Candragupta Maurya: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome =
|Cognome = Maurya
|PostCognomeVirgola =
|PreData =
|Sesso = M
|LuogoNascita = Pataliputra
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|FineIncipit = è stato il sovrano fondatore dell'[[Impero Maurya]]
|Immagine = Chandragupt_maurya_Birla_mandir_6_dec_2009_(31)_(cropped).JPG
|Didascalia = Statua di
}}
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Il malcontento cominciava ad appesantire gravemente, non solo il morale, ma soprattutto la disciplina dell'esercito macedone. La possibilità, sempre più concreta, di un “non-ritorno” portò i soldati a una vera e propria forma d'ammutinamento, anche se non di aperta rivolta, in considerazione del carisma di cui godeva Alessandro. L'esercito non aveva tutti i torti a rifiutarsi di proseguire in una campagna bellica in territori mai prima di allora conosciuti e - tanto meno - cartografati. Neppure i [[persiani]] [[Achemenidi]] avevano oltrepassato il corso dell'Indo. Già solo il fatto che, durante la stagione dei [[monsoni]] il continuo straripamento dei fiumi del [[Punjab (regione)|Punjab]] metteva a serio rischio le salmerie, che avrebbero dovuto esser lasciate al di qua del confine, privando l'esercito di vettovaglie e di acqua potabile, avrebbe reso quasi impossibile il tentativo d'invasione dell'[[India]]. Laddove terminava la sua impresa, a suo ricordo, Alessandro fece erigere dodici altari giganteschi di pietra, in segno di ringraziamento all'intero pantheon che lo aveva protetto durante l'impresa. L'area oggigiorno è parte della [[India|Federazione indiana]].
== L'ascesa di
[[File:Nanda_Empire,_c.325_BCE.png|thumb|right|Massima estensione dell'impero Nanda (325 a.C.)]]
Attraversato l'Indo, l'avanzata macedone verso oriente fu - dunque - arrestata dalla stanchezza dei soldati. La campagna indiana si arrestò al fiume [[Ifasi]] ([[Beas]]), ultimo immissario a Est del fiume Indo. Questo grande fiume con i suoi affluenti venne a costituire così, nel progetto di Alessandro, l'estremo confine naturale e storico del suo immenso impero. Prima di riprendere la via del ritorno, Alessandro fece innalzare sulla riva sinistra del fiume Ifasi dodici altari agli dei, in forma di torri. Al centro una colonna di bronzo portava la scritta: "Qui si fermò Alessandro". A distanza di 2500 anni, è praticamente impossibile conoscere l'esatta ubicazione dei dodici giganteschi altari di confine, in quanto il corso - mutevole nei secoli - del fiume può averli erosi, fatti crollare, sepolti sotto diverse decine di metri di spessore di [[limo]]. Per quanto Alessandro non ebbe l'opportunità materiale per invadere l'India, la sua fama di sovrano saggio ed invincibile penetrò ugualmente nella regione, tanto che, a tutt'oggi, si tramanda la sua epopea condita da episodi più o meno fantasiosi.
Il clan dei Maurya era noto già da alcuni secoli, almeno dal tempo di [[Buddha]] ([[565 a.C.|565]] - [[486 a.C.]]), ma
== La campagna antimacedone e la conquista del potere ==
[[File:EasternSatrapsAfterAlexander.jpg|thumb|right|Conquista delle satrapie macedoni post-Alessandro Magno]]
Il satrapo della [[Partia (satrapia)|Partia]], [[Peitone]] perse il controllo della satrapia dell'Indo già nel [[322 a.C.]], a causa del suo stolto tentativo di limitare il potere dei governatori locali, cosicché l'anarchia e la guerra civile scoppiarono tra i rajah che Alessandro aveva sottomesso precedentemente.
Nel frattempo, i seleucidi intervennero in prima persona nel Punjab per stroncare la ribellione, e tra le vittime cadde pure il rajah [[Poro (re indiano)|Poro]] ([[Pururava]] in [[Sanscrito]]), fatto assassinare, perché sospettato di tradimento, da [[Eumene di Cardia|Eumene]] proprio su ordine di [[Seleuco I Nicatore]] nel [[317 a.C.]]. A questo punto lo scontro con
== Organizzazione dell'Impero Maurya ==
Il Regno dei Nanda - in base alle fonti storiche<ref>Megastene: "Indike Chora", opera in 4 libri, perduta, ma utilizzata da Ammiano Marcellino e Plutarco</ref> era molto oppressivo e dispotico, ragion per cui non fu impresa difficile per
== Note ==
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