Claudio Martelli: differenze tra le versioni

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Esponente del [[Partito Socialista Italiano]], dei [[Socialisti Democratici Italiani]] e del [[Nuovo PSI]], fu il braccio destro di [[Bettino Craxi]], presidente del Consiglio socialista dal 1983 al 1987. AttualmenteDal è2020 ilè direttore del giornale ''[[Avanti!]]''.<ref>{{Cita web|url=https://www.primaonline.it/2020/04/27/305812/lavanti-torna-in-edicola-diretto-da-claudio-martelli/|titolo=L’Avanti! torna in edicola diretto da Claudio Martelli|autore=Roberto Borghi|sito=[[Prima Comunicazione]]|data=27 aprile 2020|accesso=23 maggio 2024|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230609053512/https://www.primaonline.it/2020/04/27/305812/lavanti-torna-in-edicola-diretto-da-claudio-martelli/|urlmorto=no}}</ref>
 
== Biografia ==
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Il 2 febbraio del [[1991]] diviene anche [[Ministri di grazia e giustizia della Repubblica Italiana|Ministro di grazia e giustizia]] a seguito della nomina di [[Giuliano Vassalli]], suo predecessore alla guida di tale Ministero, come [[Giudici della Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Giudice della Corte Costituzionale]] da parte del [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]]. In qualità di Guardasigilli Claudio Martelli diventa il principale sostenitore ed assertore delle attività giudiziarie del magistrato [[Giovanni Falcone]], che viene da lui chiamato al Ministero con il compito di dirigere la Direzione Generale degli Affari Penali.<ref>{{cita web | url = https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/10/16/foto/claudio_martelli_il_delfino_di_craxi-23324829/ | titolo = Claudio Martelli, il delfino di Craxi | data = 16 ottobre 2011}}</ref> In quel periodo Claudio Martelli e Giovanni Falcone lavorarono al progetto di una Superprocura Antimafia. La vicinanza di Giovanni Falcone a Claudio Martelli costò al magistrato siciliano violenti attacchi da parte del [[Partito Democratico della Sinistra]] e del sindaco di Palermo [[Leoluca Orlando]], fondatore del movimento politico [[La Rete (partito politico)|''La Rete'']]; quest'ultimo difatti sferrò un duro attacco personale a Giovanni Falcone durante il programma televisivo ''[[Samarcanda (programma televisivo)|Samarcanda]]'' su [[Rai 3]], condotto da [[Michele Santoro]], accusandolo di "tenere nei cassetti i dossier".
 
In merito Martelli dichiarerà: «È lo stesso Falcone a dare una spiegazione a quella insinuazione atroce rivolta verso il giudice che debellò la cupola mafiosa». Secondo Martelli, Falcone non aveva una gran voglia di affrontare quell'argomento durante l'audizione al [[Consiglio superiore della magistratura|CSM]], poi, dopo l’insistenza dei componenti: «lo dice chiaro e tondo: "Forse il sindaco di Palermo non ha sopportato che io indagassi su grandi appalti che riguardano l'illuminazione e le fognature di una grande città, perché ci sono appalti e appalti: i piccoli e quelli miliardari. E io indagando su quelli miliardari, nel caso di Palermo ho scoperto che con Orlando sindaco, [[Vito Ciancimino|Ciancimino]] era tornato a imperare». Martelli ricorda poi il contesto nel quale collocare quegli eventi: «Eravamo nel 1991, e si voleva considerare Ciancimino fuori dai giochi, ma non era così. Questa era la cosa che fece impazzire di rabbia Orlando. L'accusa rivolta a Falcone sarebbe una ritorsione polemica».<ref>{{cita web|url=http://livesicilia.it/2017/06/06/martelli-falcone-orlando-mafia-di-matteo_860734|titolo="Perché Orlando attaccò Falcone? Con lui, Ciancimino imperava"|sito=Live Sicilia|data=martedì 6 giugno 2017|urlmorto=sì|accesso=8 settembre 2017|dataarchivio=8 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170908200847/http://livesicilia.it/2017/06/06/martelli-falcone-orlando-mafia-di-matteo_860734/}}</ref>. La nomina di Falcone all'UAP fu peraltro valutata negativamente dall'[[Associazione Nazionale Magistrati]].
[[File:Andò con Falcone e Martelli.jpg|left|miniatura|Claudio Martelli, [[Marida Lombardo Pijola]], [[Giovanni Falcone]] e [[Salvo Andò]] a [[Racalmuto]] nel 1991 durante un incontro in memoria di [[Leonardo Sciascia]].]]
 
