Colonialismo austriaco: differenze tra le versioni

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{{F|stati scomparsi|arg2=Austria|aprile 2020|}}
{{Stato storico
|nomeCorrente = Impero coloniale austriaco
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[[File:European settlements in India.png|sinistra|miniatura|Insediamenti austriaci e di altri paesi europei in India.]]
La Compagnia di [[Ostenda]], che aveva base nell'omonima città dell'attuale [[Belgio]], fu una compagnia commerciale privata che commerciò con le Indie grazie a patenti concesse nel 1722 dai [[Paesi Bassi austriaci|Paesi Bassi Austriaci]].
La Compagnia acquistò, per conto del governo austriaco, alcuni porti della [[costa del Coromandel]] e del [[Bengala]], quali: Cabelon e [[Bankipur (Bengala)|Banquibazar]], quest'ultimo principale roccaforte austriaca in [[India]]. Sempre la Compagnia d'Ostenda, tra il [[1717]] e il [[1719]], aprì una filiale a [[Canton]], in [[Cina]]. Questa stazione commerciale fu molto prospera per merito dell'aumento dei prezzi del [[Tè]], tanto da rappresentare una forte concorrenze e suscitare le proteste delle compagnie commerciali di [[Regno Unito]] e [[Paesi Bassi]].<ref>{{Cita libro|autore=Georges-Henri Dumont|titolo=Banquibazar : la colonisation belge au Bengale au temps de la Compagnie d'Ostende}}</ref>
 
Le pressioni politiche internazionali sul governo austriaco, portarono al ritiro delle patenti già nel 1727 e interruppero di conseguenza la crescita della compagnia, che si sciolse nel giro di pochi anni.
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==Le isole Nicobare==
La colonizzazione delle Isole [[Nicobare]] (poste tra la [[Birmania]], l'[[India]] e l'[[Indonesia]]) fu un breve tentativo di occupare queste isole dell'[[Oceano Indiano]] da parte degli Austriaci.
Furono inizialmente colonizzate dai [[Danesi]] nel 1756, ma il loro tentativo fallì e perciò la colonia austriaca venne stabilita nel 1778 sul sito di un precedente insediamento danese. Nel 1783, a causa della mancanza di un valido supporto da parte del governo, gli ultimi colonizzatori abbandonarono l'[[arcipelago]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=34775|titolo=Quando la vecchia Austria voleva stabilirsi nelle isole dell'Oceano Indiano}}</ref>
 
Nel 1858 la nave [[SMS Novara (1850)|SMS Novara]], impegnata nella circumnavigazione del globo terrestre, attraccò a [[Car Nicobar]] con intenti scientifici e eventualmente coloniali. Karl Ritter von Scherzer, studioso ed esploratore austriaco, propose al governo austroungarico di tenere in considerazione la colonizzazione dell'area, ma l'opportunità venne persa. Tuttavia, in seguito a questa esplorazione, vennero portati in [[Austria]] numerosi manufatti indigeni locali.
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Nel 1776, un ufficiale commerciale britannico espulso, il colonnello [[William Bolts]], si rivolse alla corte imperiale austriaca con la richiesta di fondare una compagnia commerciale per esplorare possibili rotte in [[Africa]], [[India]] e [[Cina]]. L'imperatrice [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]] fu incuriosita e decise di formare la ''Trieste Austrian Asian Company'', con Bolts a capo dell'azienda. Il [[colonnello]] Bolts era stato precedentemente al servizio della ''[[British East India Company]]'' ed era già abile negli sforzi commerciali e di colonizzazione, e aveva anche sentito dire che l'area era un possibile sito per l'estrazione dell'[[oro]].
 
Salpando dalle [[Fiandre]] nel 1778, Bolts e la sua compagnia di sudditi italo-austriaci attraccarono nella baia di Delagoa (oggi [[Maputo]]) sulla costa del sud-est dell'Africa. Bolts stipulò poi dei trattati con i capi [[Mabudu]] locali, che ivi abitavano, e acquisì da uno di questi il [[porto]] dell'area precedentemente abbandonata dalla [[Compagnia Olandese delle Indie Orientali]]. Vi fu costruito un avamposto commerciale e la colonia iniziò a prosperare.<ref>{{Cita web|url=https://www.rainergrajek.net/austria-in-the-history-of-maputo/|titolo=Austria in the history of Maputo}}</ref>
 
Bolts decise di salpare poco dopo per far avanzare gli interessi austriaci in [[India]]. Dopo due anni, la colonia, composta da 155 uomini e diverse donne, commerciava [[avorio]], con profitti che arrivavano fino a {{formatnum:75000}} sterline all'anno.
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==Le trattative per l'acquisto di Río de Oro==
Dopo la perdita di numerosi territori spagnoli nella [[guerra ispano-americana]], la diplomazia spagnola negoziò la vendita di [[Río de Oro]] (l'attuale [[Sahara Occidentale]]), con il suo porto a [[Dakhla (Sahara Occidentale)|Villa Cisneros]], alla Società Coloniale Austro-Ungarica. L'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] sostenne apertamente l'accordo, promosso da Ernst Weisl, presidente della Società Coloniale Austro-Ungarica e da [[Agenor Gołuchowski|Agenor Goluchowsi]], ministro degli Esteri austriaco. Il Parlamento Ungherese, però, non interessato ad avventure coloniali e che voleva abbassare le spese navali, pose il veto all'acquisto della colonia.<ref name=":2">{{Cite book|title=The Naval Policy of Austria-Hungary, 1867-1918: Navalism, Industrial Development, and the Politics of Dualism.|last=Sondhaus|first=Lawrence|publisher=Purdue University Press|year=1994|isbn=9781557530349|pages=147, 148}}</ref>
 
==La rivolta dei Boxer in Cina e la concessione di Tientsin==
{{vedi anche|Concessione austroungarica di Tientsin}}
In seguito alla [[Ribellione dei Boxer|rivolta dei Boxer]], l'Impero Austro-Ungarico inviò un corpo militare in [[Cina]], così come le altre [[grandi potenze]] dell'epoca. Come contropartita ottenne una concessione nella città di [[Tientsin]], che dopo la Prima Guerra Mondiale fu aggregata alla preesistente [[Concessione italiana di Tientsin|Concessione Italiana]].<ref>{{Cita libro|autore=Michael Falser|titolo=Habsburgs going global.
The Austro-Hungarian Concession in Tientsin/Tianjin in China (1901–1917).}}</ref>
[[File:Tientsin._Peiho_River_and_Austrian_Bridge,_c._1910.jpg|miniatura|La concessione austroungarica di Tientsin vista dalla sua banchina sul fiume Pei Ho. Cartolina emessa nel 1910.]]
 
==Cronologia==
{{Timeline Colonialismo austriaco}}
 
== Note ==
<references />
 
== Voci correlate ==