argomento religioso''' (2 capitoli)||29||La bruttezza del peccato
|-
|30||L'eccellenza della castità
|}
 
Il titolo fa riferimento alla tradizione [[neoplatonismo|neoplatonica]] islamica che ha una nuova fioritura con [[Avicenna]] nel X-XI secolo. Secondo questa filosofia, la colomba avrebbe rappresentato l'anima caduta. Essa è anche un collegamento al mondo religioso, infatti, l'anima è libera di tessere il proprio destino, il proprio fato, ma non può alterare la natura stessa dell'Essere che l'ha generata<ref>{{Cita|Lopez Pita|pp.73-75}}</ref>. A dispetto di quanto potremmo immaginarci, un personaggio come Ibn Hazm, interprete di una rigorosa lettura del Corano, non prescrive delle stringenti regole sull'amore, ma vive il sentimento come qualcosa di regolato da Dio {{Citazione|I cuori sono nelle mani di chi governa|Ibn Hazm|Il collare della colomba}}
Dapprima l'argomento viene affrontato dal '''punto di vista filosofico''' e delle differenti cause che provocano l'amore. A ciascuna causa viene riservato un capitolo speciale: troviamo i casi di chi s'innamora in sogno, o in seguito a una descrizione, o per un semplice sguardo, o di chi invece s'innamora solo alla lunga, o ancora di chi rimane colpito da determinate qualità e non ne ammette altre. Una delle principali preoccupazioni contemporanee al poeta era che l'amore fosse peccaminoso. Ibn Hazm sostiene con forza che l'amore non è in alcun modo proibito dalla [[Shari'a|legge coranica]], infatti, tra gli amanti ci sono molti [[califfo|califfi]] o [[imam]] che sono considerati giusti, ma anzi viene sostenuto il valore sacro dell'amore, citando il Corano<ref name=Lopez4/>.
Per questo motivo il Corano deve regolare solamente le esterne rappresentazioni dell'amore, ma non il so sentimento profondo. Secondo l'autore, l'amore, pur essendo un sentimento leggero, può essere usato per rendere più sopportabile la nostra esistenza presente, ma anche quella futura. Proprio questo è il motivo con il quale Ibn Hazm decide di scrivere l'opera.
{{Citazione|L'unione degli amanti è vita rinnovata, esistenza sublime, gioia e gioie durature e, soprattutto, è una grande misericordia di Dio|Ibn Hazm|Il collare della colomba}}
L'amore secondo il letterato non deriva dalla concezione platonica di anime separate rispetto alla loro essenza nell'[[iperuranio]], come sostenevano altri suoi contemporanei, ma è invece una forza inarrestabile che deriva solo dall''''affinità delle anime'''. Mentre la nascita dell'amore deriva dalla '''bellezza''', ma non tanto quella esteriore, bensì dell''''anima''', proprio per questo motivo le cause dell'amore possono essere studiate solo tramite la [[metafisica]]<ref>{{Cita|Lopez Pita|p.78}}</ref>.
 
Il modello lessicale e tematica sembra essere anticipatore di quella lirica [[trovatore|trobadorica]] che proprio nel XI secolo si diffonde nel sud della Francia<ref>{{Cita|Gabrieli|pp.7-9}}</ref>.
Interessante vedere quali sono i segni dell'amore sul poeta, rapportabili alla concezione cortese e ancora [[Stil Novo|stilnovista]] dell'amore:
 
===Concezione religiosa===
{{Citazione|Vorrei squarciare il mio cuore con un coltello, metterti dentro e poi richiudere il mio petto, perché tu possa stare in esso e non abitare in nessun altro, fino al giorno della resurrezione e del giudizio...|Ibn Hazm|Il collare della colomba}}
====Il rapporto con Cristianesimo e Ebraismo====
Ibn Hazm vive a [[al-Andalus]], dove vi erano ampi contatti pacifici tra le diverse [[religioni abramitiche|religioni del Libro]], per questo sviluppa un grande senso critico e una conoscenza approfondita di tutte le fedi. Questa grande conoscenza viene sfruttata dallo studioso per inserirsi nell'ampio filone di polemica, presente nella tradizione islamica, contro [[ebraismo|ebrei]] e [[cristianesimo|cristiani]]<ref name=Adang1>{{Cita|Adang|pp.457-458}}</ref>.
Secondo lo studioso Samuel Behloul che ha dedicato a Ibn Hazm il saggio ''Ibn Hazm’s refutation of Christianity''<ref>{{Cita|Adang|pp.457-483}}</ref>, la critica delle altre religioni è parte del progetto di riaffermazione del valore e dell'unità dell'Islam, nell'ottica di ricomporre le frazioni interne che i musulmani avevano creato a al-Andalus<ref>{{Cita|Adang|pp.481-482}}</ref>.
 
