Maometto: differenze tra le versioni
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Waraqa, già molto anziano e quasi cieco, morirà alcuni giorni dopo questo dialogo. Cfr. [[Alfred Guillaume]], ''The life of Muhammad'', traduzione dall'arabo della ''Sīrat al-nabawī'' (Vita del Profeta) di [[Ibn Ishaq|Ibn Isḥāq]], Oxford University Press, 1967. ISBN 0-19-636033-1</ref> che su Maometto fosse disceso la Parola di Dio (''Nāmūs'')<ref name="Lo Jacono 47"/>.
Seguì un lungo periodo detto ''fatra'', durato forse tre anni, in cui le sue esperienze non ebbero séguito, provocando ulteriore angoscia in Maometto<ref
{{citazione|(1) Per la luce del mattino, (2) per la notte quando si addensa: (3) il tuo Signore non ti ha abbandonato e non ti disprezza|Corano, XCIII:3}}
=== L'inizio della predicazione e le prime persecuzioni ===
[[File:Maome.jpg|thumb|In questa miniatura del [[XVI secolo]], tratta dall{{'}}''Athār al-baqiya'' (Tracce dei secoli passati) di [[al-Biruni|al-Bīrūnī]] (manoscritto della [[Biblioteca nazionale di Francia]], Arabe 1489 fol. 5v), Maometto è invece raffigurato senza velo sul volto.]]
La conversione degli abitanti di Mecca risultò per Maometto particolarmente irta di ostacoli. Seppur inizialmente avessero accoltò con curiosità e benevolenza la nuova catechesi predicata da Maometto, in seguito i meccani gli si ribellarono<ref name="Cita|Lo Jacono, 2011|p. 53">{{Cita|Lo Jacono, 2011|p. 53.}}</ref>. Le volontà di Allah di ritenersi unico ed esclusivo avrebbe potuto creare enormi problemi economici alla città, che si era arricchita attraverso i pellegrinaggi per gli idoli religiosi posti dentro la [[Kaʿba]], che portavano a Mecca persone provenienti da tutta la penisola<ref
Importanti esponenti di vari clan iniziarono così a provare un crescente malcontento verso Maometto, che si manifestò con una serie di attacchi personali e il dileggio<ref>{{Cita|Lo Jacono, 2011|pp. 51-54.}}</ref>: il musico An-Nadr si divertiva a fare concorrenza al proselitismo di Maometto, mettendosi a raccontare storie e leggende, mentre il Profeta recitava le sue rivelazioni; la danzatrice Fartana, che lanciava motteggi pungenti contro i musulmani; e ʿUqba b. Abi Mu'ayt, che lanciò una placenta sanguinante di montone su Maometto in preghiera, con il palese intento di blasfemo d'infangare con il sangue quel momento di sacro raccoglimento<ref>{{Cita|Lo Jacono, 2011|pp. 54-57.}}</ref>. Fra gli oppositori di Maometto vi fu anche suo zio Abu Lahab, che forse su suggerimento dalla moglie Umm Ğamīl Arwā, spinse i figli a ripudiare le rispettive mogli, figlie del Profeta<ref>{{Cita|Lo Jacono, 2011|p. 58.}}</ref>.
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Nel [[630]] Maometto era ormai abbastanza forte per marciare sulla Mecca e conquistarla. Tornò peraltro a vivere a Medina e da qui ampliò la sua azione politica e religiosa a tutto il resto del [[Hijaz]] e, dopo la sua vittoria nel [[630]] a [[Battaglia di Hunayn|Ḥunayn]] contro l'alleanza che s'imperniava sulla tribù dei [[Banu Hawazin|Banū Hawāzin]], con una serie di operazioni militari nel cosiddetto [[Wadi al-qura]], a 150 chilometri a settentrione di Medina, conquistò o semplicemente assoggettò vari centri abitati (spesso oasi), come Khaybar, [[Tabuk (Arabia Saudita)|Tabūk]] e Fadak, il cui controllo aveva indubbie valenze economiche e strategiche.
Nel 632, tornato a [[Medina]] dopo aver compiuto il Pellegrinaggio detto anche il "[[Pellegrinaggio dell'Addio]]", il profeta si ammalò, probabilmente di [[pleurite]]<ref
Lasciò nove vedove - tra cui [[Aisha|ʿĀʾisha]] - e una sola figlia vivente, [[Fatima bint Muhammad|Fāṭima]], andata sposa al cugino del profeta, [[Ali ibn Abi Tàlib|ʿAlī b. Abī Ṭālib]], madre dei suoi nipoti [[al-Hasan ibn Ali|al-Ḥasan b. ʿAlī]] e [[al-Husayn ibn Ali|al-Ḥusayn b. ʿAlī]]. Fatima, piegata dal dolore della perdita del padre e logorata da una vita di sofferenze e fatiche, morì sei mesi più tardi, diventando in breve una delle figure più rappresentative e venerate della religione islamica<ref>{{Cita|Campanini 2020|pp. 137-139.}}</ref>. Non avendo fornito esplicite dichiarazioni su chi dovesse succedergli alla guida politica della ''Umma'', i suoi collaboratori dettero vita all'istituzione politico-religiosa del califfato<ref>{{Cita|Lo Jacono 2011|p. 139.}}</ref>, assegnandone la carica al suo caro amico [[Abū Bakr]].
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