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===L'approvazione===
Il progetto di Fanfani diventa una vera e propria proposta legislativa composta da due dispositivi: ''Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per i lavoratori'', mentre il seguente, ''Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratori involontariamente disoccupati''. Il piano si divide, quindi, in un aspetto di lotta alla disoccupazione, insieme a un altro di costruzione delle case popolari. Bisogna ricorda qui come il piano fosse stato approvato da tutte le [[I legislatura della Repubblica Italiana|forze parlamentari]] come mezzo efficace di contrasto alla disoccupazione, mentre lo scontro avviene soprattutto sui mezzi di finanziamento e sull'assegnazione delle case<ref>{{cita|Istituto Luigi Sturzo|pp. 112-113}}</ref>. Quest'ultimo aspetto era un problema in quanto le case venivano assegnate con estrazione casuale, mentre il [[Partito Comunista (Italia)|Partito Comunista]] proponeva la sostituzione con l'assegnazione tramite una graduatoria basata sulla necessità. Cecioni Massimiliano, Il dibattito parlamentare sull’INA-casa, in La prima legislatura repubblicana. Continuità e discontinuità nell’azione delle istituzioni, a cura di De Servio Ugo, Guerrieri Sandro, Antonio Versori, Roma, Carocci, 2004, pp. 11-12
La legge passa al Senato con alcune modifiche riguardanti specifici meccanismi di finanziamento che viene inteso come un [[fondo perduto|finanziamento a fondo perduto]]. La filosofia di fondo è quello del [[solidarismo]], ma riletto in una chiave di [[carità]] cristiana. Viene approvata anche la proposta dei partiti di sinistra di una assegnazione tramite liste di necessità.
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