La critica principale che viene rivolta dagli studiosi musulmani è quella della falsificazione ('''taḥrīf''',{{arabo|تحريف}}) dei testi di Torah e Vangelo rispetto a quello che era stato il messaggio originale di Dio. Appena dopo la venuta di [[Maometto]] la maggior parte degli studiosi pensava che il testo fosse stato intenzionalmente falsificato (''taḥrīf al-naṣṣ'', {{arabo|تحريف الناس}}), mentre successivamente gli studiosi mutano parere verso l'idea che la falsificazione fosse semplicemente una falsa interpretazione del testo (''taḥrīf al- maʿnā'', {{arabo|تحريف المنى}})<ref name=Adang1/>.
Un altro punto di unione è l'importanza del '''ruolo degli occhi'''. Essi sono usati come messaggeri e servono a trasmettere nella maniera più efficace l'amore. Un intero capitolo, l'ottavo, viene dedicato proprio all'innamoramento tramite gli occhi<ref>{{Cita|Lopez Pita|p.81}}</ref>:
 
Ibn Hazm si inserisce nel filone della falsificazione del testo della Bibbia, ma portando alcune considerazioni innovative. Infatti, era l'unico studioso ad avere una conoscenza estesa e approfondita del testo della [[Bibbia]], avendolo studiato dal punto di vista lessicale e [[linguistica|linguistico]]<ref name=Adang2>{{Cita|Adang|pp.460}}</ref>. Secondo Hazm le falsificazioni sono proprio delle modifiche di carattere testuali che fanno differire il testo da quanto trasmesso inizialmente da [[Dio]]. Queste considerazioni sono inserite in un testo chiamato ''"La rivelazione delle modifiche apportate dagli ebrei e dai cristiani alla Torah e ai Vangeli"'', oggi andato perduto, ma poi inserite in un altro testo ''"Il libro della valutazione finale delle confessioni religiose, delle comunità religiose e delle sette"''(''"Kitāb al-Faṣl fī l-milal wa-l- ahwāʾ wa-l-niḥal"'' )<ref name=Adang2/>.
{{Citazione|I miei occhi si fermano solo dove sei tu. Devi avere le proprietà che dicono del magnete. Le prendo dove vai e come ti muovi, come nella grammatica l'attributo segue il sostantivo|Ibn Hazm|Il collare della colomba}}
 
