Cappella Sassetti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 97:
La ''Conferma della Regola'', con il ''Miracolo del fanciullo resuscitato'', occupano la parete centrale e sono le più rappresentative dell'intero ciclo. Entrambe sono ambientate in un precisissimo scorcio fiorentino.
 
Nella parete centrale in alto, rappresenta san Francesco che viene ricevuto da [[Papapapa Onorio III]]. La scena si inquadra con grande perizia ed originalità, all'interno di un portico aperto, facendo sì che l'arco della cappella sembri un arco della chiesa sulla quale si apre la scena. La scena è ambientata a [[Firenze]] anziché a [[Roma]], con una chiara rappresentazione di [[piazza della Signoria]] sullo sfondo, il [[Campidoglio]] cittadino, con la [[Loggia della Signoria]] (ancora senza statue) al centro e [[Palazzo Vecchio]] di fianco, dietro al quale si intravede l'aspetto della [[chiesa di San Pier Scheraggio]], prima che fosse distrutta per far spazio agli [[Uffizi]]. Il Leone del [[Marzocco]] si presenta qui dorato e in bella mostra sull'Arengario del palazzo. Una serie di figurette, riprese nelle loro attività quotidiane dà alla veduta l'aspetto di un palpitante squarcio reale. La scelta di ambientare la scena a Firenze denota l'importanza data alla città, che nei circoli umanisti veniva considerata come la nuova Roma o la nuova [[Gerusalemme]]. La presenza del papa e dei cardinali conferma infatti il ruolo di Firenze come centro di rinnovamento spirituale e politico in cui l'esempio di san Francesco era rivissuto dai personaggi più importanti, quali i Medici e i Sassetti. Questo "nuovo cristianesimo" riformato è quello che irradia dalle teorie di [[Marsilio Ficino]], le cui conquiste intellettuali e morali dell'Umanesimo permettono il ritorno dei mitici "saturnia regna", a cui alludono altre pitture della cappella. Non è improbabile che la scena mescoli ricordi della corte papale a Roma, vista in prima persona dal Ghirlandaio quando andò a decorare le pareti della [[cappella Sistina]], oppure di soggiorni papali in città, come quello di [[Eugenio IV]] durante il [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze|concilio di Firenze]] di cinquant'anni prima.
 
Un disegno ora a [[Berlino]] mostra come il Ghirlandaio avesse inizialmente pensato la scena in maniera più tradizionale, seguendo l'iconografia di Giotto in Santa Croce, senza i ritratti. Nell'elaborazione definitiva però creò i tre piani della scena, cioè la scalinata verso il basso, con alcune teste che emergono, la chiesa con la scena principale e lo sfondo. L'occhio dello spettatore veniva così guidato dalla serie di personaggi che compongono la scena.
 
A destra in primo piano compaiono il [[Gonfaloniere di Giustizia]] [[Antonio Pucci (gonfaloniere)|Antonio Pucci]], cognato di Francesco Sassetti, [[Lorenzo il Magnifico]], Francesco Sassetti stesso e il figlio Federigo, destinato alla carriera religiosa. Lorenzo è quello che tende la mano ad [[Agnolo Poliziano]], in testa ai figli del Magnifico che stanno salendo le scale dietro di lui: [[Giuliano di Lorenzo de' Medici]] futuro [[Duca di Nemours]], [[Piero il Fatuo]] e Giovanni de' Medici futuro [[Papapapa Leone X]]; chiudono il corteo gli altri educatori dei rampolli di casa [[Medici]], [[Luigi Pulci]], l'autore del ''[[Morgante (poema)|Morgante]]'', e [[Matteo Franco]], maestro elementare di casa Medici nonché canonico della cattedrale. La loro presenza è un omaggio del committente alla famiglia grazie al cui appoggio aveva potuto fare carriera, superando anche i momenti difficili.
 
Il Sassetti invece con un gesto della mano indica i suoi figli dall'altra parte della scala a sinistra, Galeazzo, Teodoro I e Cosimo. Precisa è la resa della loro dignità e del loro abbigliamento che testimonia l'appartenenza alla ricca borghesia fiorentina. I due gruppi laterali guidano l'occhio dello spettatore verso il centro come quinte teatrali, verso la scena religiosa. La composizione, così originale e perfettamente armoniosa, ne fa uno dei vertici più alti dell'arte del Ghirlandaio.