A seguito della [[strage di Capaci]] del 23 maggio [[1992]], dove persero la vita Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta, fu introdotto dal decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306 (cosiddetto ''Decreto antimafia Martelli-Scotti''), convertito nella legge 7 agosto 1992, n. 356, il regime di [[Articolo 41 bis|carcere duro]] ed un secondo comma all'articolo 41bis, che consentiva al Ministro della Giustizia di sospendere per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica le regole di trattamento e gli istituti dell'ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti facenti parti dell'organizzazione criminale mafiosa. A seguito delle [[Elezioni politiche in Italia del 1992|elezioni politiche del 1992]], considerate le ultime della cosiddetta [[Prima Repubblica (Italia)|''Prima Repubblica'']], e l'inizio della [[XI legislatura della Repubblica Italiana|XI legislatura]] fu riconfermato Ministro di Grazia e Giustizia nel [[Governo Amato I]] (formato dal [[Pentapartito|Quadripartito]]). La sua permanenza duro fino all'anno successivo, il [[1993]], quando dovette dimettersi a causa dell'avviso di garanzia riguardante il [[Banco Ambrosiano|Crac dell'Ambrosiano]].
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Dopo l'abbandono temporaneo della politica, nel [[1998]] è consulente del Ministro [[Livia Turco]] nella commissione per le politiche d'integrazione degli [[immigrazione|immigrati]] e della Consulta degli immigrati, incarico da cui si dimette a seguito di divergenze politiche con il governo. È eletto [[Parlamento europeo|eurodeputato]] nel [[1999]] per i [[Socialisti Democratici Italiani]] nella [[circoscrizione Italia centrale]]. Esce dallo SDI nel [[2000]] e successivamente aderisce alla [[Nuovo PSI|Lega Socialista]]: di conseguenza viene espulso dal gruppo [[Partito Socialista Europeo|socialista]] al [[Parlamento europeo]] ed entra in quello [[Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (partito)|liberaldemocratico]]. Nel [[2001]] fonda assieme a [[Gianni De Michelis]] e [[Bobo Craxi]] il [[Partito Socialista - Nuovo PSI]], di cui diventa portavoce. Abbandona la politica ancora una volta nel [[2005]], stavolta definitivamente.
 
Nel [[2005]] conduce il programma televisivo "''Claudio Martelli racconta''" su [[Canale 5]]; dal 4 ottobre 2005 al 27 aprile 2006 presenta il programma di seconda serata ''L'incudine'' su [[Italia 1]]; nell'autunno 2006 conduce ''Flash Back'', su [[Canale 5]], la mattina del sabato. Sempre dal 2005 cura fino al 2008 un suo spazio editoriale: ''Osservatorio'', sul settimanale ''[[Oggi (periodico)|Oggi]]''. Un anno dopo, torna in tv, stavolta a spiegare, attraverso appuntamenti giornalieri su [[Canale 5]], la [[Costituzione Italiana]]. Nel [[2011]] si candida per il consiglio comunale di Siena, nelle file del Nuovo Polo,<ref>{{Cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1002833/martelli-riparte-da-siena.shtml|titolo=Martelli riparte da Siena|editore=Tgcom 24|data=11 marzo 2011|accesso=12 dicembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222144245/http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1002833/martelli-riparte-da-siena.shtml|dataarchivio=22 dicembre 2015|urlmorto=sì}}</ref>, ma non viene eletto.
 
Il 1º maggio 2020 torna in edicola l{{'}}''Avanti!'' con Martelli come direttore e la rivista ''[[Critica Sociale]]'' come editore; il giornale ha cadenza quindicinale e una tiratura di {{formatnum:5000}} copie.<ref>{{Cita web|url=https://www.primaonline.it/2020/04/27/305812/lavanti-torna-in-edicola-diretto-da-claudio-martelli/|titolo=L'Avanti! torna in edicola diretto da Claudio Martelli|sito=Prima Comunicazione|data=2020-04-27|lingua=it-IT|accesso=2020-05-05}}</ref>. Tuttavia, il [[Partito Socialista Italiano (2007)|Partito Socialista Italiano]], edita già l{{'}}''[[Avanti!]]'' online come testata di partito sotto la direzione di [[Mauro Del Bue]].<ref>{{Cita web|autore=[[Luigi Covatta]]|url=https://www.mondoperaio.net/in-evidenza/il-primo-maggio/|titolo=Il Primo Maggio|lingua=it-IT|accesso=2020-05-05}}</ref>
 
Nel [[2020]], in occasione del [[Referendum costituzionale in Italia del 2020|referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari]] legato alla riforma avviata dal [[governo Conte I]] guidato dal [[Movimento 5 Stelle]] assieme alla [[Lega per Salvini Premier|Lega]] e concluso dal [[governo Conte II]] guidato dalla coalizione M5S e [[Partito Democratico (Italia)|PD]], annuncia di schierarsi per il NO.<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/entry/claudio-martelli_it_5f6314d2c5b6ba9eb6e9e934|titolo=Claudio Martelli: "Voto No perché anche un Parlamento malato merita un antibiotico"|sito=L'HuffPost|data=2020-09-17|lingua=it|accesso=25 giugno 2021}}</ref>
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* ''Il merito e il bisogno'', Milano, SugarCo, 1987; Milano, La nave di Teseo, 2023.
* ''Ricordati di vivere'', Milano, Bompiani, 2013. ISBN 978-88-452-7418-3.
* ''L'antipatico. Bettino Craxi e la grande coalizione'', Milano, La nave di Teseo, 2020. ISBN 9788834601464.
* ''Vita e persecuzione di Giovanni Falcone'', Milano, La nave di Teseo, 2022. ISBN 978-8834610008.
 
== Note ==