All'interno di questi testi lo studioso delinea varie argomentazione: storiche, logiche e di conoscenza di fatti naturali-scientifici. Come prima '''prova storica''' riporta l'argomento storico: i Vangeli sono stati scritti nell'epoca in cui i cristiani erano [[Persecuzione dei cristiani nell'Impero romano|perseguitati]], per questo motivo non sarebbero stati in grado di conservare in maniera precisa il testo del messaggio di [[Gesù]]. Un'altra prova storica viene presa direttamente dalle dichiarazioni dei cristiani, che ritengono che i Vangeli siano stati scritti da quattro [[evangelista|uomini]]. Infine, viene presa ad esempio la tardiva [[Conversione religiosa|conversione]] di [[Costantino I|Costantino]], che non seguì mai la dottrina ufficiale della Chiesa sulla divinità di Cristo, ma invece la teoria di [[Arianesimo|Ario]] che sosteneva come Gesù fosse un uomo e un [[profeta]]<ref>{{Cita|Adang|pp.461-462}}</ref>. Soprattutto la lenta conversione di Costantino viene, poi, paragonata a quella fulminea delle tribù arabe, per mostrare, invece, come il testo del [[Corano]] sia evidentemente corretto. Conseguentemente viene portata la '''prova logica'''. Hazm, infatti, riteneva che l'unico strumento valido per conoscere il mondo fosse proprio la [[logica]], a partire dalle teorie di [[logica aristotelica|Aristotele]]. Basandosi su queste concezioni, il filosofo sostiene che la '''realtà derivi solo dai sensi''' e come Dio sia qualcosa di nettamente separato da quanto ha creato. Dopo aver posto le basi del suo ragionamento, sostiene che l'appellativo "vivente" non possa essere riferito a due entità composte da diversa materia. Questa è una rigorosa applicazione della logica aristotelica. Una ulteriore prova logica viene edotta dalla capacità propria di ogni essere umano di distinguere chiaramente e in maniera immediata il vero dal falso. Questi due poli, secondo l'interpretazione di Ibn Hazm dei testi di [[Aristotele]], non può essere distinta da quanto vediamo. Proprio per questo motivo lo studioso considera i Vangeli come testi falsi, che nemmeno resistono alla prova del senso comune, per cui da essi derivano anche false affermazioni su Dio e sul suo rapporto con il Creato. Come ulteriore esempio di questa '''incoerenza logica''' viene portata la [[Trinità]], considerata come un qualcosa di unico dai cristiani. Essa viene vista come un'incoerenza logica in quanto uno e tre non corrispondono<ref>{{Cita|Adang|pp.472-473}}</ref>. A partire dalla puntuale lettura dei Vangeli, Ibn Hazm critica anche la divinizzazione di Gesù considerato un semplice uomo e profeta. Ponendo anche che fosse un Dio, il filosofo accusa conseguentemente i cristiani di [[politeismo]], infatti, viene riportato un passaggio del [[Vangelo secondo Marco]] {{citazione biblica|E il Signore, dopo aver detto questo, fu preso salì in cielo e si sedette alla destra di Dio|Mr|16,19}} proprio come prova di questa teoria.
Si passa poi per i segni con cui si comunica l'amore. L'autore tratta poi delle gioie e delle pene dell'amore. Nel suo esposto egli rispetta per quanto possibile il processo naturale dello sviluppo del sentimento amoroso, opponendo le qualità contrarie le une alle altre. L'amore è '''impossibile da nascondere''', infatti, risulta talmente evidente che neppure continue menzogne e possono mascherarlo. Il desiderio di occultamento nasce dal fatto che spesso l'amata o l'amante erano già all'interno di una relazione matrimoniale, il rapporto di amore supera questi confini. Un altro motivo è il timore dell'amante di rivelare il proprio segreto a causa dell'alto lignaggio dell'amata<ref name=Lopez2>{{Cita|Lopez Pita|p.83-84}}</ref>.
 
A conseguenza di queste teorie, il cristianesimo viene considerato da Ibn Hazm come una stolta [[idolatria]], proprio perchè in netta contraddizione con il senso comune. Infatti, secondo Ibn Hazm la percezione sensoriale è l'unico mezzo messo a disposizione dell'uomo per distinguere verità falsità. Tramite questo mezzo lo studioso analizza il materiale narrativo dei Vangeli e ne trova le incompatibilità con le leggi di natura e la logica della mente umana. Esse non possono nemmeno essere interpretate tramite metafore e allegorie, rifiutate dalla sua interpretazione. Ibn Hazm ritiene l'Islam come unica religione naturale ({{latino|religio naturalis}}), questo le conferisce la possibilità di correggere ogni altra fede o religione<ref>{{Cita|Adang|p.476}}</ref>.
Seguono i motivi per cui l'amore può terminare quali l'oblìo, la morte degli amanti, il tradimento. Al tempo stesso queste azioni possono essere causate dall'amore: le malattie d'amore sono frequenti tra gli amanti che non riescono a godere della loro unione amorosa. L'amore a quel punto diventa una forza negativa che offusca la mente dell'amante portandolo alla completa follia. Lo scrittore porta persino degli esempi di personaggi in cui il dolore e il delirio per l'amore hanno causato la morte, come: Ibn Al-Tubni o Ibn Quzman<ref name=Lopez2/>.
 
