Cancel culture: differenze tra le versioni
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La locuzione '''''cancel culture''''' (in [[Lingua italiana|italiano]] '''cultura della cancellazione''' o '''cultura del boicottaggio''') è usata per indicare una forma moderna di [[ostracismo]], nella quale qualcuno diviene oggetto di indignate proteste ed è di conseguenza estromesso dal dibattito pubblico: se applicata ad un contemporaneo, l'estromissione avviene in rapporto alle cerchie sociali o professionali da lui frequentate, sia ''online'' sui ''[[social media]]'', che nel mondo reale, o in entrambi.<ref>{{Cita news|cognome=McDermott|nome=John|data=2 novembre 2019|titolo=Those People We Tried to Cancel? They're All Hanging Out Together|sito=The New York Times|url=https://www.nytimes.com/2019/11/02/style/what-is-cancel-culture.html|lingua=en|accesso=4 gennaio 2021}}</ref>
==Caratteristiche==
Il settimanale francese ''[[L'Express]]'' individua una data di nascita per quanto riguarda la crepa verificatasi sulla struttura della nostra civiltà. Venerdì 20 dicembre 2013 la vita dell'allora trentenne Justine Sacco<ref>{{cita web |nome=Carlotta |cognome=Borasio |titolo=Justine Sacco e il suo tweet |rivista=Crime magazine |anno=2019 |mese=31 maggio |url=https://www.crimemagazine.it/justine-sacco-e-il-suo-tweet/ |accesso=27 maggio 2024}}</ref> viene sconvolta in undici ore, il tempo di volo tra Londra e Città del Capo, quando twitta, sul suo modesto profilo di 170 followers, una frase il cui contenuto è un messaggio dove dice che parte per l'Africa e che spera di non beccarsi l'[[AIDS|Aids]], che sta scherzando essendo bianca. Da quel momento la donna diventa l'argomento principale trattato nei social, perfino Donald Trump fa un commento indignato. viene sconvolta in undici ore, il tempo di volo tra Londra e Città del Capo, quando twitta, sul suo modesto profilo di 170 followers, una frase il cui contenuto è un messaggio dove dice che sta partendo per l'Africa e che spera di non beccarsi l'[[AIDS|Aids]], che sta scherzando essendo bianca. Da quel momento la donna diventa l'argomento principale trattato nei social, perfino [[Donald Trump]] fa un commento indignato. All'uscita dall'aeroporto africano trova gli addetti ostili, rinnegata dalla sua famiglia e rifiutata dagli impiegati dell'Hotel che aveva prenotato. Sette anni dopo, nel 2020, la parola ''cancel culture'' è su tutte le labbra.<ref>{{cita pubblicazione |nome=Thomas |cognome=Mahler |titolo=«Tais-toi ou disparais!» |rivista=L'Express |editore=Groupe L'Express |città=Paris |numero=3613 |anno=2020 |mese=du 1er au 7 octobre |pp= 22-26|lingua=fr}}</ref>
Nel 2020 il semiologo [[Noam Chomsky]] ha riconosciuto l'esistenza della cultura della cancellazione, contrapponendovisi: egli l'ha descritta come la prosecuzione - con i mezzi offerti dalla modernità - delle metodologie con cui le istituzioni mediatiche tradizionalmente modellano l’[[Opinione pubblica|opinione di massa]] ("sugli obiettivi della politica estera americana, mettendo a tacere i dissidenti che parlano apertamente", ovvero mediante il ''[[Mainstream#Mezzi_di_comunicazione|mainstream]]'' che fabbrica aziendalmente il consenso intorno a "libri ... editori, distruggendo carriere accademiche, mettendo a tacere le voci che non piacciono")<ref>{{Cita web|url=https://paradoxpolitics.com/2021/02/noam-chomsky-cancel-culture-harpers-letter/|titolo=Noam Chomsky Warns Against ‘Cancel Culture’ Establishing Itself in the United States|autore=Paradox|sito=Paradox Politics|data=4 febbraio 2021|lingua=en-AU|accesso=28 agosto 2021}}</ref>. Qui la peculiarità, rispetto alla [[manipolazione dell'informazione]], nasce però dal fatto che l'ostracismo proverrebbe "dal basso", da iniziative volontarie assunte da gruppi di persone socialmente o politicamente impegnate<ref>Si tratterebbe di [[Woke (ideologia)|persone ideologicamente motivate]] secondo ''Les nouveaux inquisiteurs'', in ''Humanisme'' 2021/3 (n° 332); in senso contrario, invece, Jean-Luc Nsengiyumva, ''De l’antiwokisme ou l’itération d’un réflexe colonial'', in ''La Revue Nouvelle'' 2023/3 (N° 3)</ref>.
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