Tolleranza zero: differenze tra le versioni
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L'espressione '''tolleranza zero''' indica un modello politico basato sull'applicazione particolarmente intransigente delle norme di pubblica sicurezza, applicato per la prima volta dall'ex sindaco di [[New York]], [[Rudolph Giuliani]].
Questa politica intendeva punire aspramente non solo crimini che violavano la legge, ma anche atti devianti che violavano semplici norme sociali. Giuliani si prese poi il merito di aver diminuito il tasso di criminalità nella città di New York che scese sotto la media nazionale.
==Storia==
Questa politica deriva dalla "[[teoria delle finestre rotte]]" (''broken windows theory'') formulata nel [[1982]] dai sociologi [[James Q. Wilson]] e [[George Kelling]], che prevede che le persone, vedendo una finestra rotta che non viene riparata, si abituano ad un'idea di deterioramento, di disinteresse e mancanza di regole che stimola le attività criminali<ref>{{cita pubblicazione |lingua = en |autore = George L. Kelling |autore2 = James Q. Wilson |url = https://www.theatlantic.com/magazine/archive/1982/03/broken-windows/4465/?single_page=true |titolo = Broken Windows: The police and neighborhood safety |rivista = Atlantic Monthly |data = 1º marzo 1982 |pp =
L'ex sindaco di [[New York]], [[Rudolph Giuliani]], applicò la teoria della finestra rotta nel [[1994]]. Uno dei luoghi più pericolosi della città era la metropolitana.
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A parte questa genesi, ''tolleranza zero'', da [[Parola d'autore|modo di dire]] per manifestare la propria fermezza, è diventato un sintagma che designa una linea di politica criminale (o comunque disciplinare), in riferimento a una particolare categoria di trasgressioni come ad esempio nei confronti del fumo. La tolleranza zero viene tipicamente applicata dalle scuole, relativamente a certi ambiti quali la detenzione e l'utilizzo di droghe o di armi. Per esempio, uno studente trovato in possesso di droga o di armi in una scuola che applica la tolleranza-zero incorrerà immediatamente nella massima sanzione prevista. È chiaro che una tale politica richiede una normativa estremamente esplicita; una normativa confusa o generica potrebbe provocare altrimenti grosse conseguenze.
===In Italia===
In Italia, l'espressione tolleranza zero è stata utilizzata in accezioni diverse, da diverse parti politiche, spesso perdendo ogni relazione con la teoria che ne è alla base formale: numerosi Governi hanno voluto interpretare questa politica varando diversi "pacchetti sicurezza" basati sul generico inasprimento delle sanzioni, dei divieti e delle pene detentive; alcuni sindaci<ref>L'ex sindaco di [[Salerno]] [[Vincenzo De Luca]] ha cercato di attuare
==Populismo penale==
{{vedi anche|Populismo penale}}
La tolleranza zero si inscrive nel fenomeno del [[populismo penale]]: esso “consiste nell’uso demagogico e congiunturale del [[diritto penale]] diretto ad alimentare la paura con misure tanto anti-[[garantismo|garantiste]] quanto inefficaci alla prevenzione della criminalità” (Luigi Ferrajoli)<ref>https://ilmanifesto.it/ferrajoli-salvini-fa-un-uso-demagogico-del-diritto-il-suo-e-populismo-penale/ </ref>.
{{quote|Impopolari sono i diritti dei carcerati, impopolare è l
Per altro verso, "cavalcare le paure serve solo a produrre ulteriore insicurezza percepita. Qui, oltre alle responsabilità politiche, giocano anche quelle dei ''[[mass media|media]]'', sempre pronti a rilanciare acriticamente gli allarmi e raramente disposti a prendere o a dare spazio a posizioni impopolari"<ref>[http://www.questionegiustizia.it/articolo/la-necessita-di-prendere-posizione-contro-il-populismo-penale_27-05-2017.php D. Stasio, ''La «necessità» di prendere posizione contro il populismo penale'', Questione giustizia, 27 maggio 2017].</ref>.
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