====La salvezza e il peccato====
L'opera si conclude con due capitoli morali: sulla turpitudine del peccato e sugli alti meriti della [[castità]], dove ci si rivelano brillantemente il teologo, il giurista eminente e il futuro polemista<ref name=Lopez1>{{Cita|Lopez Pita|pp.75-77}}</ref>. Secondo Ibn Hazm uomo e donna sono stati creati uguali da Dio nell'inclinazione verso il [[peccato]], entrambi sono guidati dalla ragione e dalla [[concupiscenza]]. All'interno dei peccati presta particolare attenzione all'[[adulterio]] e alle relazioni illecite che vengono condannate<ref name=Lopez3>{{Cita|Lopez Pita|p.85-86}}</ref>.
Riguardo all'Islam, Ibn Hazm sviluppa una sua concezione della salvezza e del peccato all'interno del testo ''"Epistola concisa sulle vie della salvezza"'' (Risālat al-Talkhīṣ fī wujūh al-takhlā {{arabo|رسالة التلخيص في وجوه التخلي}}). All'interno di questo testo si trattano i seguenti temi divisi in capitoli: la '''categorizzazione dei peccati come peccati minori o gravi''', la definizione e le condizioni del pentimento, il principio dell'equilibrio tra azioni buone e cattive, il principio dell'espiazione sproporzionata delle azioni cattive attraverso le azioni buone e l'intercessione del [[Maometto|Profeta]]<ref>{{Cita|Adang|p.431}}</ref>. Interessante notare come i peccati principali ricordati da Ibn Hazm siano il [[politeismo]], stregoneria, omicidio, l'usurpazione dell'eredità degli orfani, la fuga dal campo di battaglia e la calunnia rivolta a ignare donne musulmane sposate, la menzogna, lo [[falsa testimonianza|spergiuro]] (shahādat al-zūr {{arabo|شهادة الزور}}), la mancanza di rispetto verso i genitori, mentire sul Profeta e esporre i propri genitori all'insulto insultando i progenitori di altre persone<ref>{{Cita|Adang|p.433}}</ref>. Questi peccati gravi non sempre sono citati all'interno del Corano, ma la loro individuazione arriva dalla vera fede, ciò sembrerebbe persino andare contro la filosofia [[Zahiriyya|zhayrita]] di cui Ibn Hazm era uno dei maestri. I peccati gravi sono difficilmente perdonabili da Allah, mentre i '''peccati minori sono sempre perdonati'''. A questo lungo elenco sono aggiunti circa altri 20 peccati gravi che portano il computo totale a 39 peccati gravi. All'interno di questo elenco non sono inseriti alcuni peccati che comunemente erano inseriti da altri maestri musulmani, come: [[sodomia]] (liwāṭ {{arabo|اللواط}}), il comportamento effeminato degli uomini (taḥannuth {{arabo|السلوك الانثوي للرجل}}), compreso il vestirsi di seta o d'oro, la creazione di immagini e il gioco d'azzardo. Allo stesso modo, non vengono menzionati i peccati tradizionalmente associati alle donne, come l'ostinazione. Insomma, come suggerito da Christian Lange nel libro di Adang, le omissioni dello studioso non suggeriscono esattamente un atteggiamento puritano da parte della comunità musulmana di al-Andalus, ma anzi la vita bohémien delle classi alto nobiliari musulmane in epoca medievale<ref>{{Cita|Adang|p.476}}</ref>.
 
Anche la questione del pentimento viene indagata dal filosofo. Come detto in precedenza, i peccati minori erano sempre perdonati, per questo motivo non richiedevano un pentimento vero e proprio, mentre i peccati gravi lo necessitavano. Vi sono comunque dei vincoli: Dio deve concedere il pentimento, deve derivare da un sentimento di sincero pentimento, infine, il pentimento è di tipi diversi in base al peccato commesso. Il pentimento del peccato più grave, cioè l'omicidio, può essere espiato o con la vendetta da parte dei parenti dell'ucciso o con la [[jihād]]<ref>{{Cita|Adang|pp.477-480}}</ref>.
Nonostante questa scansione che può sembrare molto rigorosa, Ibn Hazm all'interno dei singoli capitoli porta avanti digressioni sulla sua personale esperienza, ma gli stessi temi si mescolano. Spesso nei singoli capitoli sono presenti esempi di abitanti della [[Cordova]] contemporanea allo scrittore<ref name=Lopez4>{{Cita|Lopez Pita|pp.70}}</ref>.
 
