Assedio di Caffa: differenze tra le versioni

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All'inizio del XIII secolo, a seguito del [[Assedio di Costantinopoli (1204)|sacco di Costantinopoli]] da parte dei Crociati nel 1204, la [[Repubblica di Venezia]], che aveva deviato a suo vantaggio la [[quarta crociata]], si impadronì di quasi un quarto dell'[[Impero bizantino]] compresa parte di Costantinopoli.<ref>{{Cita web|url=https://www.lesechos.fr/2013/08/quand-les-marchands-de-venise-dominaient-le-monde-1098650|titolo=Quand les marchands de Venise dominaient le monde|sito=Les Echos|lingua=fr}}</ref>
 
Nel marzo 1261, l'imperatore bizantino [[Michele VIII Paleologo]] si alleò con la [[Repubblica di Genova]] (rivale di Venezia) per riconquistare Costantinopoli e firmò con il capitano genovese [[Guglielmo Boccanegra]] il [[Trattato di Ninfeo (1261)|trattato di Ninfeo]], che concedeva a Genova importanti privilegi commerciali nel [[Mar Nero]] e nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] ai danni di Venezia.<ref>{{Cita libro|nome=Pierre|cognome=Cabanes|titolo=Histoire de l'Adriatique|url=https://books.google.fr/books?id=hV11DQAAQBAJ&pg=PT257&dq=Trait%C3%A9+de+Nymphaeon|editore=[[Éditions du Seuil|Le Seuil]]|data=29 agosto 2016|lingua=fr|pp=688|ISBN=978-2-02-134244-4}}</ref><ref name=":11">{{Cita libro|nome=Charles Marie Sainte-Marie|cognome=Mévil|titolo=La Mer Noire au moyen age: Caffa et les colonies génoises de la Crimée…|url=https://books.google.fr/books?id=fU0EAAAAYAAJ&pg=PA12&q=dou|editore=E. Dentu|anno=1856|lingua=fr}}</ref> La città di Costantinopoli viene infine conquistata dal generale bizantino [[Alessio Melisseno Strategopulo]] il 25 luglio 1261.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Renaud Rochette|data=2005|titolo=Reconstruire l'Empire, Les projets de Michel VIII Paléologue|rivista=Hypothèses|lingua=fr|url=https://www.cairn.info/revue-hypotheses-2005-1-page-61.htm}}</ref>
 
Nel frattempo, i secoli XIII e XIV erano caratterizzati dalla ''[[Pax mongolica]]'', una stabilizzazione dei rapporti tra i popoli dell'Eurasia come conseguenza della loro integrazione nell'[[Impero mongolo]] dopo le conquiste di [[Gengis Khan]] e dei suoi successori.<ref name=":6" /> Questo periodo favorì l'instaurarsi di [[Via della seta|importanti rotte commerciali]] tra i due continenti utilizzate da molti mercanti europei, dei quali il più noto è il veneziano [[Marco Polo]].<ref name=":72">{{Cita libro|nome=Michel|cognome=Balard|titolo=Les Latins en Orient (XI-XV siècles)|url=https://books.google.fr/books?id=t0pfCwAAQBAJ&pg=PT309&q=Crim%C3%A9e|editore=Presses Universitaires de France|data=22 aprile 2015|lingua=fr|pp=544|ISBN=978-2-13-073747-6}}</ref>
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L'anno successivo, Ganī Bek assediò di nuovo Caffa, ma la città era ancora ben difesa e fornita di cibo, materiale bellico e rinforzi, mentre l'esercito mongolo, già provato da un precedente combattimento, fu colpito da un'epidemia di [[peste nera]].<ref name=":1" /><ref name=":2" /> I mongoli, la cui esperienza bellica si limitava alle battaglie terrestri tra [[Dinastia Yuan|Cina]] ed [[Europa]], non riuscirono a imporre un [[embargo]] in grado di tagliare i rifornimenti agli italiani.<ref name=":2" /> Al termine di due anni di assedio, la città non era indebolita mentre l'esercito mongolo, ridotto di numero e poco equipaggiato, subiva perdite importanti.<ref name=":11"/> I suoi ripetuti assalti ruppero le mura della città, e l'epidemia di peste provocò un massacro tra le loro file. Un notaio della città di [[Piacenza]], Gabriel de Mussis, ha descritto questo evento nelle sue memorie, sebbene la sua presenza nel luogo dell'assedio sia controversa:<ref name=":1" /><ref name=":2" />
{{Citazione|Tutto l'esercito fu colpito da una malattia che infestava i Tartari e li uccideva quotidianamente a migliaia. Sembrava che le frecce piovessero dal cielo per colpire e schiacciare l'arroganza dei Tartari. Tutti i consigli e le cure mediche risultarono vani.|3=Toute l'armée fut affectée par une maladie qui infesta les Tartares et les tua quotidiennement par milliers. On aurait pu croire que des flèches pleuvaient du ciel pour frapper et écraser l’arrogance des Tartares. Tous les conseils et soins médicaux étaient vains.|lingua=fr}}
Conscio dell'impossibilità di prendere la città con le armi, Ganī Bek ordinò l'uso dei [[Trabucco (arma)|trabucchi]] per gettare i cadaveri infetti dalla peste oltre le mura di Caffa.<ref name=":1" /> Anche questo atto di [[Guerra tossicologica|guerra batteriologica]]<ref name=":3">{{Cita libro|nome=Jean|cognome=Vitaux|titolo=Histoire de la peste|url=https://books.google.fr/books?id=EHVfCwAAQBAJ&pg=PT79&dq=caffa+bact%C3%A9riologique|editore=Presses Universitaires de France|data=17 settembre 2015|lingua=fr|ISBN=978-2-13-074137-4}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.cairn.info/revue-topique-2002-4-page-93.htm|titolo=Les armes biologiques|lingua=fr}}</ref> è stato raccontato da Gabriel de Mussis:<ref name=":1" /><ref name=":2">{{Cita libro|nome=Timothy|cognome=Brook|titolo=Le Léopard de Kubilai Khan|url=https://books.google.fr/books?id=_5GwDwAAQBAJ&pg=PT76&dq=Djanibeg+caffa|editore=[[Payot (casa editrice)|Payot]]|data=25 settembre 2019|lingua=fr|pp=545|ISBN=978-2-228-92423-8}}</ref>
{{Citazione|Si gettarono nella città quelle che sembravano montagne di morti, e i cristiani non potevano nascondersi da loro, né sfuggirvi, anche se ne gettarono quanti più potevano in mare. Presto, i corpi in decomposizione macchiarono l'aria e l'acqua.|3=On jeta dans la ville ce qui ressemblait à des montagnes de morts, et les chrétiens ne purent s'en cacher, ni les fuir, ni y échapper, bien qu'ils en aient déversé autant qu'ils pouvaient dans la mer. Bientôt, les corps en putréfaction souillèrent l'air et l'eau.|lingua=fr}}
Alcuni storici ritengono che la diffusione dell'epidemia nella popolazione di Caffa fosse inevitabile a causa dei topi che andavano e venivano tra la città e gli accampamenti mongoli.<ref name=":4"/> Ma questa ipotesi è controversa, perché i mongoli si erano insediati ad almeno un chilometro dalle fortificazioni per rimanere fuori dalla portata dei proiettili mentre i topi, abbastanza sedentari, si avventurano raramente oltre qualche decina di metri dal loro habitat.<ref name=":1" /> Il lancio da parte dei mongoli dei cadaveri infetti fu quindi probabilmente un fattore decisivo nella trasmissione della peste dagli assedianti agli assediati.<ref name=":1" />