== Opere principali ==
* ''al-Kitāb al-muḥallā bi-l-athār'' libro giuridico e di regole.
* ''Risālat al-aḥkām fī uṣūl al-aḥkām''.
* ''Mukhtaṣar al-muḥallā li-Ibn Ḥazm''.
* ''Ṭawq al-ḥamāma'', in Italia [[Il collare della colomba]], Laterza, 1949, tradotto da [[Francesco Gabrieli]].
 
Ibn Ḥazm ha anche scritto una decina di trattati di medicina:
*''Al-akhlāq wa al-siyar fī mudawat al-nufūs'' (Morals and Right Conduct in the Healing of Souls")<ref>[http://www.muslimphilosophy.com/hazm/akhlaq/index.html In Pursuit of Virtue: (al-Akhlâq wa l-Siyar)]</ref>
*''Marātib al-ʿulūm'' ("Le categorie della scienza")
*''Al-Majalla''
*''Al-fasl fī al-milal wa al-aḥwāʾ wa al-niḥal'' (Libro della distinzione fra religioni e sette).<ref>{{Cita web |url=http://www.sunnah.org/history/Innovators/ibn_hazm.htm |titolo=Ibn Hazm |accesso=23 novembre 2008 |dataarchivio=8 aprile 2005 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050408022529/http://sunnah.org/history/Innovators/ibn_hazm.htm |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Note ==
<references />
 
==Bibliografia==
*{{Cita libro|titolo =Muslim writers on Judaism and the Hebrew Bible: from Ibn Rabban to Ibn Hazm|autore = Camilla Adang|curatore =|editore =E.J.Brill |città =Leiden|anno =1996 |lingua =inglese |capitolo = |ISBN =90-04-10034-2 |cid=Adang Muslim writers}}
*{{Cita libro|titolo =Ibn Ḥazm of Cordoba: The Life and Works of a Controversial Thinker|titolotradotto = |titolooriginale = |autore = |curatore1=Camilla Adang|curatore2=Maribel Fierro|curatore3=Sabine Schmidtke|editore= E.J.Brill|città =Leiden |anno =2013|lingua =inglese |capitolo = |ISBN =978-90-04-23424-6|cid=Adang}}
*{{Cita libro|titolo =Abenházam de Córdoba y su Historia crítica de las ideas religiosas|titolotradotto = |titolooriginale = |autore =Miguel Asín Palacios|wkautore=Miguel Asín Palacios|curatore = |editore =Academia de la Historia |città =Madrid|anno =1927-1932|lingua =spagnolo|capitolo = |ISBN =|cid=Palacios }}
*{{Cita libro|titolo =Ibn Hazm et la polémique islamo-chrétienne dans l´histoire de l'Islam |titolotradotto = |titolooriginale = |autore =Abdelilah Ljamai |curatore = |editore =Brill|città =Leiden|anno =2003|lingua =francese|capitolo = |ISBN =90-04-12844-1|cid=Ljamai}}
*{{Cita libro|titolo =The Zahiris, Their Doctrine and Their History: a contribution to the history of Islamic theology |titolotradotto = |titolooriginale=Die Zahiriten |autore =Ignaz Goldziher|curatore = |editore =E.J.Brill|città =Leiden|anno =1971|annooriginale=1883 |lingua =inglese|capitolo = |ISBN =|cid= }}
*{{Cita libro|titolo =Exegesis of Polemical Discourse: Ibn Hazm on Jewish and Christian Scriptures|titolotradotto = |titolooriginale = |autore =Theodore Pulcini|curatore = |editore =Oxford University Press|città =New York|anno =1998|lingua =inglese|capitolo = |ISBN =978-0788503962|cid= }}
*{{Cita libro|titolo = |titolotradotto = |titolooriginale = |autore = |curatore = |editore = |città = |anno = |lingua = |capitolo = |ISBN =|cid= }}
*{{Cita libro|titolo = Il collare della colomba. Sull'amore e gli amanti|titolotradotto = |titolooriginale = طوق الحمامة|autore = Ibn Hazm|curatore = |traduttore= Francesco Gabrieli|editore =Laterza|città =Bari |anno =1949|lingua = |capitolo = |ISBN =|cid=Gabrieli}}
*{{Cita pubblicazione |lingua = es |autore = Paulina López Pita |url = http://e-spacio.uned.es/fez37/public/view/bibliuned:ETF21D81BF7-1FE5-0EF2-8DE0-F37817AE08C8 |titolo = «El collar de la paloma; tratado sobre el amor y los amantes». Espacio, tiempo y forma |serie = 3 |rivista = Historia medieval |numero = 12 |anno = 1999 |pp = 65-90 |issn = 0214-9745 |accesso = 9 aprile 2024|cid=Lopez Pita}}
 
 
==Altri Bibliografia progetti==
{{interprogetto|q}}
* {{Cita pubblicazione |lingua = en |autore = Philip Khuri Hitti |autore2 = D. K. Pétrof |autore3 = A. R. Nykl |autore4 = D. K. Petrof |mese = marzo |anno = 1932 |titolo = Review |url = https://archive.org/details/sim_journal-of-the-american-oriental-society_1932-03_52_1/page/58 |rivista = Journal of the American Oriental Society |volume = 52 |numero = 1 |pp = 58–59 |editore = American Oriental Society |doi = 10.2307/593583 |jstor = 593583 |cid = Hitti}}
* {{Cita libro |lingua = en |autore = Ibn Hazm |url = http://www.muslimphilosophy.com/hazm/dove/index.html |titolo = The Ring of the Dove: A Treatise on the Art and Practice of Arab Love |altri = tradotto in inglese da [[Arthur John Arberry]] |città = Londra |editore = Luzac Oriental |anno = 1994 |isbn = 1-898942-03-X}}
* {{Cita libro |lingua = ca, es |autore = Ibn Hazm al-Andalusí |titolo = El collar de la paloma - El collar de la tórtola y la sombra de la nube <!--(Edición bilingüe)--> |curatore = Jaime Sánchez Ratia |città = Madrid |editore = Ediciones Hiperión |anno = 2009 |isbn = 978-84-7517-937-7}}
* {{Cita pubblicazione |lingua = es |autore = Paulina López Pita |url = http://e-spacio.uned.es/fez37/public/view/bibliuned:ETF21D81BF7-1FE5-0EF2-8DE0-F37817AE08C8 |titolo = «El collar de la paloma; tratado sobre el amor y los amantes». Espacio, tiempo y forma |serie = 3 |rivista = Historia medieval |numero = 12 |anno = 1999 |pp = 65-90 |issn = 0214-9745 |accesso = 1º dicembre 2015|cid=Lopez Pita}}
* {{Cita libro |autore = Ibn Hazm di Cordova |titolo = Il collare della colomba. Sull'amore e sugli amanti |curatore = Andrea Damiano |altri = dall'originale di Emilio García Gómez, introduzione di [[José Ortega y Gasset]] |città = Milano |editore = Martello |anno = 1959 |sbn = IT\ICCU\SBL\0244327|cid=italiano}}
* {{Cita libro |autore = Ibn Hazm |titolo = Il collare della colomba. Sull'amore e sugli amanti |curatore = Massimo Jevolella |città = Milano |editore = Urra-Apogeo |anno = 2010 |isbn = 978-88-503-2648-8}}
* {{Cita libro |lingua = tedesco|autore = |curatore = [[Walter Jens]] |titolo = Kindlers Neues Lexikon der Weltliteratur |volume = 8 |città = Monaco di Baviera |editore = Komet |anno = 1998 |isbn = 3-89836-214-0 |pagine = 283–284}}
 
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